Il reportage

Ticino sotto allarme: come funziona la prova delle sirene

Oltre 500 persone mobilitate nella prova generale di mercoledì scorso: 416 punti sonori, di cui 128 con il temibile «allarme acqua»: «Una guerra è vicino a noi»
Il 99% dei sistemi d'allarme e Alertswiss hanno funzionato alla perfezione, dice l'Ufficio federale della protezione della popolazione dopo l'esame di mercoledì scorso
Jona Mantovan
07.02.2023 09:33

È come un ritornello, ormai lo sappiamo a memoria: «Ogni primo mercoledì di febbraio... c'è la prova delle sirene». Sarà anche merito di quella povera pecora — avrà mai un nome? — schiaffeggiata da un guanto appeso a un braccio a molla, dopo una lunga e complessa trafila di passaggi che ricordano vagamente il cortometraggio «Der Lauf der Dinge» degli artisti svizzeri Peter Fischli e David Weiss (30 minuti, 1987, pellicola 16 mm). Ecco dunque che anche l'ultimo importante appuntamento a livello federale si è svolto nel migliore dei modi: «Il 99% dei sistemi, incluso il nuovo AlertSwiss, ha funzionato alla perfezione», ha fatto sapere l'Ufficio federale della protezione della popolazione. E lo sa bene anche Fabio Girlanda, della Protezione civile Locarno e Vallemaggia (Regione 3). Lui è uno degli oltre cinquecento mobilitati nel cantone per l'«esame generale» edizione 2023. La calda giornata assolata è l'occasione per la presentazione di un impianto, il cui «cervello» è installato nel bunker sotto l'edifico di una sede scolastica a Quartino. «Questo è il pannello di comando», dice aprendo un cassone bianco appeso alla parete. All'interno, varie schede e circuiti. Tutti i componenti sono pulitissimi e collocati in maniera estremamente ordinata. Un pannello in plexiglas protegge ulteriormente le varie sezioni. Questo è soltanto uno dei 416 punti in Ticino, 128 dei quali abilitati anche per lanciare il temibile «allarme acqua». È un cantone pronto a scattare in caso di emergenza, insomma. Pronto a farsi sentire. 

«Il sistema può funzionare anche a batteria». In effetti, due grandi blocchi «color giallo posta» sono proprio lì, in primo piano. Subito sopra, quasi al soffitto, è ancorato un armadio simile ma più piccolo, con la scritta «Polyalert» in maiuscolo. «Quello è il quadro per la ricezione del segnale di allerta. È importante che le quattro spie verdi siano accese. Significa che tutto funziona bene. Se ce ne fosse una rossa, potrebbe esserci un problema di alimentazione elettrica o altro».

Intanto, in una sala riunioni al Centro istruzione della Protezione civile a Rivera, Giuseppe Prezzemoli fa il punto della situazione. Una grande cartina del Ticino occupa lo schermo gigante grande quasi quanto la parete di fondo. La mappa è ricoperta da una miriade di punti rossi inseriti all'interno di cerchi azzurri. «È il colpo d'occhio di tutti i luoghi in cui esiste un apparato». I famosi 416, appunto. «Ognuno ha un raggio di sonorizzazione — spiega l'esperto, che lavora per la sezione del militare e della protezione della popolazione —. Questi cerchi in azzurro. Vediamo che si sovrappongono sulla cascata di sirene. Questo significa che tutto il territorio è coperto dal suono». 

L'ultima parte di verifica riguarda le sirene, da cui è diffuso una sorta di fruscìo per confermare che stanno funzionando in maniera corretta

Diagnostica sulla punta delle dita

Sirene pronte a fare il loro dovere in caso di pericolo di frane, esondazioni, inondazioni oppure grandi incendi. «Dividiamo il territorio in Sopraceneri e Sottoceneri. Quest'ultimo dispone unicamente di sirene in grado di diffondere il cosiddetto "allarme generale", mentre nelle valli a nord del Ticino, dove ci sono le dighe, abbiamo 128 sirene in grado di emettere anche l'allarme acqua. Si tratta di un segnale particolarmente cupo. Chi lo sente dovrebbe capire al volo di lasciare immediatamente il luogo in cui si trova».

