Il caso

Discussione rimandata sulla vicenda Unitas

L’interpellanza interpartitica sulle presunte molestie all’interno dell’associazione è stata trasformata in un’interrogazione – Le risposte del Consiglio di Stato dovrebbero arrivare mercoledì
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
23.01.2023 21:59

Le prime risposte sui casi di presunte molestie perpetrate da un ex dirigente in seno all’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana (Unitas) potrebbero arrivare mercoledì.

La vicenda, resa pubblica a inizio 2022 dopo la denuncia di un gruppo di soci dell’associazione, aveva fatto scattare una serie di interpellanze, l’ultima delle quali (firmata da Verdi, UDC, Centro/PPD, PLR, Più donne e Lega) avrebbe dovuto essere discussa proprio oggi pomeriggio in aula. Tuttavia l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio (dove siedono tutti i partiti che fanno gruppo in Parlamento) ha deciso di trasformarla in un’interrogazione. Le risposte del Governo, quindi, saranno scritte e non orali (come invece richiedono le interpellanze, che permettono poi di aprire la discussione in aula). Una scelta che non ha mancato di far discutere il plenum.

Il deputato Matteo Pronzini (MPS) ha subito avanzato una proposta d’ordine: interrompere la seduta e permettere al primo firmatario dell’interpellanza (il deputato dei Verdi Marco Noi) di chiedere l’introduzione del tema all’ordine del giorno. La proposta è stata bocciata con 46 voti contrari, 22 favorevoli (MPS, Verdi, PS, Più donne e parte dell’UDC) e 1 astenuto.

Urgente o no?

A rilanciare la questione, poco dopo, è stato lo stesso primo firmatario dell’atto parlamentare, il deputato Marco Noi. «Prendo atto che la mia interpellanza è stata trasformata in interrogazione. Avrei una domanda, perché rispetto a quanto sentito nelle interviste ad alcuni capogruppo, della mia interpellanza non si è contestata tanto la mancanza dell’urgenza (ndr. ossia uno dei due criteri, assieme a quello dell’interesse pubblico, per trasformare un’interpellanza in interrogazione), bensì il fatto che il numero di domande (ndr. 13) non rendeva possibile una risposta nei dieci minuti concessi al Consiglio di Stato per rispondere. E si è detto anche che le risposte sarebbero arrivate in poco tempo. Con la possibilità di avere un dibattito nella prossima seduta. Avremo la possibilità di riprendere il tema e discuterne pubblicamente?». A rispondere, come da prassi, è stata la presidente del Gran Consiglio, Gina La Mantia: «L’Ufficio presidenziale (UP) mantiene la decisione (di trasformarla in interrogazione, ndr). La risposta arriverà a breve. Se vuole fare una discussione generale la prossima seduta, il modo corretto di procedere è ripresentare un’altra interpellanza».

A questo punto si è quindi aperto un breve dibattito sull’opportunità di trasformare l’atto parlamentare, una prassi introdotta dallo stesso Gran Consiglio in questa legislatura. «Se non c’era l’urgenza adesso, perché dovrebbe esserci la prossima volta?», ha ad esempio chiesto Pronzini, criticando l’agire dell’UP. «La mia perplessità è simile a quella del collega. Mi vedo in difficoltà a negare che non vi sia interesse pubblico o urgenza riguardo all’interpellanza. Trovo che questo modo di procedere stia causando una diminuzione dei poteri di questo Parlamento», ha invece commentato Tamara Merlo (Più donne). «Sembra quasi che le interpellanze scomode, in cui si potrebbe chiedere la discussione generale, siano trasformate in interrogazioni...», ha affermato il leghista Massimiliano Robbiani. «Ritengo che l’UP non abbia svolto un compito corretto nel reputare che non ci sia urgenza (...) e penso sia fondamentale la prossima seduta di Gran Consiglio fare questa discussione. E vorrei chiedere anche quando, più precisamente, arriverà la risposta scritta», ha dichiarato il co-presidente del PS Fabrizio Sirica. «Verrà sottoposta al Consiglio di Stato mercoledì», ha risposto La Mantia. «Abbiamo votato per modificare questo sistema. Le regole sono cambiate, adeguiamoci. È l’ufficio presidenziale che decide. E nessuno toglie niente a nessuno, se non il diritto di fare uno show davanti ai giornalisti», ha invece affermato la deputata Giovanna Viscardi (PLR).

Insomma, presto arriveranno le risposte del Governo. Ma resta da capire se soddisferanno, o meno, il plenum. In questo senso il deputato Noi, interpellato dopo la seduta, ci ha confermato che non esclude di ripresentare il tema in aula. «Avrei preferito discutere del tema già oggi. Ma preso atto della decisione dell’UP, ora attendiamo le risposte del Governo. E in questo senso non escludo di riportare il tema in Parlamento a febbraio».

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