Territorio

Circonvallazione, ancora polemiche: l’UDC chiede di ritirare il messaggio

Dopo la risposta di Rösti all’Associazione LEA è arrivata quella di Berna al Cantone – Nelle missive viene ribadito che l’opera è di principio finanziabile all’interno di un Piano di agglomerato
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Lugano
30.10.2025 12:29

Non si placa la polemica apolitica sulla circonvallazione Agno-Bioggio. Nell’edizione di martedì avevamo riferito della risposta del consigliere federale a capo del DATEC, Albert Rösti, all’Associazione LEA, che aveva chiesto lumi in marito a un possibile finanziamento da Berna della variante in galleria scartata dal Cantone. Nella missiva, datata 20 ottobre Rösti ha in sostanza ribadito quanto detto dal Consiglio federale lo scorso agosto in risposta a un’interpellanza di Piero Marchesi. Ossia che «in linea di principio» un finanziamento nell’ambito di un Piano di agglomerato. Tenendo presente che un’opera deve essere integrata in una strategia globale dei trasporti e deve essere coordinata con lo sviluppo degli insediamenti. «Lo scorso agosto, a seguito di una mia interpellanza, da Berna era arrivata una conferma chiara: un finanziamento federale per la circonvallazione Agno-Bioggio era possibile. Un’indicazione che avevo anticipato quasi un anno prima, visto che me l’aveva fornita il Consigliere federale Albert Rösti in un colloquio privato», ha scritto il presidente dell’UDC e sindaco di Tresa, Piero Marchesi. Il Dipartimento del territorio – e in particolare il direttore Claudio Zali – ha scelto di non muoversi, rifiutando di chiedere i fondi, o anche solo di incontrare Rösti. La risposta ufficiale del Consigliere federale all’associazione LEA conferma quanto avevo detto allora: la disponibilità della Confederazione c’era».

Restava aperto un altro capitolo, ossia una risposta ufficiale del DATEC al Cantone, che pure aveva chiamato in causa il Consiglio federale lo scorso 1. ottobre. Ebbene, la lettera di Berna, datata 27 ottobre (lunedì), è arrivata proprio martedì mattina. E la risposta è in sostanza la stessa di sempre: un finanziamento è ammissibile se inserita in un Programma d’agglomerato e valutata secondo i criteri previsti. Essendo scaduti i termini per presentare il PAL5, se ne potrà parlare con il PAL6. Ossia non prima del 2029.

Le reazioni politiche da parte dell’UDC non si sono fatte attendere. In un’interpellanza, i deputati Alain Bühler e Raide Bassi affermano che «il Consiglio di Stato ha scritto a Berna non per aprire finalmente un percorso di progetto condiviso con le autorità, bensì per ottenere una conferma utile a proseguire con l’impostazione del Messaggio già licenziato, cioè la variante di superficie». In sostanza, «il Governo avrebbe operato per farsi dire di no, malgrado l’apertura al finanziamento mostrata dal Consiglio federale. La risposta datata 27 ottobre, tuttavia, non avrebbe fornito la copertura politica auspicata dal DT». Se così fosse, scrivono Bühler e Bassi, «saremmo di fronte a una grave contraddizione politica e procedurale». Nell’interpellanza (9 le domande), i democentristi chiedono se il Consiglio di Stato è intenzionato a ritirare il Messaggio già licenziato e a ripresentare un progetto della variante interrata. Dal canto suo Zali ha affermato a la Regione che chiederà un altro incontro a Berna «Ma restiamo convinti che la risposta resterebbe negativa. Però la vogliamo subito, non fra cinque anni con il PAL6».

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