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Noi abbiamo la campagna sul porno, gli italiani quella antidroga con Roberto Mancini

Non è bastata la Open to Meraviglia, il Governo italiano ci ha riprovato – Il popolo del Web ci è andato giù pesante e i meme si sprecano
Red. Online
29.06.2023 09:02

Diciamolo subito: l’ultima campagna di comunicazione istituzionale italiana ci ha fatto pensare alla «nostra» di sensibilizzazione sulla pornografia. Perché? Sono brutte uguali, al limite dell'imbarazzo. Spieghiamo.

La campagna di comunicazione istituzionale, realizzata dal Dipartimento per le politiche antidroga e dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, è basata su uno spot televisivo presentato il 26 giugno 2023 presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati italiana, in occasione di un evento istituzionale organizzato per la «Giornata internazionale contro l’uso ed il traffico illecito di droghe» e successivamente diffuso a livello nazionale. La campagna – si legge sul sito del Governo italiano – ha lo scopo principale di sensibilizzare i ragazzi, coinvolgendoli direttamente sul fatto che «tutte le droghe fanno male» e invitandoli, a loro volta, a sensibilizzare i propri coetanei sulla pericolosità e sui danni causati da tutte le sostanze stupefacenti, anche attraverso i social. Il target di riferimento sono principalmente i giovani, ma anche famiglie ed educatori.

Protagonisti dello spot sono Roberto Mancini, Commissario Tecnico della Nazionale di calcio italiana, e tre ragazzi. In apertura Roberto Mancini, tramite un suo video pubblicato online su una piattaforma social seguita dai giovani, afferma che «tutte le droghe fanno male». Immediatamente il video viene visto, tramite i social, da un gruppo di amici (due ragazze e un ragazzo) che a loro volta, colpiti dal messaggio di Mancini, decidono di pubblicare un video nel quale anche loro affermano che «le droghe, tutte le droghe fanno male». In conclusione Mancini, vedendo il video dei ragazzi, li loda, e invita gli spettatori a fare altrettanto, affermando nuovamente che «tutte le droghe fanno male, ma se ne può uscire», esortando «a vivere le emozioni vere.

Eccolo:

Era inevitabile. Il video ha subito scatenato l'ironia social. «Fatelo girare!», lo spot è quasi surreale. «Hai visto Mancini?», «Facciamone uno anche noi!». Un botta e risposta che sicuramente non è stato pensato da chi vive in mezzo agli adolescenti. La reazione social è spietata: «Con questo spot Mancini mi ha fatto venire voglia di drogarmi davvero», scherza un utente. Un altro pubblica il meme con il giudice di Masterchef Joe Bastianich: «È come film di orrore». Ma c’è anche chi avanza, appunto, qualche dubbio sulla credibilità: «"Hai visto Mancini? Ha fatto un video contro le droghe, facciamolo anche noi". Ma in che mondo succede questa cosa?», ci si chiede su Twitter.

Qualcun altro rispolvera la serie TV Boris. E in un batter d'occhio Roberto Mancini si trasforma in Pedro Benítez, lo «scalatore delle Ande», che in modo per niente convincente prova a lanciare un messaggio contro l’uso delle droghe. Un'ex deputata del PD su Instagram scrive: «Mi è appena venuta una irrefrenabile e improvvisa voglia di fumarmi un cannone alto 2 metri… Grazie mille Giorgia, era da un po’ che non mi veniva».

Alcuni utenti, ancora, hanno espresso disappunto riguardo al tono della comunicazione sostenendo che potesse essere facilmente fraintesa con la «pubblicità di un deodorante». Un altro ha scritto a margine del video: «È esattamente quello che vedrebbe un giovane sotto l'effetto di una droga».

Da Open to Meraviglia alle droghe

Insomma, non bene. E dire che il Governo italiano ci era appena passato, con la vicenda Open to meraviglia e la Armando Testa che ha cavalcato la tesi del «purché se ne parli». Una Venere di Botticelli creatura pop-kitsch, un progetto pieno zeppo di luoghi comuni e stereotipi, un video girato in Slovenia da un regista olandese e altre brutture in serie. Poi, il video che scompare. Lanciare spot non è poi così semplice in un'era estremamente social.