Svizzera

Più profughi dal Sudan? La SEM: «Difficile dirlo ora, ma non servono misure preparatorie»

Il numero di richieste di asilo da parte di cittadini sudanesi è tra 30 e 54 l'anno dal 2018 al 2022 e i disordini degli scorsi anni non hanno portato a un incremento
© KEYSTONE (AP Photo/Marwan Ali)

«Con la crisi in Sudan aumenteranno le partenze dei profughi». È l'allarme lanciato nel fine settimana dalle ONG Mediterranea e Sos Mediterranée alla luce della crisi in atto nel paese africano. «Quello che sta accadendo aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese». Sos Mediterranée ha pure aggiunto che l'esodo in parte sarebbe già iniziato e alcuni migranti sbarcati in Italia nelle ultime ore «provenivano proprio dal Sudan». L'UNHCR, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha rincarato la dose parlando di «milioni di persone in fuga nella regione» del Sudan e già oltre 400 mila rifugiati nel Ciad orientale. L'ultimo bilancio dell'ONU fa notare che anche prima del 15 aprile i bisogni umanitari erano a livelli record, con 15,8 milioni di persone bisognose di aiuti umanitari, 4 milioni di bambini e donne in gravidanza e in allattamento malnutriti, 3,7 milioni di persone sfollati interni: «Questo conflitto non sarà, e non deve essere, risolto sul campo di battaglia», ha precisato il segretario generale Antonio Guterres.

Nel frattempo, nella notte tra lunedì e martedì al largo di Lampedusa sono state soccorse 19 imbarcazioni con 705 migranti. Lunedì si sono verificati quattro naufragi. L'hotpsot è nuovamente sovraffollato con oltre 2.400 ospiti (dato di ieri). Dalla mezzanotte di ieri si sono registrati altri 14 sbarchi, con 821 migranti.

Il conflitto in Sudan avrà conseguenze sull'emergenza migranti? Soprattutto, toccherà la Svizzera? Lo abbiamo chiesto alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) che, come previsto, non può ancora fare previsioni. «Il conflitto in Sudan è scoppiato pochi giorni fa e non è ancora possibile determinare gli effetti concreti sui movimenti migratori. Anche una previsione degli sviluppi futuri non è possibile in questo momento», fa sapere il portavoce per i media.

«Non sono necessarie misure preparatorie»

Cosa sappiamo finora? Il numero di richieste di asilo da parte di cittadini sudanesi è generalmente basso: tra le 30 e le 54 all'anno dal 2018 al 2022. I precedenti disordini in Sudan – il rovesciamento di al-Bashir nel 2019 e il colpo di stato militare contro nel 2021 – «non hanno portato a un aumento del numero di domande di asilo di cittadini sudanesi in Svizzera». Tuttavia, precisa ancora la SEM, non si può escludere un incremento in futuro, qualora il conflitto si prolungasse nel tempo o aumentasse di intensità. Secondo la valutazione della SEM, comunque, nella situazione attuale non sono necessarie misure preparatorie.

Per la Segreteria di Stato della migrazione, in generale, «si può affermare che più un conflitto è distante dalla Svizzera e dall'Europa, minore è il numero di rifugiati che raggiungono l'Europa» (il tempo necessario per la trasferta è superiore). A conferma di questo, Berna porta l'esempio della guerra civile del Tigre, iniziata nell'autunno del 2020 e terminata a novembre del 2022: l'impatto sul numero di domande d'asilo di cittadini etiopi in Europa è stato «solo marginale».

Di conseguenza, la Sezione del militare e della protezione della popolazione ticinese non è in allarme e seguirà le eventuali indicazioni future da parte della SEM. Niente panico, pertanto. Qualora la situazione dovesse mutare, verranno prese le dovute misure.

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