Sentenza

Quello alla Manor è stato un attacco terrorista

Lo ha sancito il Tribunale penale federale che ha condannato l’autrice, una 29.enne ticinese che aveva accoltellato due donne, per ripetuto tentato assassinio a un trattamento stazionario in struttura chiusa e a nove anni di carcere
©Gabriele Putzu
Federico Storni
19.09.2022 10:44

L’accoltellamento di due donne – una ferita gravemente al collo - il 24 novembre 2020 nel reparto casalinghi al quinto piano della Manor di Lugano a opera di una 29.enne ticinese è stato un atto di terrorismo. Lo ha sancito pochi minuti fa il Tribunale penale federale, per bocca della presidente della Corte Fiorenza Bergomi (giudici a latere Monica Galliker e Roy Garré). La donna è quindi stata condannata a un trattamento stazionario in una struttura chiusa e a 9 anni di carcere per ripetuto tentato assassinio. La 29.enne soffre di turbe psichiche e di un lieve ritardo mentale (due perizie, da cui la Corte non si è discostata, hanno sancito una scemata imputabilità di grado medio e un rischio di recidiva medio-alta). L’accusa, la procuratrice pubblica Elisabetta Tizzoni, aveva chiesto dodici anni di carcere, l’avvocato difensore Daniele Iuliucci otto, ma per ripetuto tentato omicidio ed escludendo che si fosse trattato di un atto terroristico. Entrambi erano favorevoli a una sospensione della pena a favore di un trattamento stazionario in una struttura chiusa.

«Si tratta indubbiamente di un duplice tentato assassinio a sfondo jihadista - ha detto Bergomi nel motivare la sentenza. - Anche alle nostre latitudini purtroppo possono accadere fatti di questa natura. Ridurre quanto fatto dall'imputata al gesto di una malata mentale e dimenticare le convinzioni ideologiche e i mezzi usati è sbagliato».

«Il suo intento era uccidere più miscredenti possibile, sgozzandoli, e voleva essere vista per dimostrare all’Isis di aver fatto un’azione a suo favore – ha detto la giudice. – Ha agito a sangue freddo, ha programmato l’atto, ha studiato che arma utilizzare e che vittima colpire, ha fatto un sopralluogo. Ha scelto la Manor di Lugano perché era molto frequentata e perché non rischiava di incontrare persone che conosceva. Ha pensato all’orario migliore in cui colpire. Ha cancellato preventivamente i dati sui telefonini e sui social network».

Non ha inoltre mostrato, a oggi, alcun pentimento: «Si ritiene fiera di avere agito in tal modo. Si sentiva felice dopo l’atto. Il suo unico rammarico è di non essere riuscita a uccidere le sue vittime. Ha denotato freddezza e disprezzo per la vita altrui».

La donna è stata anche condannata per aver violato la Legge federale che vieta i gruppi Al-Qaida e Stato Islamico (per aver condiviso tre messaggi e tre immagini di propaganda) e per esercizio illecito della prostituzione ripetuto.

Nel 2017 la 29.enne aveva già cercato di raggiungere la Siria ed era stata fermata al confine con la Turchia. In quel caso il Ministero pubblico della Confederazione aveva abbandonato il procedimento e la donna era stata ricoverata in una struttura psichiatrica.

Il Ministero pubblico della Confederazione - si legge in una breve nota - ha preso atto della sentenza della Corte penale del Tribunale penale federale. Non appena sarà disponibile la sentenza motivata per scritto, il Ministero pubblico della Confederazione deciderà sul seguito della procedura.

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