Sanità

Sulla lista ci sono 65 ticinesi in attesa di un nuovo organo

Lo scorso anno c’è stato un aumento record del numero di donatori, ma 1.391 persone aspettano un trapianto – Swisstransplant: «Troppo spesso non si conosce la volontà del defunto» – Il cambio di paradigma? «Non prima del 2026»
© KEYSTONE / MARTIAL TREZZINI
Luca Faranda
23.01.2024 21:15

Tra pochi anni saremo tutti «presunti» donatori di organi. Oggi, invece, lo è solamente chi decide di attestare esplicitamente questa volontà in un apposito registro, oppure nel testamento biologico. E lo sarà per almeno altri due anni, poiché il sistema di sicuro non cambierà prima del 2026. Poi, tutte le persone al di sopra dei 16 anni saranno generalmente considerate donatrici, mentre chi non vuole che i propri organi e tessuti - dopo il decesso - vengano trapiantati in un’altra persona sarà tenuto a dichiararlo. Questo cambio di paradigma - ovvero il passaggio dal consenso esplicito al consenso presunto - è stato votato dal popolo nel maggio del 2022 (60,2% di sì in Svizzera, 65,5% in Ticino). In ogni caso, in mancanza di indicazioni in merito, i familiari potranno ancora rifiutare il prelievo di organi del parente defunto.

Ma attualmente qual è la situazione? Nel 2023 il numero di donatori in Svizzera ha superato ogni record, annuncia Swisstransplant, la Fondazione nazionale per il dono e il trapianto di organi, precisando che «con 200 donatori post mortem, l’aumento è di oltre un quinto (il 22% in più) rispetto all’anno precedente».

Un elenco ancora troppo lungo

Snocciolando le cifre, emerge che in totale sono stati trapiantati 584 organi (nel 2022 erano 469, vedi grafico). A beneficiare di queste operazioni sono state 565 persone: in 19 casi, i pazienti hanno ricevuto un trapianto multiorgano.

La lista d’attesa per ricevere un organo è però ancora lunga. Anzi, lunghissima. Alla fine del 2023, in Svizzera, erano ancora 1.391 le persone in attesa di almeno un organo (nel 2022 erano 1.442 e l’anno prima 1.434). Sono 65 le persone residenti in Ticino presenti sull’elenco, secondo i dati aggiornati comunicati al CdT da Stephanie Balliana, responsabile della comunicazione di Swisstransplant.

Non sempre, purtroppo, un organo arriva in tempo: l’anno scorso sono decedute ben 92 persone che figuravano sulla lista d’attesa. «Un numero mai raggiunto prima», si rammarica la Fondazione.

Identità elettronica

C’è infatti un grande ostacolo: «Troppo spesso non si conosce la volontà della persona deceduta. In questi casi, la maggior parte dei parenti decide di non donare gli organi», ci spiega Balliana. Anche per questo motivo si attende con una certa impazienza il via libera al cambio di paradigma. Quest’ultimo, tuttavia, non avverrà prima dell’attesa introduzione dell’identità elettronica statale.

Nel marzo del 2021, gli elettori svizzeri (con il 64,3% di no, il 55,8% in Ticino) avevano respinto la «legge sull’Ie», ma lo scorso novembre il Consiglio federale è tornato alla carica con un nuovo progetto. Ora la questione è sui banchi del Parlamento e l’obiettivo è che questa nuova identità digitale sia disponibile in Svizzera a partire dal 2026. Solo in seguito verrà introdotto il registro dei donatori.

Guarigione più rapida

Il cambio di modello - o di paradigma - in ogni caso non permetterà di risolvere completamente la carenza di donatori. «Anche nei Paesi con un gran numero di donatori, ci sono persone che non possono ricevere un organo in tempo. Tuttavia, in questi Paesi, le persone interessate devono aspettare molto meno tempo per avere un nuovo organo. Ciò significa che la loro malattia è meno avanzata al momento del trapianto. E questo si traduce in una guarigione più rapida e migliore», tiene a precisare Balliana.

Stando a un’indagine demoscopica dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), condotta lo scorso anno, il 51% della popolazione ha comunicato le proprie volontà ai familiari; circa il 31% le ha registrate per iscritto (ad esempio sulla carta per donatori o sul testamento biologico). «I parenti restano importanti e l’espressione verbale delle volontà è fondamentale», riassume l’UFSP, ricordando anch’esso che «la domanda di organi è sempre superiore all’offerta. E ciò anche nei Paesi con un alto tasso di donazione».

La Svizzera conta in totale sei centri di trapianto (Ginevra, Losanna, Berna, Basilea, Zurigo e San Gallo), nessuno dei quali a Sud delle Alpi. Oltre a ciò, ci sono cinque reti di donazione di organi: il Ticino, insieme alla Svizzera francese, è inserito nel «Programma latino di donazione di organi»: il numero di donatori provenienti da questa regione, nel 2023, si attestava a 52, ci spiega Swisstransplant.