Mendrisio

Oltre duemila voci fanno rumore per le cave di Arzo

Consegnate 2.034 firme a favore degli eventi nell’anfiteatro naturale –Danno vita a un appello che sarà trasmesso anche al Consiglio di Stato – «Speriamo che i ricorrenti considerino la volontà della comunità in cui vivono»
©Ti-Press/Pablo Gianinazzi
Lidia Travaini
15.09.2025 17:24

C’è posta per il Consiglio di Stato e per il Municipio di Mendrisio. Ma la speranza è che il messaggio arrivi forte e chiaro non soltanto ai membri degli Esecutivi cantonale e comunale. Perché a firmare le missive indirizzate a Bellinzona e a Mendrisio sono ben 2.034 persone, tutte schieratesi a favore della petizione lanciata a sostegno delle cave di Arzo come luogo di incontro e di cultura. E il loro è un appello affinché l’anfiteatro naturale del quartiere della Montagna possa continuare ad accogliere eventi culturali e ricreativi. Non come accaduto durante l’estate che sta per concludersi, quando un ricorso inoltrato da una famiglia della zona ha di fatto bloccato lo svolgimento di manifestazioni (in particolare La Soleggiata). Il ricorso è tuttora pendente e la speranza di chi ha sottoscritto la petizione – il primo firmatario è Elia Agostinetti – è che le loro voci compatte arrivino anche ai ricorrenti. «Mi auguro che chi ha inoltrato il reclamo consideri la possibilità di ritirarlo – non ha nascosto Agostinetti oggi a margine del momento di consegna delle firme in cancelleria comunale a Mendrisio –, vedendo che la comunità in cui vive sostiene gli eventi alle cave». L’auspicio è che il messaggio giunga quindi anche a chi si è opposto.

Se Agostinetti ha affermato che la comunità sostiene le manifestazioni alle cave di Arzo è perché dei poco più di 2.000 firmatari 320 vivono nei quartieri sulla Montagna (di cui 156 ad Arzo, quelli residenti a Mendrisio in totale sono invece 657). «Numeri importanti considerando le dimensioni di Mendrisio».

Ma l’obiettivo primario dell’iniziativa è un altro, ha premesso Agostinetti: «Dimostrare sostegno a chi organizza questi eventi, in un momento di incertezze organizzative ed economiche». A ricevere la missiva saranno, come anticipato, il Consiglio di Stato e il Municipio (anche se il sostegno dell’Esecutivo del capoluogo non è mai mancato, è stato evidenziato), «la consegna alla Città è soprattutto un gesto simbolico», che dimostra la sensibilità della gente sul tema, il Cantone si sta invece adoperando in una mediazione con i ricorrenti. «La speranza è anche che le istanze prendano coscienza del sostegno della popolazione e lo tengano in considerazione nel prendere le decisioni», così sempre Agostinetti. A proposito di speranze, un’altra è che la decisione sul ricorso giunga al più presto, per «porre fine alla fase di incertezza».

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