Gli studenti a Casa Marta: «Un’idea che funziona»

Una convivenza che, a un paio di settimane dalla ripresa dell’anno scolastico, sta raccogliendo consensi e soddisfazione. Stiamo parlando di quella tra gli studenti che hanno trovato un alloggio negli spazi di Casa Marta e gli ospiti che già vi risiedono. Un’iniziativa nata come progetto pilota per sfruttare al meglio gli spazi della struttura di accoglienza - destinata a persone che si trovano in difficoltà e che temporaneamente non dispongono di un alloggio - offrendo una soluzione agli allievi che devono affrontare lunghe trasferte per raggiungere gli istituti dove studiano, dopo la chiusura della Casa dello studente, avvenuta a fine giugno. Il Dipartimento dell’Educazione, della cultura e dello sport (DECS) aveva accolto con favore la proposta della Fondazione Casa Marta, definendo l’idea «una soluzione concreta e sostenibile».


Anche sportivi di élite
E, in effetti, la soluzione è stata fin da subito molto apprezzata sia dagli studenti che dai genitori, come spiega direttore di Casa Marta Giordano Cusini. «Dal 31 agosto abbiamo accolto sette giovani, cinque ragazze e due ragazzi. Sono tutti ticinesi tranne uno studente grigionese e frequentano istituti post obbligatori. Tra loro ci sono pure degli sportivi di élite». Giovani che arrivano tutti da regioni periferiche e che, talvolta, studiano anche al di fuori dei grandi centri cittadini: «C’è chi, ad esempio, viene dall’alta Vallemaggia per seguire i corsi a Biasca. Per questo è utile fornire loro un luogo che sia una tappa intermedia dove poter alloggiare durante la settimana». Casa Marta presenta infatti diversi vantaggi, come spiega Cusini. «Siamo in una zona tranquilla e centrale e la struttura, circondata da un ampio giardino, è stata da poco completamente rinnovata. Gli spazi sono moderni e curati e gli studenti dispongono ognuno della propria stanza in un’ala tutta riservata per loro con un ingresso separato, in modo da avere privacy e autonomia. Hanno a disposizione la cucina, dove i pasti vengono preparati ogni giorno, la lavanderia e una sala dedicata ai momenti di studio e di svago». Inoltre si è cercato di non modificare la formula degli anni passati e anche le rette sono rimaste invariate.
C’è spazio per tutti
Una presenza, quella degli studenti che non «toglie» nessuno spazio agli altri ospiti, specifica il direttore. «La nostra struttura dispone di 32 camere, tutte rimesse a nuovo con i lavori di ristrutturazione che hanno coinvolto l’intero edificio. Questa è la nostra capienza massima ma, di fatto, l’accordo con il Cantone ci riconosce al massimo 20 posti come attività di accoglienza. E spesso non arriviamo a superare i 15 ospiti a Casa Marta, considerando anche che si tratta di soggiorni brevi e che ci sono altre due strutture di accoglienza simili alla nostra che sono Casa Astra a Mendrisio e Casa Martini a Locarno. Abbiamo delle reti che funzionano e, in questo modo, riusciamo a gestire bene tutte le richieste. Ci rimanevano quindi alcuni posti sfitti e abbiamo pensato a un modo per utilizzarli». Ma non ci sono sovrapposizioni: «Si tratta di due servizi diversi che offriamo. Sono due comunità distinte che vivono in parallelo e che hanno il loro equilibrio».
Distanze e opportunità
Per Casa Marta, già impegnata attivamente sul fronte dell’aiuto sociale e dell’assistenza di chi non ha più un alloggio, è stato naturale aprirsi anche all’accoglienza degli studenti. «L’idea ci è venuta proprio quando abbiamo saputo della chiusura della Casa dello studente. Lì abbiamo avuto il desiderio di metterci a disposizione della società e soprattutto di difendere il diritto allo studio, una questione che ci sta molto a cuore e che è diventata una missione prioritaria. Poiché studiare è un diritto che non deve dipendere da scelte basate sulla distanza a cui ci si trova rispetto alle sedi scolastiche». Oltre a questo c’è anche un aspetto logistico: il fatto che Casa Marta si trova a una distanza di 300 metri dai vecchi alloggi che erano messi a disposizione degli studenti, aggiunge Cusini.
Rafforzare l’integrazione
Inoltre, giovedì 18 settembre, la struttura ospiterà la cerimonia di consegna del ricavato di una raccolta fondi promossa dal Rotary Bellinzona in collaborazione con altri Rotary del cantone, che ha raggiunto la cifra di 15 mila franchi. La Fondazione Casa Marta sta valutando di destinare la somma a un progetto di recupero dello spazio urbano adiacente per rafforzare l’integrazione del centro di prima accoglienza nella vita della Città, favorendo la valorizzazione del quartiere.