La polemica

Sgarbi come Solari: «Cultura offesa da Sanremo, e in Ticino…»

Sfuriata del sottosegretario alla cultura italiano contro il Festival della canzone: «È diventato una televendita» – Sulla diatriba con Gobbi: «Se sono pronto a ritornare in Svizzera? No, non ci metto piede»
Nella composizione, il sottosegretario alla cultura italiano, Vittorio Sgarbi, e Chiara Ferragni, imprenditrice e stella dei media sociali, invitata alla co-conduzione della prima e dell'ultima serata della kermesse della canzone italiana di quest'anno
Jona Mantovan
15.02.2023 09:45

Un ciclone. Un fiume in piena. Un vaso di Pandora, che scoppia di rabbia e rassegnazione. Vittorio Sgarbi è sulla lunghezza d'onda di Marco Solari, a proposito del Festival di Sanremo che si è appena concluso. Un'edizione-evento, seguita da milioni di telespettatori, in Italia e non solo. Chi era sul posto – il nostro inviato, Mattia Sacchi – e l'ha studiata giorno dopo giorno ha sentenziato: «Ha vinto il migliore. Ma tutto il Festival è stato meraviglioso. Lo ricorderemo a lungo, con tante canzoni che ascolteremo in radio per molto tempo». Ma il sottosegretario italiano alla cultura è incontenibile e attacca: «Una totale offesa alla musica, ragazzotti che sono chiamati maestri... Riccardo Muti (il direttore d'orchestra, ndr) mi ha telefonato dicendomi: ''Se loro sono maestri, non voglio più essere chiamato così''». Il critico d'arte non si ferma e rincara la dose: «È un fallimento, una catastrofe! Ma come si fa a ospitare la Ferragni che deve vendere creme e profumi. Ma cos'è, una televendita? Questa è la nuova Wanna Marchi, non so se mi spiego», sbotta in videochiamata mentre viaggia verso Roma per presentare una pubblicazione dedicata a Guercino. «Un libro che dovrebbe leggere anche il vostro ministro, Gobbi». Sgarbi si riferisce all'episodio del lampeggiante acceso su territorio elvetico, nell'agosto scorso, al suo rientro proprio dal Festival del film di Locarno e per il quale era stato multato. «No, con il Ticino non ho fatto pace. Non metterò più piede, in Svizzera», ha detto.

«Ma per carità, non mi fraintenda», riprende il critico d'arte. «Non ho nulla contro gli svizzeri. Certo, posso incontrarli anche in Italia». Ma la bufera del momento è il suo attacco contro la manifestazione canora più importante d'Italia. «Amadeus non ne capisce di musica, non ha orecchio. E si riflette nella bassa qualità di quanto abbiamo trovato nel programma. Io ho suggerito Morgan alla conduzione, ma c'è anche un altro problema. Non puoi chiamare, a margine delle canzoni e in occasione degli anniversari, ad esempio, di Pasolini, di Albertazzi e via discorrendo, una come la Ferragni o Fedez. È come se, invece di chiamare degli attori veri come Tognazzi o Gassman, arrivassero la Wanna Marchi e do Nascimento. Il loro livello è questo, insomma».

Il noto personaggio televisivo se la prende anche con le scelte dietro le quinte. «La Rai è equiparabile a un editore, quindi deve avere gli invitati giusti. Non è che deve controllare quello che dicono. Inviti uno come Gino Paoli, ad esempio. Devi conoscere i temi, sapere chi sono gli ospiti e di cosa devono parlare». Il riferimento è alla polemica della foto del viceministro Bignami vestito da nazista e strappata da Fedez sul palco. L'istantanea era parecchio datata e riguardo quel caso, il diretto interessato, si era pentito e scusato ripetutamente. «Il ruolo dell'editore è quello di porre una linea. No, questo Festival è un fallimento, una catastrofe. È contro l'educazione, contro il merito, contro i ragazzi che dovrebbero sapere qualcosa... Non sanno niente di Testori, niente di Pasolini, niente di Zeffirelli».

