Case anziani, prove tecniche in corso per risolvere le criticità
«Abbiamo deciso di organizzare un momento informativo distinto per ciascun settore; durante questo incontro avremo l’occasione di discutere la situazione attuale a di presentarvi gli scenari e le sfide futuri». È con queste parole che la direzione degli Istituti sociali di Chiasso ha deciso di convocare – l’incontro è obbligatorio – i propri collaboratori. Quattro date, nel corso del mese di luglio, dove il personale del settore delle cure e quello del settore alberghiero (cucina, lavanderia, pulizie e manutenzione) potranno, appunto, apprendere cosa aspetti loro nel prossimo futuro. Incontri che seguono quanto emerso all’interno delle case per anziani di Chiasso negli ultimi mesi; ovvero un diffuso malessere dei dipendenti. Malcontento che lo scorso anno ha portato a un’analisi del clima lavorativo e del benessere organizzativo all’interno delle strutture. Analisi affidata – tramite un questionario rivolto ai dipendenti e a una cinquantina di interviste individuali – al Laboratorio di Psicopatologia del lavoro.
Criticità nel settore delle cure
Come riferito dal CdT lo scorso 14 maggio, dal rapporto del Laboratorio è emerso come all’incirca due terzi del personale che aveva risposto al questionario – 123 collaboratori su un totale di 204, dunque circa il 60% – aveva espresso numerose criticità. Questo, va detto, riguarda in larga parte il settore delle cure. Dal settore alberghiero e quello amministrativo, in base alle risultanze dell’analisi, non si evidenziano invece particolari difficoltà.
Lo studio, stando a quanto abbiamo potuto verificare, si è concentrato sull’analisi del clima di lavoro, l’organizzazione, la protezione dell’integrità personale, la gestione del personale, lo stile di conduzione, la carriera e lo sviluppo professionale nonché il benessere psico-fisico. E il risultato, secondo quanto abbiamo potuto appurare, sarebbe abbastanza critico: il Laboratorio avrebbe infatti raccolto significativi elementi di malessere, con risultati negativi in quasi tutte le aree investigate per quanto riguarda il già citato settore delle cure. Più dei due terzi del personale curante avrebbe affermato che non c’è un buon clima di lavoro all’interno delle strutture e questo sarebbe anche da ricondursi a un’importante insoddisfazione rispetto alla relazione con la direzione.
Relazione indigesta
Alla base, inoltre, l’ambiente di lavoro verrebbe percepito come non trasparente e con una mancanza di fiducia reciproca. Questo aspetto, va detto, è stato accomunato anche alla relazione affettiva che intercorre tra due membri della direzione. Relazione che verrebbe percepita come ‘ostacolo’ a una corretta comunicazione. In sostanza gran parte del personale interpellato, in caso di problematiche da risolvere, sarebbe reticente nel rivolgersi a queste figure temendo che le due funzioni non rimangano ben distinte ma si intreccino (a scapito, appunto, di una buona risoluzione del problema).
Una situazione, in generale, ben nota ai quadri della struttura i quali si sarebbero dichiarati consapevoli del clima teso.
Tutto ciò – idealmente pensando al classico cane che si morde la coda – avrebbe portato ad ulteriori problemi, tra i quali l’assenteismo che, negli Istituti sociali di Chiasso, risulta essere superiore alla media nazionale.
Un malessere quindi, che andrebbe a influire anche su altre sfere: oltre a quella di tutelare la salute dei lavoratori non va dimenticata quella degli ospiti (che potrebbero risentire di possibili cali di rendimento e di qualità nell’assistenza).
Correttivi e riorganizzazione
Gli attori in campo – lo si evince anche dall’annunciato ciclo di incontri – sono dunque al lavoro per cercare di apportare i dovuti correttivi affinché torni a regnare il sereno all’interno delle case per anziani della cittadina.
E, secondo le indicazioni del Laboratorio, le misure da implementare sarebbero molteplici. Migliorare la pianificazione dei turni, dotarsi di un regolamento interno che possa contribuire a prevenire e, nel caso, affrontare i problemi inerenti i rischi psico-sociali (come ad esempio il mobbing), promuovere misure orientate alla salute.
Anche l’Esecutivo di Chiasso sarebbe chiamato a intervenire. Come? Introducendo una figura di riferimento per il personale e attivando una formazione per i quadri e il personale affinché vengano tempestivamente risolte eventuali frizioni o contrasti.
Di più: sarebbe ulteriormente necessario riorganizzare la direzione e migliorare la comunicazione ‘verticale’, ovvero tra il personale, i vari responsabili, la direzione e viceversa.
Un rapporto intermedio
Tornando al ciclo di incontri che si terranno nel prossime settimane con i dipendenti delle strutture, il sindaco della cittadina Bruno Arrigoni, da noi contattato, esprime soddisfazione per l’intenzione di voler intraprendere la linea del dialogo.
Questo – ci conferma Arrigoni – anche in attesa che giunga sulle scrivanie dei vari municipali un rapporto intermedio: «Abbiamo chiesto al Dicastero Socialità (diretto da Roberta Pantani, ndr) di esporre quali misure siano state individuate» per risolvere le criticità. Un rapporto che dovrebbe essere pronto nel corso delle prossime settimane.