L’assalto dei turisti a pochi passi dal confine

Articoli sulle riviste internazionali, selfie pittoreschi postati sui social che diventano immediatamente virali, stagioni da tutto esaurito e numeri in crescita costante. Ma anche code infinite alle biglietterie della Navigazione o alla funicolare Como-Brunate, taxi introvabili, parcheggi insufficienti, barche che sfrecciano davanti alla riva senza regole, bagnanti che nuotano dove è vietato e pericoloso. E prezzi alle stelle. Il Lago di Como è diventato una delle destinazioni turistiche più gettonate a livello internazionale, ma al boom di presenze si associa ormai anche una lunga lista di effetti collaterali, al punto che sempre più spesso si parla di overtourism e di come tutelare i residenti dalle conseguenze del picco di visitatori.
L’attenzione è tale che di turismo ha parlato anche il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, a fine agosto: «Il flusso turistico porta tra noi benessere e ricchezza, occasioni di incontro e di scambi, ma insieme anche il rischio di alcune storture. Per molti aspetti si sta rivelando insostenibile dal punto di vista sociale e ambientale», ha detto invitando a una riflessione.
Il bilancio dell’attuale stagione estiva non è ancora definitivo. Gli ultimi dati però certificano un trend in crescita. Nel 2023 i turisti in provincia di Como sono cresciuti del 15,9% rispetto al 2019, l’anno di riferimento per il territorio per le presenze. Con l’85%, quella comasca è stata la prima provincia lombarda per arrivi di turisti stranieri. E per il primo trimestre del 2024 i dati segnavano ancora un +13,5% delle presenze.
«Criticità, non overtourism»
I mesi successivi, quelli clou dell’estate, sono stati in parte influenzati dalle condizioni meteorologiche, poco favorevoli. «I dati definitivi non ci sono ancora e la stagione non si può considerare conclusa – sottolinea Giuseppe Rasella, componente della giunta della Camera di Commercio di Como e Lecco con delega al turismo -. La mia percezione è che in termini numerici il bilancio sia simile a quello del 2023 con qualche variazione tra i singoli settori. Le attività all’aria aperta ad esempio hanno subito il tempo sfavorevole, così come gli appartamenti hanno registrato un assestamento della domanda». Per Rasella non è corretto però parlare di overtourism. «È il termine peggiore che si possa usare, è sbagliato e non identifica un territorio. Como deve fare i conti con alcune criticità, come tante altre realtà turistiche, legate ad alcuni servizi. Penso alla mobilità, che non è adeguata ma non a causa dei turisti. La navigazione, così come la rete ferroviaria non sono adeguate e anche in fatto di viabilità e strade ci sono carenze. Il tema principale sul quale dovremmo ragionare è poi quello della trasformazione dei centri storici dei paesi e delle città – aggiunge Rasella –. Sono diminuiti i posti letto negli alberghi ma esplosi i bed&breakfast e gli affitti brevi e questo crea problemi e cambia le dinamiche abitative, costringe i residenti a spostarsi altrove e crea scompensi. Su questo è importante dibattere. Sulla mobilità e sui trasporti e sul cambiamento dei contesti urbani, dalla città di Como ai paesi. Ci vuole un punto di equilibrio per evitare rotture che in alcuni casi ci sono già state».
Un tetto alle entrate
Già dallo scorso anno, il Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai) ha introdotto un tetto massimo di visitatori a Villa del Balbianello, a Lenno di Tremezzina, tra le mete più gettonate sul lago di Como. Gli ingressi quotidiani non possono superare i 1.200. Una scelta precisa fortemente voluta dal presidente Marco Magnifico per contrastare gli eccessi del turismo. Una misura che è stata ripetuta anche in questa stagione. «Le troppe presenze – ha spiegato Magnifico –, non solo mettono a serio rischio la conservazione del bene culturale, ma danneggiano anche la sua immagine, il suo valore immateriale. La qualità della visita rischia di impoverirsi». Una convinzione ribadita anche pochi giorni fa, in occasione dell’inaugurazione della casa-barca Velarca, ora aperta alle visite e presentata da Magnifico come «una regina del lago. È un omaggio alla qualità italiana, a disposizione di un pubblico che non è quello dell’overtourism, ma di chi sa cosa vuole vedere e cosa cerca nella visita a un monumento», ha sottolineato il presidente del Fai ribadendo come affrontare il tema della gestione della massa di turisti che sceglie Como e il territorio lariano sia ormai una priorità.
Influenze positive per il Mendrisiotto?
Il successo di Como si riflette in Ticino? La direttrice di Mendrisiotto Turismo Nadia Fontana-Lupi: «È dal 2020 che assistiamo a un crescendo dei pernottamenti, ma è difficile dire se siano legati al boom di Como. Io credo che i nostri numeri siano dovuti a un mix di fattori, tra i quali il buon lavoro che stanno facendo le nostre strutture alberghiere. Lo straniero che va a Como per la prima volta difficilmente si sposterà da lì. Chi invece ritorna potrebbe allargare lo sguardo».