Melide «fabbrica» di spiaggette, ma per alcune è complicato

Questione di giorni, al massimo di settimane. Poi la popolazione di Melide potrà (ri)appropriarsi di due spiaggette che il Comune, grazie al contributo del Cantone, ha recentemente riqualificato e abbellito. Parliamo dei due lembi di terra (ora di ghiaia) di fianco al lido comunale e all’albergo Riviera. Due cantieri che – ci conferma vicesindaco e capo Dicastero pianificazione del territorio, Emiliano Delmenico – stanno per concludersi. «La prossima settimana o al più tardi entro fine mese i funzionari del cantone eseguiranno i necessari collaudi».
Una contesa, l’altra attesa...
Per due spiaggette che sono state «restituite» ai cittadini completamente rinnovate, ve ne sono altrettante che attendono il restyling, ma occorrerà mettere in conto tempi ben più lunghi. Partiamo dal caso più spinoso, cioè quello della spiaggetta di fronte a Villa Maria a Melide, sul lungolago Mario Gallino. Una striscia di terra contesa, per così dire, tra pubblico e privato. Come riferito lo scorso 14 novembre, da un lato c’è il Municipio, che vorrebbe appunto riqualificarla, e dall’altra ci sono alcuni proprietari di appartamenti, i quali ritengono che quei sessanta metri quadrati siano una proprietà privata. E qui sta l’inghippo: per procedere con i lavori è necessario che tutti i proprietari degli appartamenti del complesso di Villa Maria sottoscrivano la relativa domanda di costruzione.
Ebbene, a cinque mesi di distanza non vi sono grosse novità: l’Esecutivo melidese è ancora in attesa di una decisione da parte dei condomini. In caso di mancata sottoscrizione della domanda di costruzione, come spiega ancora il vicesindaco, «essendo il terreno di proprietà del Demanio, auspichiamo che sia il Cantone a intervenire». Come? Verosimilmente con un esproprio. La diatriba ha radici lontane: una quarantina di anni fa, chi acquistò Villa Maria diede la passeggiata in concessione al Municipio, a condizione di poter mantenere la proprietà della spiaggetta in questione. Nel corso degli anni, però, le cose sono cambiate e diversi proprietari sono convinti di possedere quel terreno ad uso esclusivo. Temono che se così non fosse, la loro proprietà perderebbe di valore.
A beneficiare di un restyling in tempi relativamente brevi potrebbe essere invece il prato di fronte alla residenza che ha preso il posto della vecchia Villa Branca. Per concretizzare l’accordo stipulato nel 2005 con i promotori del complesso, come ci conferma il sindaco Angelo Geninazzi, manca solo il rogito. Poi si potrà parlare di un progetto vero e proprio.
... e una svanita
Spostiamoci invece di qualche chilometro, a Vico Morcote. Lo sapevate che anche questo Comune ha un accesso al lago? Ebbene sì, negli scorsi mesi sono stati ultimati i lavori per la riqualificazione della spiaggetta fra l’hotel Swiss Diamond e l’imbocco della strada che sale al nucleo. Un’opzione in più immersa nel verde e nella tranquillità della zona.
La nostra gita virtuale si conclude a Morcote, dove invece non ci sono notizie incoraggianti per chi ama distendersi a pochi passi dal Ceresio. L’idea di creare un nuovo accesso all’acqua in zona Bürò, di fronte a una casa doganale di proprietà della Confederazione, è sfumata. Ne avevamo scritto nel luglio di tre anni fa specificando che il Municipio, guidato allora da Nicola Brivio, avrebbe dovuto affrontare una complessa trattativa con Berna e con i proprietari di altri due terreni. Se fosse riuscito a trovare un accordo, il Comune avrebbe potuto realizzare una spiaggia con una scogliera percorribile a piedi. Il progetto tra l’altro esiste già ed è firmato dallo studio CSD ingegneri. Il problema è che rischia di non essere mai concretizzato. «È un’idea che abbiamo un po’ abbandonato – spiega il sindaco Giacomo Caratti – in quanto per Morcote non è finanziariamente sostenibile quel progetto di un secondo lido. La volontà di valorizzare le nostre rive comunque rimane: infatti abbiamo commissionato uno studio, sempre a CSD, per valutare la fattibilità di altri progetti». In questo caso parliamo però di rinaturazione, più che di mettere a disposizione nuove superfici ai bagnanti. Di una sistemazione dei terreni sul lago da sfruttare, eventualmente, come spiagge libere, non dell’apertura di nuovi lidi attrezzati. «Vediamo cosa scaturirà dallo studio: magari sarà la scintilla per sviluppare altre idee».