Camionisti furbetti? Si va verso il divieto sulla cantonale

«Il segnale in autostrada è stato rimosso perché non conforme all’ordinanza sulla segnaletica stradale. L’uscita autostradale di Biasca non serve solo la regione tra Pollegio e Giornico, ma dà accesso anche alla Valle di Blenio, alla Riviera e alla zona industriale di Biasca». Sì, ci sono dei camionisti «furbetti» che evitano di finire sotto la lente del Centro di controllo veicoli pesanti (CCVP) di Giornico con un escamotage. Il Consiglio federale, rispondendo negli scorsi giorni all’interpellanza del consigliere nazionale socialista Bruno Storni, conferma l’esistenza del problema. Peraltro noto anche all’Ufficio federale delle strade (USTRA), ha precisato Berna. Aggiungendo che i casi non sono molti. E spesso, comunque, chi tenta di «sfuggire» alle ispezioni dei collaboratori della struttura inaugurata il 2 dicembre 2022 poi viene «beccato» quando si immette di nuovo sull’A2.
Popolazione preoccupata
La situazione è la seguente, evidenziava il parlamentare di Gordola, sollecitato peraltro da numerosi cittadini della bassa Leventina preoccupati per la sicurezza e per l’inquinamento. Alcuni veicoli pesanti sfruttano lo svincolo di Biasca per uscire dall’A2 e, dopo aver attraversato gli abitati di Pollegio e Bodio sulla strada cantonale, rientrano in autostrada in direzione nord dal nuovo semisvincolo di Giornico oppure da quello di Faido. Il Consiglio federale rileva che «il monitoraggio dei flussi viene effettuato primariamente dalla Polizia cantonale ticinese, che controlla i veicoli pesanti su mandato della Confederazione. I risultati mostrano qualche sporadica irregolarità. In questi casi il controllo del mezzo pesante viene poi spesso recuperato al momento del rientro in autostrada».

La palla passa a Bellinzona
Come risolvere il problema, dunque? Per Berna «l’aggiramento potrebbe essere evitato o ridotto con l’installazione, presso la rotonda della strada cantonale di Pasquerio (quella, per intenderci, che si affronta quando si esce dall’A2 a Biasca; n.d.r.), di un segnale di divieto di circolazione per i mezzi pesanti diretti verso la Leventina, prevedendo l’eccezione del servizio a domicilio. Trattandosi di una strada cantonale, la competenza spetta al Cantone, il quale è già stato informato a tal proposito dall’USTRA». Il consigliere nazionale Bruno Storni osservava appunto che in CCPV analoghi, ad esempio Ripshausen e San Vittore, il transito di TIR sulla strada cantonale parallela è vietato: il divieto è segnalato con apposita segnaletica già sulla strada nazionale.
Le sfide future
Il tema è affine. Ma il discorso è generale. E riguarda il trasferimento del traffico pesante transalpino dalla strada alla rotaia che - a detta del Consiglio federale e non solo - «si trova ad affrontare sfide molto importanti». Berna, per il resto, non si sbilancia nel suo parere (datato 20 agosto) riguardo al postulato presentato dal consigliere nazionale Bruno Storni (PS). Il quale chiedeva un’analisi a 360 gradi sulla situazione attuale e sulle prospettive relativamente ad alcuni fattori nonché «quali obiettivi realisticamente possono essere considerati e quali misure ipotizzare per riavvicinarci all’obiettivo di legge» (al massimo 650 mila transiti annui). Il timore del deputato è che quest’anno si possa raggiungere il milione.

Il rapporto pronto in novembre
Il Consiglio federale ha il compito di verificare periodicamente l’efficacia della legge e adottare le misure di sua competenza necessarie all’adempimento dello scopo e al conseguimento dell’obiettivo del trasferimento. Il prossimo rapporto (che viene adottato ogni due anni) unitamente ad eventuali accorgimenti verrà presto sottoposto alle Camere federali. Il documento è infatti atteso per novembre: «Il Consiglio federale non ritiene necessario effettuare analisi approfondite sui punti formulati nel postulato, poiché è lampante che neanche i risultati che si otterrebbero fornirebbero soluzioni politicamente sostenibili e applicabili a livello internazionale. Nel traffico merci su rotaia la Svizzera compie già svariati sforzi per migliorare la produttività con le misure e attività esistenti destinate all’attuazione della politica di trasferimento del traffico. Nel traffico merci su strada i margini di manovra, in particolare per quanto riguarda la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni, sono definiti nell’Accordo sui trasporti terrestri».