Abusi sessuali su fanciulli, licenziato il poliziotto

Il poliziotto in carcere dal 22 luglio scorso con l’accusa di atti sessuali su fanciulli non è più alle dipendenze del Comune del Locarnese per il quale prestava servizio. Il Municipio ne ha infatti deciso la destituzione, ossia il licenziamento. E questo al termine della procedura amministrativa avviata nei giorni immediatamente successivi alla misura privativa della libertà decisa nei confronti dell’agente.
La decisione dell’Esecutivo non è tuttavia cresciuta in giudicato in quanto non sono ancora scaduti i termini di un eventuale ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’uomo sulla cinquantina. La misura adottata dall’Esecutivo del Comune che lo aveva assunto è la più drastica di quelle possibili e deriva dal fatto che nei suoi confronti è evidentemente venuto a mancare il rapporto di fiducia. Il ventaglio di provvedimenti a disposizione dell’autorità di nomina, lo rammentiamo, va dal semplice ammonimento fino, appunto, alla destituzione, o licenziamento che dir si voglia.
Si attende la perizia
Sul fronte dell’inchiesta penale il lavoro degli inquirenti, guidati dal procuratore pubblico Luca Losa, procede per verificare le eventuali responsabilità dell’uomo in merito ai reati del poliziotto. Non solo quelli per i quali l’uomo è finito in carcere, ma anche per altri fatti emersi nel corso delle indagini. Si è inoltre in attesa degli esiti della perizia psichiatrica ordinata dal pp Losa nei confronti dell’agente, in particolare il referto preliminare che dovrà determinare l’eventuale pericolo di recidiva. Anche sulla scorta di questo documento il titolare dell’inchiesta deciderà se, come appare molto probabile, chiedere un’ulteriore proroga della carcerazione preventiva del poliziotto. Proroga che era già stata concessa una prima volta dal giudice dei provvedimenti coercitivi e che scadrà il prossimo 7 ottobre.
Dalla segnalazione all’arresto
Gli atti sessuali con fanciulli che hanno portato alla carcerazione del poliziotto in forze ad un Corpo del Locarnese, sarebbero avvenuti al di fuori della sua cerchia familiare. Al contrario dell’altro episodio che ha fatto scattare gli accertamenti e che è poi sfociato nella carcerazione preventiva dell’uomo nella struttura penitenziaria della Farera: dei maltrattamenti avvenuti, appunto, all’interno del suo nucleo familiare, segnatamente a danno del figlioletto. Maltrattamenti dei quali si sarebbe accorto il personale sanitario che aveva preso in cura la piccola vittima. Da qui la segnalazione alle autorità che hanno fatto partire gli accertamenti per appurare l’origine dei traumi riportati dal minore. Sarebbe stata in particolare l’analisi dei file custoditi nel telefono cellulare del poliziotto a portare al suo fermo, poi tramutato in arresto, con l’ipotesi di reato di atti sessuali con fanciulli.
Possibili altre vittime
Il ragazzino che al momento dei fatti aveva meno di 16 anni non sarebbe l’unica vittima del poliziotto. Ve ne sarebbero altre, stando a quanto è emerso finora dalle indagini. Le attenzioni inopportune nei loro confronti il poliziotto le avrebbe commesse in un periodo antecedente rispetto a quelle per le quali è finito in prigione. Si tratterebbe di fatti commessi quando l’uomo era molto giovane e non indossava ancora la divisa di poliziotto. Molto più recenti, invece, i presunti atti sessuali con fanciulli in relazione ai quali è stato aperto il procedimento penale: sarebbero avvenuti tra cinque e sei anni fa.