Fabio Girlanda, dal pannello di Quartino, pigia una serie di pulsanti su una tastierina simile a quelle di alcuni cancelli o cassette di sicurezza. La procedura che sta seguendo farà partire una sorta di «autoesame» delle componenti cruciali dell'impianto di Quartino. «L'ultima parte di verifica riguarda le sirene, da cui è diffuso una sorta di fruscio per confermare che stanno funzionando in maniera corretta». Sul piccolo schermino verde, una serie di rettangolini neri mostra l'avanzamento dell'«Autotest». In lontananza si sente un brusìo sommesso. All'esterno, le sirene sul tetto dello stabile stanno diffondendo quel che tecnicamente è chiamato «rumore bianco», che assomiglia al suono di una cascata d'acqua. Il volume non è troppo alto, ma si sente in maniera chiara. Dopo qualche secondo, tornano al loro proverbiale e rassicurante silenzio. Un modo discreto per dire «sì, ci siamo e funzioniamo».

Una volta completato il processo, dal pannello è possibile scorrere l'esito della diagnostica: «Tensione, ok. Rete, ok. Caricabatteria, amplificatore 1 e 2... A questo punto, possiamo proprio dire che la sirena è operativa». 

In Ticino, abbiamo deciso di avere un ulteriore punto d'attivazione all'esterno di questi stabili. L'operatore incaricato può far suonare la sirena inserendo una chiave speciale

Una persona per ogni sirena

Giuseppe Prezzemoli proietta una nuova diapositiva. Sullo sfondo bianco ci sono tre rettangoli in verticale, uno di fianco all'altro. «Qui vediamo le varie possibilità di attivazione del nostro sistema di allarme». A sinistra, con la cornice blu, la scritta «Centro comando gestori idrici» e, sotto, un'altra icona con l'indicazione «Dighe». Al centro, un rettangolo dalla cornice nera: «La prima opzione è il posto comando della polizia cantonale, a Bellinzona. È la sede della "Cecal", la Centrale comune di allarme. La ridondanza del sistema che troviamo a Bellinzona la abbiamo a Lugano, nella centrale della polizia comunale. Tutto quello che fa il sistema di Bellinzona può essere eseguito anche da quello di Lugano». Da queste centrali, insomma, tramite un pulsante è possibile far suonare i vari allarmi.

Spostandosi sulla destra, indica l'ultimo rettangolo, con una cornice arancione. «Un'ulteriore possibilità, la troviamo all'interno degli stabili stessi, accedendo a un quadro interno. Ma non solo. In Ticino, abbiamo deciso di avere un ulteriore punto d'attivazione all'esterno di questi stabili. Ci permette di evitare la gestione di troppe chiavi, troppi accessi diversi, perdendo tempo prezioso per aprire vari cancelli. L'operatore incaricato, in qualsiasi momento, può attivare il dispositivo inserendo una chiave speciale».

Ogni sirena deve avere una persona di riferimento, più due sostituti. «Normalmente, si tratta di impiegati delle amministrazioni comunali». 

Oltre ai singoli territori comunali, abbiamo anche una pianificazione più ampia. Si può vedere che le singole sirene appartengono anche a dei gruppi

Tutto sotto controllo

Sulla lavagna digitale ora appare una tabella. Prezzemoli ha appena aperto il servizio in rete nel programma di navigazione. «È il programma che usiamo per pianificare e riprogrammare nel dettaglio il sistema d'allarme. Vediamo, comune per comune, il numero di dispositivi sui rispettivi territori. Per esempio qui —, indica con una penna — vediamo il comune di Mendrisio, con 15 installazioni. Aprendo la scheda, possiamo anche sapere dove si trovano, con le coordinate geografiche. Vediamo i nomi delle persone incaricate per l'attivazione». Un paio di clic ed ecco che la tabella ha un aspetto leggermente diverso. «Oltre ai singoli territori comunali, abbiamo anche una pianificazione più ampia. Si può vedere che le singole sirene appartengono anche a dei gruppi. Prendiamo per esempio la diga di Contra. C'è un gruppo composto dalle sirene in tutte le zone che potenzialmente potrebbero essere inondate».

L'esperto sottolinea come questa pagina sia identica a quella sugli schermi delle centrali di polizia sia di Bellinzona sia di Lugano. «Con una funzione aggiuntiva, però: quella che permette l'attivazione reale del dispositivo di allarme». 

