Lugano

La strigliata di Michele Foletti: «Sto perdendo la pazienza»

Il sindaco non le manda a dire dopo il nuovo strappo istituzionale in seno all’Esecutivo – A dare fuoco alle polveri un post del municipale Raoul Ghisletta sulla violenza giovanile, al quale ha duramente replicato la collega Karin Valenzano Rossi – Cristina Zanini Barzaghi difende il suo successore: «Anche io mi sono trovata nella sua stessa posizione ed è frustrante»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
Andrea Bertagni
Nico NonellaeAndrea Bertagni
09.08.2025 06:00

«Sto iniziando a perdere la pazienza. Se qualcuno vuole fare il municipale, lo deve fare nell’interesse della città e dei cittadini e non per ingraziarsi i suoi elettori». Non nasconde una certa irritazione, il sindaco di Lugano Michele Foletti. Certo, la portata del nuovo «strappo» in seno all’Esecutivo non ha avuto la stessa portata di quello consumatosi a giugno con il PSE sullo sfondo, ma la nuova polemica andata in scena tra il municipale Raoul Ghisletta e la collega Karin Valenzano Rossi qualche strascico a Palazzo Civico lo ha lasciato. «Tempo fa avevo detto che Ghisletta non era adatto al ruolo; in questi mesi non mi ha dato motivi per ricredermi. Polemiche di questo genere non aiutano a rasserenare il clima in Municipio», chiosa Foletti, raggiunto dal Corriere del Ticino. Insomma, una strigliata in piena regola.

A scatenare il tutto è stato un post del capodicastero Immobili. Condividendo su Facebook l’articolo del CdT in cui don Emanuele Di Marco rifletteva sulla violenza giovanile in centro, Ghisletta ha scritto: «Tra folli neonazisti che scorrazzano indisturbati alle 18 del 1. agosto in Piazza Riforma (rivendicando di far re-emigrare il 40% della popolazione di Lugano!), tra i gravi episodi di violenza che periodicamente scoppiano alla sera nei fine settimana alla Pensilina Botta e tra gli eccessi della movida che fanno impazzire gli abitanti del Centro, c’è veramente da chiedersi cosa non funziona nella prevenzione e nel controllo del Centro Città. E manca anche il dialogo con la popolazione, come chiede don Di Marco, nonostante sia stato sollecitato anche da un’interrogazione di Silvia Barzaghi e Cristiano Canuti. Preoccupante! Molto preoccupante!». Uno scritto alla quale la capodicastero Sicurezza ha replicato dalle colonne di Liberatv: «Mi spiace vedere inutilmente gettata benzina sul fuoco su un tema sociale così delicato e preoccupante, che merita invece rispetto e un approccio serio e non certo un’ondata di polemica fomentata anche da un collega di Municipio, alla ricerca di qualche like sui social. A questo punto è l’ennesima conferma che non ha capito quale è il lavoro di un Esecutivo. Sul tema del disagio giovanile abbiamo già da tempo avviato un dialogo interdiscasteriale».

Lo strappo precedente era andato in scena a giugno, quando Ghisletta, in un comunicato, aveva invitato il Municipio a riflettere sulla possibilità di cedere lo stadio al patron del FC Lugano Joe Mansueto. Al «no, grazie» della società bianconera erano seguite altre due prese di posizione, una via social, l’altra in una nota, in cui lo stesso municipale aveva criticato i colleghi. Tutto era poi (momentaneamente, a questo punto) rientrato dopo un confronto in Municipio.

La ex municipale: «Non è l’unico a smarcarsi»

«Non mi sembra che Raoul Ghisletta sia l’unico che si smarchi e che con le sue posizioni esca fuori dal coro». Cristina Zanini Barzaghi, prima di non ricandidarsi l’anno scorso per il Municipio di Lugano, ha passato undici anni nell’Esecutivo luganese per il partito socialista. E sulle «uscite» del collega di partito, criticate dal sindaco, Michele Foletti e dalla municipale PLR, Karin Valenzano Rossi, ha una visione molto chiara.  «Ghisletta si trova nella stessa delicata posizione in cui ero io - spiega al Corriere del Ticino - con spesso pensieri diversi dalla maggioranza, ed è frustrante se le colleghe e colleghi non ascoltano e non sono disponibili a cercare dei compromessi».

Ecco perché, pur facendo tutte le distinzioni del caso, anche a Zanini Barzaghi nel corso degli undici anni in Municipio è capitato di assumere posizioni diverse da quelle dell’Esecutivo. «Come quando nel 2019 ho proposto di commissariare l’aeroporto di Lugano-Agno (cosa che è poi avvenuta) o quando nel 2021 non ho fatto mistero di non aver mai condiviso la decisione di sgombero dell’autogestione all’ex Macello», ricorda. Certo, trovare un equilibrio tra la collegialità e confidenzialità municipale e la comunicazione al proprio elettorato, «non è facile se si è in minoranza. - riprende l’ex municipale - Per quanto mi riguarda, quando l’ho fatto, è stato sempre dopo aver reso note le mie visioni in Municipio».

Per Zanini Barzaghi il comportamento del suo successore non è quindi un dramma. «In base alla mia esperienza a Lugano - aggiunge - non mi pare proprio che Ghisletta sia l’unico ad esprimersi spesso pubblicamente senza una preventiva condivisione nell’esecutivo. Le critiche che gli vengono mosse dovrebbero dunque valere per tutti».

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