«Che emozione e che sorpresa! Rappresento la Svizzera a Miss Universo»

«Alla fine è successo, incredibile», esclama Naima Acosta. La 20.enne sta ancora realizzando che dovrà volare da casa sua a Giubiasco alla Thailandia, per la finale di Miss Universo 2025. La vincita della selezione nazionale, a Berna il 27 settembre e come unica ticinese, l'ha fatta incoronare reginetta della Svizzera. E chissà che potrà riceverne una seconda da mettere sul capo, come «leader globale capace di ispirare e promuovere il cambiamento», il 21 novembre. Ma riavvolgiamo il nastro del tempo ai momenti cruciali: «È stata una serata indimenticabile, il momento più emozionante della mia vita. Anche se ho lavorato duramente per sei mesi, non mi aspettavo davvero di vincere. È stata una sorpresa meravigliosa, una grande soddisfazione che mi ha ripagata di tutto l’impegno», confida al Corriere del Ticino godendosi un istante di sole ad Ascona, nel giardino dell'architetto e progettista – nonché amante dell'arte e dell'arredamento d'interni d'autore – Carlo Rampazzi. Da qualche tempo, questo luogo immerso nel verde e ricco di meraviglie è diventato il punto di riferimento della nostra giovanissima interlocutrice.
Dietro il sorriso e la fascia scintillante, c’è una storia fatta di sacrifici e cambiamenti. Dopo aver vissuto nel Locarnese, Naima si è trasferita con la famiglia in Messico, terra del padre Carlos. A Puerto Aventuras ha scoperto l’altra parte della sua cultura, ha praticato arti marziali e ginnastica, e ha trovato la sua passione per l’arte, imparando a dipingere con acquerelli, olio e acrilico. Successivamente, è rientrata nel quartiere bellinzonese dove risiede oggi. «È proprio un bel titolo», dice soddisfatta dall'alto dei suoi 1.82 metri (più una decina abbondante di tacco, taglia 42). Anche se gli impegni non mancano. Da un momento all'altro è passata alla ribalta delle cronache.
«Ho passato la domenica a ringraziare le tantissime persone che mi hanno scritto per congratularsi. Ci tenevo molto a rispondere di persona a tutti». Da quel momento, la sua agenda è diventata fittissima: «Ci sono moltissimi impegni da gestire». Il percorso di Naima è stato intenso fin dall’inizio: ogni sabato eventi in Svizzera, durante la settimana appuntamenti locali, e la costante ricerca di sponsor. Come aveva raccontato, provenire dal cantone «a sud» ha comportato spostamenti lunghi e costosi, ma non ha mai smesso di investire tempo, energie – e anche risorse economiche – in questo sogno.
«Cerco di dare il massimo»
«Le giornate sono davvero intense, ma sono felice di partecipare a ogni evento possibile. Dopo la vittoria, ho ricevuto numerose richieste, soprattutto da fotografi e sponsor. Cerco di fare il massimo per essere presente, anche se non è sempre facile organizzare tutto, proprio perché la preparazione per la Thailandia richiede tempo e attenzione». Naima ha appena concluso un apprendistato come impiegata di commercio e ha già ottenuto l’ammissione a una scuola alberghiera a Malaga, in Spagna. I suoi piani sono cambiati con la vittoria, ma l’istituto si è dimostrato comprensivo, e la aspetta per l’anno prossimo. Nel frattempo, se non dovesse proseguire nel concorso, è pronta a dare una mano come contabile nell’azienda di famiglia, fondata dal nonno e attiva nel settore idraulico.
«Riguardo alla preparazione, posso dire che non si è mai completamente pronti. C’è sempre spazio per migliorare, sia nel portamento che nella capacità oratoria di fronte al pubblico. Anche ora che ho la corona, continuo a lavorare per essere all’altezza della competizione internazionale, dove ci saranno oltre 120 finaliste da ogni dove». Il ritorno in Svizzera, dopo cinque anni in Messico, è stato segnato dal divorzio dei genitori. Naima, allora adolescente, ha trovato sostegno nella famiglia materna, insieme al fratellino Nathan, oggi di nove anni. Questo periodo l’ha resa più forte e consapevole, e ha rafforzato il suo desiderio di trasmettere un messaggio autentico.
La sfilata dei costumi nazionali
Il suo racconto si proietta in avanti. Al di là dell'«ultima partita», c'è in realtà un altro momento che caratterizza il concorso: «Il 19 novembre ci sarà la presentazione dei costumi nazionali, il mio evento preferito fin da bambina. Ogni concorrente indosserà un abito che rappresenta il proprio Paese, e sono felicissima di poter finalmente indossare il mio». Tuttavia né lei né la madre, Francesca Acosta-Chiofalo, intendono svelare dettagli su questo abito particolare, che indosserà per la speciale sfilata. È possibile che il luogo scelto per quest'intervista (il «Selvaggio 14 dell'«artista» Rampazzi) abbia qualche legame con questo aspetto? Per ora, sono solo speculazioni.
Ma cosa significa, ottenere il grande titolo? Ormai è letteralmente a un passo. «Vincere quella finale sarebbe un sogno. Anche solo entrare nella top 30 sarebbe un grande traguardo per la Svizzera, che da anni non riesce a classificarsi. Se dovessi vincere, il titolo comporterebbe un anno di impegni internazionali, viaggi, attività culturali e iniziative benefiche. Miss Universo non è solo un concorso di bellezza: è un’opportunità per conoscere il mondo, aiutare gli altri e promuovere valori importanti».
Un messaggio per il mondo
Un altro «regalo» per la potenziale Miss Universo 2025 è proprio la destinazione: «Sono entusiasta di poter visitare la Thailandia. Ci sarei andata in ogni caso anche senza partecipare alla competizione. Poterlo fare in questo contesto è incredibile. Alloggeremo inizialmente a Bangkok, poi ci sposteremo in altre località come Phuket e Pattaya, sempre in strutture organizzate dal concorso. Ci aspettano visite a templi, spiagge e altri eventi culturali, anche se molti dettagli sono ancora una sorpresa».
Il viaggio sarà anche un’occasione per accogliere nuove esperienze «a braccia spalancate e a cuore aperto», come lei stessa ha detto. Un’opportunità per crescere, conoscere e rappresentare la Svizzera con autenticità, come il messaggio che porta. Il quale, ci tiene a precisare, «è e rimane semper lo stesso». E cioè: «La bellezza è negli occhi di chi guarda. Non esistono standard universali, e ognuno di noi è unico. Più sei autentico, più sei bello, perché nessuno può replicare la tua energia e la tua essenza. Questo è il valore che voglio trasmettere, in Tailandia e ovunque andrò». Naima non nasconde le sue fragilità, e proprio per questo è diventata un simbolo di forza e autenticità. «Non è solo l’aspetto esteriore che conta». E con questo spirito, si prepara a portare il suo messaggio nel mondo.