Se si apre quel pannello, si fa scattare un sensore che avvisa l'azienda incaricata di sorvegliare il sistema

L'avviso anche in ucraino

Le prove delle sirene, in Svizzera, si svolgono dal 1988. All'inizio due volte all'anno, poi solo una. Quella del primo mercoledì di febbraio, appunto. «Per fortuna, non sono mai state utilizzate per un evento reale. Ma oggi viviamo in un momento storico molto complesso, anomalo direi. C'è un fronte dove si sta consumando un conflitto armato, molto vicino a noi, che siamo nel cuore dell'Europa. Anche per questo motivo abbiamo deciso di diffondere le informazioni relative alla prova delle sirene anche in lingua ucraina. Sul nostro territorio ospitiamo un numero importante di persone che provengono da zone dove il conflitto armato è in corso. Abbiamo ritenuto che, essendo una popolazione abbastanza numerosa, potesse essere d'aiuto poterle informare nella loro lingua madre».

A Quartino, Girlanda ha terminato la presentazione delle varie componenti. È ora di chiudere il rifugio fino alla prossima attività. «Se si apre il pannello più in alto, quello con la scritta "Polycom", si fa scattare un sensore che avvisa l'azienda incaricata di sorvegliare il sistema», annota il tenente della Protezione civile. «Con lo stesso principio, a distanza, sono in grado di capire se la sirena ha funzionato in modo corretto durante le prove».

Se un dispositivo, ad esempio a Locarno. segnala un malfunzionamento o un guasto, qualcuno della Protezione civile della regione andrà sul posto per un primo sopralluogo

Più di una sola modalità

«Il sistema è sorvegliato a più livelli — conferma Giuseppe Prezzemoli —. Ad esempio: se un dispositivo a Locarno segnala un malfunzionamento o un guasto, qualcuno della Protezione civile della regione andrà sul posto per un primo sopralluogo. Questo servirà a valutare la possibilità di recuperare il sistema. Se non è possibile risolvere il problema, incarichiamo l'azienda convenzionata che si occupa della manutenzione e della riparazione».

Sul tetto della sede scolastica di Quartino, a poca distanza dai sei coni emettitori (per una potenza di 750 watt), c'è un altro palo con una sorta di antenna simile ai ricevitori satellitari domestici. «In fin dei conti, è pur sempre un dispositivo di allarme chiamato a funzionare anche se ci sono inghippi o dal punto vista della trasmissione dati — spiega Prezzemoli —. Per questo lavora in due differenti modalità. La prima è legata alla rete sicurezza nazionale Polycom, la seconda è costituita da un modem GSM. Se uno dei due sistemi non dovesse funzionare, la sirena può essere comunque monitorata e accesa».

Un'attività piuttosto frequente, una ventina di casi all'anno, è costituita dalla rimozione degli impianti per l'attesa di lavori edilizi agli stabili che ospitano gli apparati

Smonta e rimonta

«Un'attività che ci occupa parecchio tempo sull'arco dell'anno è costituita dallo spostamento di installazioni d'allarme a causa di ristrutturazioni o modifiche edilizie agli edifici che ospitano gli apparati, come ad esempio una copertura termica aggiuntiva. Dobbiamo disinstallare l'impiantistica, togliere la sirena, attendere che siano eseguite le ristrutturazioni e poi installeremo di nuovo tutto. Questa è un'attività abbastanza frequente, parliamo di una ventina di casi all'anno».

Esercitazioni silenziose

La legge definisce in maniera molto precisa dove vanno collocate le sirene: sono necessarie quelle per l'allarme acqua in presenza di uno sbarramento idrico con una capienza superiore ai due milioni di metri cubi e, nel caso delle sirene che devono poter emettere l'allarme generale, si parla di una popolazione residente di almeno 100 persone. L'obbligo vale per tutta la Svizzera, per tutto il territorio nazionale. Ci sono poi una serie di esercitazioni che le autorità svolgono in maniera «silenziosa». Ecco un elenco ragionato di tutte le situazioni: 

  1. Ogni primo martedì del mese, gli operatori delle centrali operative della polizia cantonale (CECAL) e della Polizia comunale di Lugano (CEOP) eseguono la prova di sistema. Allarme MUTO;
  2. Ogni prima settimana del mese di giugno, gli operatori delle Centrali comando di tutti i gestori idrici eseguono la prova di sistema. Allarme MUTO;
  3. Ogni prima settimana del mese di agosto, gli operatori delle Centrali comando di tutti i gestori idrici eseguono la prova di sistema. Allarme MUTO;
  4. Ogni prima settimana del mese di novembre, su indicazione dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) che ne stabilisce anche la data, è eseguita su tutto il territorio nazionale una prova preliminare (Pretest). Allarme MUTO;
  5. Di regola ogni primo mercoledì del mese di febbraio, su indicazione dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), è eseguita su tutto il territorio nazionale una prova delle sirene in modo produttivo (sonora).
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