C'è questo ragazzo, di 22, 24 anni.. Gibboni, il violinista. È per lui che ho sollevato questo polverone

Benigni «fuori luogo»

Sgarbi è un fiume in piena e nella sua testa mette in scena il Festival come dovrebbe essere. «C'è questo ragazzo, di 22-24 anni. Gibboni, il violinista. È per lui che ho sollevato questo polverone. Lui ha vinto il Premio Paganini. Il sindaco di Genova, che non è proprio l'ultimo arrivato, lo segnala. Il risultato? Niente. Non vogliono un violinista, un musicista ventenne bravissimo. Ma non finisce qui. Perché non invitano Aresu, il grande jazzista. Non vogliono Mancuso, che è un grande chitarrista. Cioè, ma non ho capito. Che roba è? Che storia è? Devi prendere quattro scalzacani che si vestono in modo ridicolo per fare pubblicità alle case di moda?». La domanda, ovviamente, è retorica.

«Per celebrare il momento dedicato alla Costituzione, non puoi chiamare Benigni, che le ha dato contro. Prendi Michele Ainis, Sabino Cassese. Intervista loro piuttosto, e Amadeus ne è capace, per sei minuti. Hai fatto una cosa più seria».

La Ferragni, mamma mia! Un disastro. Non solo parla male italiano e ha una cattiva pronuncia, ma leggeva titoli da due righe. Sì, aveva bisogno dei bigliettini per annunciare i titoli delle canzoni. Ma com'è possibile?

Meglio un Amadeus-Morgan

Insomma, tanti ingranaggi rotti all'interno di questa grande macchina, che comunque ha portato a casa il suo successo di pubblico. Una produzione notevole, forse la più importante dell'anno, allo scopo (anche) di scegliere chi rappresenterà l'Italia all'Eurovision Song Contest, il gemello europeo del Festival della canzone italiana di Sanremo. «In effetti lascerei Amadeus come conduttore, ma quando devi affiancarlo con una conduttrice, ad esempio avevo detto Myrta Merlino, o la Cortellesi. Se prestate attenzione alla Ferragni, mamma mia. Un disastro. Non solo parla male italiano e ha una cattiva pronuncia, ma leggeva titoli da due righe. Sì, aveva bisogno dei bigliettini per annunciare i titoli delle canzoni. Ma com'è possibile? Hai davanti un foglietto sul quale c'è scritto ''Ornella Vanoni canta Valentino''. Eh dai, non c'è bisogno di leggerlo, su. Per il fronte musicale, ripeto, Amadeus in fatto di musica è ignorante come pochi, per questo Morgan poteva essere una buona soluzione. Aveva più senso un Amadeus-Morgan, piuttosto che un Amadeus-Ferragni o Fedez, perché Fedez che cosa avrebbe fatto? Cosa rappresenta?».

È Morgan che ha scoperto e cresciuto Mengoni, a X-Factor, guardacaso vincitore di questa edizione. E quali sarebbero le scoperte di Amadeus? Boh! Chissà...

È pur vero che Morgan, l'ultima volta che aveva calcato il palco dell'Ariston, ne aveva combinate di ogni. «Sì, ma come direttore artistico, e come persona del settore, di cose ne ha comunque dimostrate. Ad esempio impegnandosi nel talent X-Factor. È lui che ha scoperto Mengoni, che guarda caso è il vincitore di questa edizione. Anche questo è un segnale singolare, no? Il fatto che l'abbia scoperto Morgan. E quali sarebbero le scoperte di Amadeus? Boh! Chissà. Anche se lo lascerei nel ruolo di presentatore». 

Lo stato della cultura italiana è così comatoso?! Il livello è così basso, addirittura sotto le scarpe?!

«Ma quale Ferragni» conclude Sgarbi. «La Rai dovrebbe semplicemente dire: ''Gli ospiti sono Giancarlo Giannini, Liliana Cavani, Ornella Vanoni''. Vale a dire una scelta che rappresenti lo stato della cultura dell'interpretazione del teatro, del cinema e della canzone». Il nostro interlocutore si chiede, non senza una punta di sorpresa mista ad amarezza: «Lo stato della cultura italiana è così comatoso? Il livello è così basso, addirittura sotto le scarpe?».

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