Il progetto

Polizia ticinese: Chiasso riflette e non nasconde qualche timore

La cittadina di confine valuta l’impatto della riforma proposta dal DI– C’è preoccupazione, soprattutto a livello di governance – Le riflessioni del capodicastero Sicurezza: «Nel coordinamento operativo la nostra presenza è necessaria»
© CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
06.08.2025 06:00

La data cerchiata in rosso sul calendario è il 15 settembre 2025. Entro quel giorno, i Comuni dovranno prendere posizione sul progetto Polizia ticinese, messo in consultazione lo scorso 16 luglio dal Dipartimento delle istituzioni. Il tema, non è una novità, è di quelli che ha sempre fatto discutere e che continuerà a farlo. Soprattutto nei Comuni polo (il progetto prevede l’eliminazione della distinzione tra Polizia polo e strutturata): da un primo giro d’orizzonti è infatti emerso che sì, c’è chi vede di buon occhio il prospettato cambiamento; ma c’è anche chi, come Lugano, resta sulle barricate. Senza dimenticare l’apprensione a Stabio e Losone: il progetto Polizia ticinese fissa un numero minimo di agenti per poter formare una PolCom: tredici, a cui dovrebbe aggiungersi un comandante. Nei due Comuni operano meno di dieci agenti e il rischio concreto è di dover rinunciare al proprio Corpo.

Il nodo degli investimenti

Riflessioni sono in corso anche a Chiasso: la Polizia comunale della cittadina di confine è un Corpo polo che serve anche altri Comuni limitrofi e non rischia certo di scomparire, ma i timori sono altri. «Stiamo valutando i pro e i contro di questa riforma», afferma al Corriere del Ticino il capodicastero Sicurezza, Luca Bacciarini. «A livello di governance siamo un po’ preoccupati – ammette –. I Comuni con le Polizie polo, come Chiasso, hanno fatto molti investimenti nel corso degli anni». Cambiando le sinergie create, si corre il rischio di dover rivalutare gli investimenti realizzati. «Il timore è questo», prosegue il capodicastero. «Il servizio ad oggi è sempre stato efficace, ben venga se può essere migliorato. Ma deve essere qualcosa di concertato. Personalmente non vedo la necessità di cambiare qualcosa che ha dimostrato di funzionare bene».

«Inoltre, la Polizia di Chiasso dovrebbe essere parte integrante del coordinamento operativo dei vari corpi di Polizia comunale». Il progetto prevede l’istituzione di un Consiglio regionale dei comandanti nelle quattro regioni di riferimento della Cantonale, a cui partecipa anche la Cantonale stessa e la cui condizione è assunta dai comandanti delle Polizie comunali di Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio. «Comprensibile la proposta della suddivisione del coordinamento operativo in quattro regioni; tuttavia, in considerazione della posizione geografica, delle dinamiche transfrontaliere e del volume operativo, la presenza di Chiasso non solo è auspicabile, ma necessaria per garantire un’efficace governance della sicurezza a livello regionale», rileva Bacciarini.

Prossimamente sono previsti degli incontri con i Comuni convenzionati, durante i quali si discuterà anche del progetto attualmente in consultazione. Il 15 settembre è dietro l’angolo e la carne al fuoco è tanta. «Non sarebbe male posticipare questo termine», conclude il nostro interlocutore.

Una «tegola» per Stabio

Il tema, come detto, è molto sentito soprattutto a Stabio, Comune che se dovesse essere approvato il progetto ora in consultazione, rischierebbe molto concretamente di dover rinunciare al proprio corpo di Polizia. «Quando lo scorso anno siamo stati convocati dal Cantone, consci del fatto che il nostro corpo di Polizia è il più piccolo del cantone, avevo espressamente chiesto se il numero minimo di agenti avrebbe fatto parte del progetto», aveva spiegato qualche settimana fa al CdT la capodicastero sicurezza, Francesca Frigerio. «Mi era stato risposto di no. Quindi ci è piombata una tegola sulla testa».

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