Il progetto

Teleriscaldamento pronto all’espansione a Locarno, con «Verbano 2030»

Pubblicato il primo bando di concorso per «Verbano 2030», una proposta che si aggiunge ad altre simili in Città - L’idea alla base è sfruttare le acque del Lago Maggiore per portare calore al quartiere Rusca-Saleggi, voltando le spalle al fossile
La centrale della Morettina è operativa dagli anni ’90 © CdT/Archivio
Red. Locarno
13.06.2024 13:30

La rete di teleriscaldamento «ecologico e verde» a Locarno si espande. Da un primo impianto nel 1997-nel quartiere Morettina, a opera della Calore SA e ancora oggi in uso-al nuovo progetto «Verbano 2030» (sempre della stessa azienda) del quale è stato pubblicato martedì il bando di concorso per i primi scavi («ID progetto»: 282228). Senza dimenticare, poi, quello (ripreso però dal Locarnese Ente Acqua sfruttando acqua di falda) nel nucleo storico della Città Vecchia, un investimento di tre milioni per sostituire i vetusti bruciatori a gasolio. Nell’ultima visione del progettista di Monte Carasso (fra l’altro una società compartecipata della Società Elettrica Sopracenerina e dell’Azienda Elettrica Ticinese), il calore del lago Verbano sarebbe estratto per mezzo di termopompe e distribuito lungo le vie della città attraverso una rete di condotte interrate dalla centrale in zona Lido.

Un investimento di 14 milioni con un ambizioso termine indicato nel prospetto pubblicato sul sito internet: prima fornitura di calore prevista già nel corso di quest’anno, per il primo impianto dedicato al quartiere Rusca-Saleggi.

Addio «vecchio» combustibile

La fonte «rinnovabile e locale» garantirà non solo il riscaldamento degli interni, ma anche l’acqua calda degli edifici allacciati e durante tutto l’anno. Addio alle tradizionali caldaie, quindi. Spesso vecchie e di sicuro poco ecologiche. Una scelta che volta le spalle ai combustibili fossili, insomma, e che dalla sua ha pure una serie di vantaggi economici, grazie alla stabilità dei prezzi. Ma il «2030» indicato nel progetto? Il direttore della Calore SA, Vinicio Curti, aveva spiegato a suo tempo al Corriere del Ticino come l’auspicio sia «iniziare con il quartiere Rusca-Saleggi, ma in futuro l’idea sarebbe sviluppare la rete ad altre zone di Locarno e anche ad altri comuni».

L'aera d'azione del progetto «Verbano 2030»
L'aera d'azione del progetto «Verbano 2030»

Per azzerare le emissioni

Un’iniziativa che viaggia sull’onda della nuova politica energetica, che entro il 2050 intende azzerare le emissioni di gas serra derivanti dal parco immobiliare elvetico. Oggi, infatti, oltre il 60% del calore, in Svizzera, è ottenuto da combustibili fossili. Il teleriscaldamento, secondo quanto rimarcano i promotori del progetto Verbano 2030, sfrutta fonti energetiche rinnovabili, è efficiente e semplice, oltre a beneficiare di incentivi in caso di riconversione di impianti esistenti legati a fonti fossili.

L’acqua del lago sarebbe scaldata con l’elettricità nella centrale termica (in zona del Lido, appunto) per essere convogliata nelle condotte della rete. Una struttura dalla potenza massima di 8 MW garantirà un’energia termica di 14.000 MWh e sarà in grado di ridurre le emissioni di CO2 fino a 3.000 tonnellate all’anno. 

Infografica con lo schema del funzionamento dell'impianto, tratta dalla brochure di presentazione della Calore SA
Infografica con lo schema del funzionamento dell'impianto, tratta dalla brochure di presentazione della Calore SA

Un potenziale di 150 edifici

Gli edifici allacciati necessari per una partenza ragionata sono almeno una ventina, ma quelli potenziali alla portata della nuova rete sono comunque attorno ai 150, in un quartiere-quello di Rusca-Saleggi-densamente abitato, forse uno dei più popolosi con oltre 6.000 persone. Una buona fetta della cittadinanza di Locarno, in un futuro prossimo potrebbe affidarsi a un vettore di riscaldamento rispettoso dell’ambiente oltre che «affidabile, sicuro e gestito professionalmente: dalla riparazione dei guasti ai rinnovi, passando per la manutenzione o agli adeguamenti normativi, tutto è affidato al fornitore».

A questo proposito, sempre nel volantino di presentazione della società compartecipata, si osserva come gli impianti siano monitorati da tecnici specializzati e sistemi di sorveglianza, oltre a essere dotati di meccanismi di allarme che allertano i centri di controllo permettendo al personale di intervenire prima che si verifichi un guasto.

Si punta anche su consumi trasparenti: «Il contatore fornisce i dati di prelievo del calore ad una rete telematica, offrendo un riscontro preciso dei propri consumi». Al capitolo «Facile da installare» si evidenzia come «lo scambiatore di calore sostituisce la caldaia tradizionale, mentre il resto del sistema di distribuzione del calore negli ambienti (tramite serpentine, radiatori, ecc.), rimane invariato. L’acqua calda è inodore e non sporca. Inoltre, grazie all’assenza di ventilatori o bruciatori, il sistema è assolutamente silenzioso oltre a occupare poco spazio, dato che lo scambiatore di calore è decisamente più piccolo rispetto ad una caldaia».

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