Mendrisio

Orario ridotto alla Riri: «Evitati i licenziamenti»

La storica azienda, alle prese con un momento di difficoltà, ha raggiunto un accordo con le parti sindacali e i lavoratori: fino a fine gennaio 2024 la settimana lavorativa sarà di 4 giorni – La ditta garantirà, però, l’intero pagamento dei contributi sociali
©Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
26.10.2023 06:00

Mal comune mezzo gaudio, verrebbe da dire. Di fronte a delle oggettive difficoltà, affrontare i problemi in condivisione con altre persone può portare a maggiore sollievo. E, soprattutto, a una soluzione condivisa. È quanto sta succedendo, in estrema sintesi, all’interno della Riri, storica azienda di Mendrisio, fondata nel 1936. Fabbrica riconosciuta a livello mondiale che fornisce ai principali brand del lusso accessori di altissima qualità.

Difficoltà, s’è detto. Ma piuttosto che licenziare si è deciso di ricorrere al lavoro ridotto. Il settore, infatti, risulta essere influenzato dalle guerre in corso, alle quali si aggiungono i rincari a livello di costi energetici e, in termini generali, l’inflazione. Fattori che hanno portato l’azienda di Mendrisio a prendere alcune misure in accordo con i sindacati UNIA e OCST. Nello specifico, all’incirca 250 dipendenti attivi nel settore della produzione hanno ridotto il proprio orario lavorativo. Negli scorsi giorni è stato firmato l’accordo tra le parti sindacali (con votazione assembleare dei lavoratori), la Commissione del personale e la direzione dell’azienda.

Settimana da 4 giorni

In sostanza, l’accordo – tecnicamente una convenzione – prevede che a tutte le maestranze impiegate a tempo pieno verrà applicata una riduzione dell’attività lavorativa pari al 25%. I dipendenti, pertanto, presteranno la loro attività lavorativa al 75% del normale orario di lavoro pari a 30 ore settimanali. I giorni lavorativi settimanali saranno, dunque, indicativamente 4. Il taglio alle ore, però, non si ripercuoterà sui contributi previdenziali: la ditta ne garantirà infatti il pagamento integrale, sulla base di un’attività lavorativa al 100%. L’accordo per la riduzione dell’attività lavorativa – ha appreso il CdT – è entrato in vigore retroattivamente al primo di ottobre e resterà in vigore sino al 31 gennaio 2024. Un accordo che decadrà qualora venisse accettato dal Cantone il ricorso alle Indennità per lavoro ridotto.Su questo aspetto la Divisione dell’Economia, da noi interpellata, non fornisce indicazioni e risponde spiegando che «non è possibile entrare nel merito di singoli casi. Ogni richiesta di lavoro ridotto si riferisce infatti a una specifica situazione che, come tale, deve essere analizzata e trattata».

«Sforzo importante»

Il responsabile di UNIA per Settore industria Vincenzo Cicero, da noi contattato, conferma «il calo importante nel settore della produzione di Riri, dovuto a più fattori». Ciò nonostante, ravvisa Cicero, «sono presenti prospettive positive, l’azienda non ha perso clientela. Ad oggi, però, è come se avessero saltato a piedi pari una stagione, quella autunnale, dove non sono giunte commesse». Per questi motivi si sono palesate due alternative: il licenziamento o la riduzione delle ore lavorative. Un accordo tra le parti, come detto, è stato presto trovato. «Per evitare licenziamenti si è optato per questa soluzione. L’azienda – sottolinea il sindacalista – ha accolto positivamente le richieste delle maestranze, compiendo un grosso sforzo in termini organizzativi per concentrare l’attività su 4 giornate. Inoltre, mettendoci del suo, ha garantito il pagamento dei contributi sociali al 100%, evitando così anche quel mínimo di ricadute sulle future prestazioni pensionistiche». Da noi contattato Michele Perini – Head of HR di Oerlikon Luxury, il gruppo che nel dicembre dello scorso anno ha acquisito Riri – conferma i passi intrapresi che «corrispondono alle intenzioni e alle finalità che abbiamo definito insieme a Cicero per gestire questa fase di Riri». Insomma, un’unione d’intenti affinché si possa superare indenni il momento di difficoltà.

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