Don Rolando Leo, la difesa chiede la scarcerazione e una pena massima di 36 mesi

«Chiedo che al termine di questo dibattimento don Rolando Leo venga scarcerato». L’avvocato Marco Masoni, patrocinatore del sacerdote già cappellano del Collegio Papio di Ascona, si è battuto per una massiccia riduzione della pena di 5 anni e mezzo chiesta dalla pubblica accusa. Il legale ha chiesto che il 56.enne venga condannato ad una pena massima di 36 mesi parzialmente sospesi e che il periodo da espiare non ecceda il periodo di carcerazione già sofferta, ossia un anno e qualche giorno, dato che il presbitero venne arrestato il 7 agosto del 2024. «La sua colpa è indubbiamente grave per quanto attiene ai fatti commessi ai danni di due delle sue vittime, di media gravità per gli altri episodi ammessi», ha argomentato il legale durante la sua arringa.
Sì, perché per la coazione sessuale nei confronti di quattro ragazzi che l’accusa ha inserito nell’atto d’accusa, l’avvocato Masoni ha chiesto il proscioglimento del suo assistito in virtù del principio «in dubio pro reo». «Don Rolando Leo ha ammesso le sue colpe, conscio della gravità delle stesse. Senza le sue ammissioni non si sarebbe arrivati ad individuare le vittime delle sue malsane attenzioni. Quindi non si può dire che non abbia collaborato con gli inquirenti», ha aggiunto l’avvocato Masoni, il quale ha ricordato che il progetto di vita del suo patrocinato è quello di trasferirsi in una struttura in Brianza che accoglie sacerdoti in difficoltà. «È consapevole che il percorso di riabilitazione sarà lungo e difficile, ma anche che è assolutamente necessario seguirlo», ha chiosato l’avvocato Masoni.
«Ragazzi usati come oggetti sessuali»
In precedenza avevano preso la parola gli avvocati Felice Dafond e Claudia Solcà, patrocinatori di tre delle vittime di don Rolando Leo, tra cui anche il ragazzo che, con le sue confessioni all’amministratore apostolico e poi la denuncia al Ministero, aveva dato il là all’inchiesta. I due legali, associandosi alla richiesta di pena formulata dalla pubblica accusa e chiedendo risarcimenti per torto morale compresi tra i 10.000 ed i 2.000 franchi, hanno insistito sulle conseguenze che le malsane attenzioni di don Rolando Leo hanno avuto e continuano ad avere sulle sue vittime. «Le ha usate come oggetti sessuali solo per soddisfare le proprie pulsioni sessuali», ha ribadito l’avvocato Claudio Solcà, evidenziando come i ragazzi abusati dal sacerdote erano tutti giovani problematici oppure che stava attraversando un momento complicato della loro esistenza. Vittime che sono state tradite proprio negli ambiti in cui avrebbero dovuto essere protetti.
La comunicazione della sentenza è attesa per il tardo pomeriggio odierno, indicativamente alle 18.