Posteggi gratuiti a mezzogiorno, coro di sì da negozi e ristoranti a Locarno

«Basta con questi posteggi a pagamento, che siano gratuiti. Almeno dalle 12 alle 14, com’era prima», sembrano esclamare in coro esercenti e negozianti di Locarno, dopo un rapido giro di consultazione. L’idea proposta in una recente mozione del Centro (primi firmatari Giuseppe Abbatiello e Barbara Angelini Piva, vedi l’edizione del 25 settembre), piace. Eccome. Infatti, lo scopo sarebbe - come si legge nel documento - di consentire a lavoratori e visitatori la possibilità di usufruire dei servizi cittadini «senza oneri aggiuntivi». Così com’era perlomeno fino al 2023. «Rispetto a una volta, abbiamo notato una diminuzione del 30-40% del lavoro a pranzo. E non siamo gli unici a viverla così», racconta Simone Bianchi, cuoco e gerente della trattoria Cibo e Passione.


Un limite di tempo ristretto
Il 58.enne sottolinea comunque di non essere in grado di attribuire questo cambiamento negativo per gli affari alla sola volontà di riscuotere da parte del Municipio. «Ma qualcosa comunque avrà pur influito», evidenzia ancora il «veterano» della Città Vecchia.
Qualche metro più su, in via Cittadella, Corrado di Salvo tira in ballo anche un altro problema: «Almeno in questa zona, il massimo consentito dai parchimetri arriva a 45 minuti, è difficile godersi una pausa per il pasto normale con un margine così ristretto. L’idea di eliminare questo limite e offrire più tempo alle persone sarebbe sicuramente un incentivo, soprattutto per i ristoratori». Il 63.enne non solo è presente con il commercio di pelletteria che porta il suo nome da oltre quattro decenni nel nucleo storico, ma è stato a lungo presidente della locale «Pro» prima di cedere il testimone a Franca Antognini.
«Solo motivi finanziari»
Il nostro interlocutore, evidenzia che «quando c’è movimento anche noi ne beneficiamo, perché si crea una buona dinamica in tutto il quartiere». E ritiene la «mossa» di Palazzo Marcacci «una contraddizione rispetto alla situazione precedente. Non è che l’abbiamo presa bene, ma nemmeno abbiamo fatto grandi drammi. Ci è sembrata però un’operazione legata a motivi finanziari». Scendendo verso piazza Grande, Fabiana Luraschi, viceresponsabile del Nile Store, spiega di aver sentito molti avventori della boutique lamentarsi del cambiamento.
«Ravviviamo anche la piazza»
«La rimozione dell’intervallo non soggetto a tariffa non è stata affatto apprezzata, soprattutto tra coloro che vivono nella regione», afferma la 58.enne, che troverebbe ottimo se, in futuro, si potesse tornare alle condizioni di prima.
Ma non solo. La commerciante ne approfitta per mettere l’attenzione su una possibile valorizzazione del «salotto buono» anche al di fuori delle manifestazioni, grandi o piccole che siano: «Ci vorrebbe qualche elemento d’arredo che permetta a chiunque e “senza impegno” di godere di questo luogo stupendo, senza necessariamente doversi accomodare tra le sedie piazzate dagli esercizi pubblici nelle aree da loro adibite a mo’ di terrazze». A tal proposito, rammentiamo, è in via di affinamento il progetto per la valorizzazione dell’area.
«Favoriamo l’economia locale»
Sulla questione del «caro parcheggi», anche Tiziano Bianda si esprime nettamente a favore dell’eliminazione del balzello nella fascia oraria di metà giornata. «Fra l’altro, in Ticino molti Comuni seguono già questa pratica. Il nostro Esecutivo è in controtendenza rispetto alle tante località che intendono favorire ricadute positive sui commerci», aggiunge il 49.enne, che ha ritirato l’omonima coltelleria di famiglia. Un’attività che è sul mercato da un secolo e mezzo. Dello stesso parere anche Caterina Suli, titolare dell’emporio d’abbigliamento Di Prego: «Varie persone mi hanno detto ‘No, non vale la pena arrivare fin qui, abbiamo i minuti contati’ e rinunciano», dice la 52.enne. «Anche chi vorrebbe fare due acquisti a mezzogiorno finisce per preferire il centro commerciale, piuttosto che venire qui. Stessa musica anche a pochi metri di distanza per Elizabeth Dionisi, vicegerente del Cantina 1896: «Posso capire magari d’estate con il pienone, ma nella bassa stagione è giusto favorire i residenti che vogliono andare al ristorante. E sarebbe anche una boccata d’ossigeno per l’economia locale».