Arbedo-Castione

Officine, per le opere esterne serviranno altri 18 milioni

Il Consiglio di Stato ha chiesto al Parlamento l’approvazione del credito quale contributo cantonale per realizzare alcune strade e strutture di interesse pubblico nel comparto dove sorgerà lo stabilimento delle Ferrovie
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
22.08.2025 21:00

Approfittare dei grandi lavori già in corso nel cantiere delle nuove Officine FFS di Arbedo-Castione per realizzare opere e impianti esterni allo stabile che saranno di pubblica utilità. È l’idea alla base del messaggio del Dipartimento del territorio (DT) che il Consiglio di Stato ha licenziato in questi giorni all’indirizzo del Gran Consiglio con la richiesta di un credito da 18,3 milioni (18.298.000 franchi per l’esattezza). Una cifra che, se approvata, corrisponderebbe al contributo cantonale per il finanziamento di collegamenti viari e infrastrutture esterne al sito ferroviario vero e proprio ma che faranno comunque parte del comparto.

Tre obiettivi principali

La realizzazione del progetto delle nuove Officine - si legge nel messaggio di una decina di pagine - comporta infatti «un riassetto della viabilità in zona industriale di Castione e lo spostamento di numerose infrastrutture di terzi». In questo ambito FFS, Comune e DT «hanno ritenuto opportuno, dal punto di vista procedurale ed economico integrare e anticipare nel progetto anche ulteriori opere e interventi di interesse pubblico». In particolare vengono elencati tre punti principali di intervento: il primo è l’ampliamento e il miglioramento della viabilità con la realizzazione di strade nuove, che comporterà (il secondo) la relativa modifica delle canalizzazioni e degli impianti per lo smaltimento delle acque, oltre all’adeguamento della stazione di sollevamento delle acque di versante; infine si procederà alla costruzione di un nuovo sottopasso ciclopedonale e all’allestimento di un’area bike and ride, in sostituzione dell’infrastruttura esistente, considerata ormai obsoleta.

La «spinta» del cantiere

Interventi diversi che sono necessari e che ora possono beneficiare della «spinta» data dal grande cantiere FFS già operativo, come spiegano Diego Rodoni, direttore della Divisione delle costruzioni, e Martino Colombo, direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità. Sì perché questa è proprio una questione di sinergie. «Nel messaggio sono elencate opere che toccano il comparto delle future Officine, in sostanza si tratta di tutto quello che ci sta intorno», evidenzia Rodoni. «In particolare è necessario un riassetto della viabilità di tutta la zona industriale, che andrà a interessare anche diverse infrastrutture e alcune opere di interesse cantonale. È una buona occasione per il Cantone». Gli fa eco Colombo: «Attorno allo stabile che sarà costruito dalle FFS ci sono allacciamenti stradali e vie ciclabili non più in buone condizioni che vanno sistemati, e questo sarà possibile grazie allo stanziamento del nuovo credito da 18 milioni di franchi. Utilizziamo questa sinergia che si è creata con le Ferrovie per ottenere una sistemazione definitiva anche all’esterno delle Officine, in tutto il comparto».

Finanziamenti ripartiti

Per la realizzazione delle nuove Officine, la cui inaugurazione è prevista nel luglio 2028, l’investimento complessivo è di 755 milioni di franchi. Di questi, secondo quanto sottoscritto nella «Dichiarazione d’intenti», il Cantone e la Città di Bellinzona si fanno carico di una quota parte di finanziamento pari a 120 milioni di franchi (suddivisi in 100 milioni per il Cantone e 20 milioni per la Città). Altri 60 milioni arrivano dalla Confederazione (relativi agli impianti ferroviari necessari per accedere alla moderna Officina) e il resto è a carico delle FFS.
Mentre il credito da 18,3 milioni chiesto per le opere esterne alle Officine e per la sistemazione del comparto, va precisato, non ha nulla a che vedere con la quota parte di finanziamento da 120 milioni. «Si tratta di un credito extra rispetto a quello stanziato da Cantone e Città. Anche perché questa cifra non riguarda direttamente la costruzione dell’edificio ma le altre opere che ci stanno intorno», spiega Rodoni. «Si tratta - riprende Colombo - della partecipazione cantonale a diversi interventi, ma va ricordato che la parte del leone in questi lavori di sistemazione la fanno comunque ancora l'ex regia federale». L’investimento complessivo delle opere di riassetto esterno del comparto è infatti di 50 milioni che sono suddivisi tra Ferrovie, Cantone e Comune secondo una convenzione sottoscritta in tal senso tra le FFS e il Consiglio di Stato. La cifra totale viene così suddivisa: 4 milioni a carico del Comune e 16 milioni sulle spalle del Cantone, ai quali vanno aggiunti però i costi per l’acquisto di spese generali, i costi generali di amministrazione e di distribuzione e l’IVA laddove dovuta, per arrivare a un totale di 18,3 milioni, l’importo del credito contenuto nel messaggio. Quello che rimane, oltre la metà dei costi, è a carico dell’ex regia federale.

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