Il punto

Ecco cosa cambia da domani alla frontiera

Da domani, la Svizzera allenta le misure restrittive ai confini, a certe condizioni sono permessi i ricongiungimenti familiari - Dopo settimane di decreti italiani, ordinanze e limitazioni svizzere ai valichi non è facile districarsi - Vediamo tappa per tappa quello che è successo
© CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
10.05.2020 19:30

La pandemia ha provocato la chiusura di quasi tutte le frontiere d’Europa. Restrizioni di transito in entrata e in uscita da un Paese sono state una delle primissime misure messe in atto dai Governi del Vecchio Continente per cercare di frenare la curva dei contagi. Già. Sembrano passati anni da quando in alcuni aeroporti italiani l’unica strategia prevista era un termometro per misurare la temperatura corporea di chi atterrava. Eravamo ai primi di febbraio, la COVID-19 sembra cosa da poco. Oggi, a tre mesi di distanza, quelle innocenti misure fanno quasi sorridere. Sì, l’ondata è arrivata ovunque: violenta, mortifera, sconvolgente. Solo ora si comincia a parlare di «fase 2», di deconfinamento, di allenamento delle misure. Ma lì, sul confine, cosa cambia? Se lo chiedono in molti: noi ticinesi in primis, abituati come siamo ad andare al di là della frontiera per svariati motivi.

«Non recatevi in Italia»

Andiamo con ordine, e rinfreschiamoci la memoria. Quando sono cominciate le restrizioni sul confine? Siamo nel secondo fine settimana di marzo: un sabato e una domenica confusi, soprattutto per i frontalieri. Il premier Conte, tramite decreto (il famoso decreto «blocca Lombardia»), inizialmente semina il panico fra i lavoratori italiani in Svizzera. Si passerà? Non si passerà? Il chiarimento arriva domenica pomeriggio. Una schiarita: i possessori di un permesso G potranno entrare in Ticino, previa lettera di accompagnamento del datore di lavoro che attesti lo stato di necessità. Da Berna, solo un consiglio ai cittadini rossocrociati: «Non recatevi in Italia». Da quel giorno, lungo un confine sempre più controllato ma meno frequentato, è un’escalation di misure stringenti, da una parte come dall’altra.

L’ordinanza federale

Aumentano i contagi in Ticino, si registra il primo decesso nel nostro cantone. E la pressione su Berna per chiudere le frontiere aumenta ora dopo ora. Intanto (siamo all’11 marzo) il Governo cantonale dichiara lo stato di necessità mentre lungo la frontiera la strategia è quella di chiudere progressivamente tutti i valichi secondari, per consentire un miglior controllo di quelli principali. Il 13 marzo ecco l’ordinanza federale che, di fatto, impedisce il transito per la Svizzera. Dall’Italia possono entrare solo cittadini svizzeri, dimoranti e persone con motivi professionali (frontalieri) e in situazione di assoluta necessità. Il traffico merci e di transito resta consentito. È un nuovo, importante capitolo nella strategia di protezione dei confini nazionali.

Le tre tappe

Le restrizioni proseguono anche al di là del confine. In Italia un altro decreto del premier Conte chiude del tutto i confini nazionali il 26 marzo. Da quel giorno in poi la situazione rimane immutata. Fino alla prima apertura, che arriva però da Berna. La Svizzera annuncia il suo piano di ritorno alla «normalità» in tre tappe: 27 aprile, 11 maggio e 8 giugno. Da domani verranno allentate le frontiere, dopo che da giorni si susseguono le riaperture dei valichi secondari. Sarà nuovamente possibile per i cittadini svizzeri e dell’UE il ricongiungimento familiare nella Confederazione. Già. Ma cosa significa, esattamente? Le normative riguardano, appunto, la Svizzera. L’Italia attualmente ha numerose restrizioni di transito ancora attive. Ad ogni modo: dall’11 maggio dall’Italia potranno arrivare familiari di persone che vivono in Svizzera, anche senza che esse detengano titoli di soggiorno o un passaporto svizzero. Ma attenzione: è consentito unicamente il passaggio di confine che prevede una sola andata. Detto in altre parole, chi rientra nella vicina Penisola dovrà rimettersi alle normative italiane, che prevedono una quarantena obbligatoria di 14 giorni. Fanno eccezione i frontalieri e chi si sposta per motivi di salute. Per una maggiore circolazione delle persone, bisognerà attendere ancora. Molto dipenderà da cosa deciderà di fare il Governo Conte. Le attuali regole saranno in vigore fino al 17 maggio.

«Valmara è da riaprire»

Resta chiuso il valico di Valmara, e i sindaci della Valle d’Intelvi non ci stanno. Chiedono che venga riaperto per evitare il collasso alla dogana di Gandria.

Le vacanze non sono permesse

Il ricongiungimento dei membri della famiglia significa residenza permanente in Svizzera e non visite o vacanze in Svizzera. A partire da domani, i familiari di cittadini svizzeri e di cittadini dell’UE/AELS con permesso di soggiorno L, B e C potranno ricongiungersi alle loro famiglie. Nel caso di cittadini di Paesi terzi, il coniuge e i figli fino a 18 anni sono considerati familiari. Nel caso dei cittadini dell’UE/AELS, il ricongiungimento familiare è possibile per il coniuge e i figli fino a 21 anni o più, se viene loro concesso il mantenimento.

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