Le bordate di Agno contro la circonvallazione

(aggiornato alle 15.05) - «Siamo sconcertati e risentiti. Il messaggio del Governo per la realizzazione della circonvallazione con la tratta Piodella-Vallone a cielo aperto va ritirato». Firmato: il Municipio e il Consiglio comunale di Agno. La missiva è stata inviata oggi all’attenzione del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio. L’oggetto è appunto la variante in superficie della circonvallazione, uno scenario che il Comune non intende accettare. Tanto da aver già annunciato battaglia.
Un incontro con la Gestione
La circonvallazione con una strada in superficie fra l’aeroporto e il Vallone, lo ricordiamo, era stata presentata lo scorso 4 giugno in conferenza stampa. Costo stimato: 337 milioni di franchi, mentre per la variante con lo stesso tratto in galleria ne sarebbero serviti 500. Troppi, per il Dipartimento del territorio. Da lì, come avevamo anticipato più di un anno fa, la decisione di virare su un tracciato più impattante per il paesaggio ma politicamente molto più complesso da far «digerire». A conferma di ciò, il giorno stesso della presentazione del messaggio a Palazzo delle Orsoline, la Conferenza dei sindaci del Malcantone non le aveva mandate a dire, esprimendo «profonda indignazione e sconcerto» per la decisione di portare avanti il progetto in questa forma «malgrado il chiaro e unanime invito a sospendere l’iter e rivalutare la variante interrata». Ma non solo: lo scorso 16 giugno la Conferenza aveva pure scritto alla Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio – che dovrà esprimersi sulla richiesta di credito per l’opera – chiedendo un incontro «per poter illustrare le ragioni della nostra posizione, nell’ottica di un confronto aperto e costruttivo». Dallo scritto, che il Corriere del Ticino ha potuto consultare, si intuisce che la i Comuni non molleranno facilmente la presa: «Si richiama l’attenzione della Commissione sul fatto che – si legge – , qualora si decidesse di sostenere il progetto nella forma attuale, esiste un concreto rischio che esso vanga respinto in sede popolare, oltre che bloccato per decenni per i ricorsi già annunciati da attività economiche e privati che verrebbero fortemente penalizzati dall’opera». Unica voce fuori dal coro, va precisato, è stata quella di Bioggio: pur esprimendo solidarietà ai vicini di casa di Agno per l’impatto che la nuova variante avrebbe sul loro territorio, il Comune ritiene che questo progetto, nel suo complesso, non possa più attendere.
Decisione unanime
Ma torniamo ad Agno. Sette giorni dopo la presentazione del messaggio governativo, l’11 giugno, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità (19 voti favorevoli) «la decisione di prendere posizione contro (…) la circonvallazione a cielo aperto (...), trasmettendo una lettera congiunta del Municipio e del Consiglio comunale, indirizzata al Gran Consiglio ed al Consiglio di Stato, entro la fine del corrente mese di giugno». Eccoci dunque alla giornata di oggi, quando la lettera è effettivamente stata inviata. Nella missiva, Municipio e Consiglio comunale di Agno «esprimono sconcerto e risentimento per l’operato del Dipartimento del territorio, che ha portato avanti il progetto senza tenere conto delle esigenze e delle preoccupazioni del Comune e della sua popolazione». E ancora: «La realizzazione del tracciato a cielo aperto nella tratta Piodella-Vallone è inaccettabile per il Comune di Agno, che aveva dato la sua disponibilità a considerare l’opzione del tracciato a lago solo a condizione che fosse realizzato completamente in galleria». Municipio e Consiglio Comunale chiedono pertanto che il Messaggio governativo «venga ritirato e che Cantone e Comuni cerchino insieme soluzioni alternative condivise». Legislativo ed Esecutivo comunali auspicano «che il Gran Consiglio verifichi se e come il Consiglio di Stato si è attivato con la Confederazione per ottenere un finanziamento della Circonvallazione Agno-Bioggio interamente in galleria».
«Non siamo contro la circonvallazione. Siamo per una soluzione a salvaguardia del territorio e da poter lasciare alle future generazioni», ha affermato il sindaco Thierry Morotti. «Il compromesso che è stato proposto è frettoloso e approssimativo. Per noi è uno schiaffo: non accetteremo mai una soluzione che divida il comune».
Il sondaggio
La palla, ora, è nel campo del Gran Consiglio, e meglio della Gestione. Dal canto loro, i Comuni interessati dal progetto – Agno, Bioggio, Caslano, Magliaso, Manno, Muzzano, Neggio, Tresa e Vernate – potranno dire la loro nell’ambito di un sondaggio che si svolgerà il prossimo autunno e sarà preceduto da serate pubbliche informative. Non va poi dimenticato che il progetto, finora curato dal direttore del DT Claudio Zali, è destinato ad avere un nuovo referente politico, ossia Norman Gobbi. Il direttore delle Istituzioni assumerà infatti la conduzione della Divisione delle costruzioni. Sentito dal CdT l’11 luglio scorso, dopo la formalizzazione del cosiddetto «mini-arrocco» dipartimentale, Gobbi aveva affermato che «ascoltare la voce dei Comuni è importante». E proprio queste serate pubbliche saranno fondamentali per «tastare il polso della situazione. Va però detto che il Malcantone non si è sempre mostrato compatto su questo dossier: forse è mancata una visione d’insieme che avrebbe potuto fare la differenza». In ogni caso, Morotti non si fa illusioni: «Credo che il Governo rimanga su questa posizione. Speriamo che questa nostra presa di posizione possa portare a un ripensamento».