«Dare una spinta al turismo? Possiamo metterci in gioco»

Il mondo della ristorazione e dell’albergheria di Locarno è pronto a mettersi in gioco per dare un’ulteriore spinta al turismo. Dopo l’incontro organizzato dal PLR cittadino per ascoltare i problemi e le sfide che il settore deve affrontare, ecco una serie di idee appannaggio dei diretti interessati. Fermo restando che, come emerso dalla tavola rotonda della settimana scorsa, l’ago della bussola deve continuare a puntare sulla destagionalizzazione e sulla ricerca di ospiti più giovani, appartenenti alla fascia 25-40 anni. Tra le proposte, quella di pacchetti che includano trasferta, vitto e alloggio mirati a singoli eventi, magari anche al di fuori dei «classici» Moon&Stars, Festival del film e Winterland. Ma non solo: si ipotizza anche di sfruttare eventuali margini ancora liberi per quel che riguarda la promozione.


«Dobbiamo provare»
Monica Pongelli - che gestisce con la figlia Giovanna Colangiulo il garni Rondinella, il ristorante l’Approdo come pure quello all’interno del campeggio Delta - la trova una strada interessante da percorrere. «Se studiata bene, potrebbe dare ottimi frutti», aggiunge la 64.enne, che lavora da decenni nel campo. Le fa eco il collega Giorgio Ravelli, che da qualche mese ha ripreso l’attività di famiglia dell’omonimo caffè in Largo Zorzi, dopo aver fatto la classica gavetta un po’ ovunque, tra Losanna, Londra, Berlino e l’Australia, passando anche per la Francia: «Se non si prova, non si saprà mai se possono funzionare. Dobbiamo farlo», dice il 42.enne. Massimo Perucchi, membro di comitato di Hotellerie Suisse Sopraceneri nonché albergatore, mette però in guardia sulla strategia: «Gli esperimenti che abbiamo tentato in questa direzione non funzionano, ma penso che una soluzione ci sia comunque».
Cambiare l’approccio
Il 57.enne non sa dare una spiegazione agli insuccessi dei tentativi fatti in passato, ma azzarda qualche ipotesi: «Sarà perché il 70% della clientela è della Svizzera tedesca e preferisce muoversi in autonomia, quindi non ha bisogno di offerte abbinate? O perché abbiamo una media di appena 2,2 giorni di soggiorno? In ogni caso, quello che bisognerebbe cambiare è l’approccio. Non si dovrebbe partire da una “composizione” preconfezionata, quanto dare la possibilità di crearsene una propria, fatta su misura, in un certo senso “esclusiva”».
Una piattaforma integrata
Il nostro interlocutore racconta di un’esperienza già vista in altre regioni turistiche: «Ricordo una piattaforma digitale che dava la possibilità di impostare le varie caratteristiche della vacanza, scegliendo tra le attività che si intendevano svolgere come pure le eventuali visite guidate, inclusa la categoria dell’hotel. Insomma, un servizio in grado non solo di tenere conto di ogni aspetto delle proprie ferie, ma anche di proporre suggerimenti inaspettati e stimolanti». Certo è che una proposta tale non può esser pronta dall’oggi al domani. «Ci vuole del tempo per mettere in piedi un progetto del genere, così integrato. Occorre lavorare con l’Ente turistico, oltre a rendere ancora più solida la nostra rete. Inoltre, è necessario un investimento finanziario piuttosto importante».
Campagne sulla buona strada
Sul fronte delle campagne pubblicitarie, Ravelli sostiene di vedere ancora un potenziale che si potrebbe sfruttare, soprattutto sui canali più tecnologici: «Oggi è possibile raggiungere un pubblico molto preciso e sono convinto che quanto sta facendo la nostra organizzazione turistica è in linea con le migliori pratiche». Pongelli , dal canto suo, ricorda come in passato fosse piovuta qualche critica su aspetti del genere, ma oggi la musica è molto differente: «Vedo che fanno molta promozione, anche sui media sociali, coinvolgendo varie personalità, ad esempio con i volti noti di Noè Ponti, Christa Rigozzi, Ajla del Ponte e altri».
La direzione, insomma, è quella giusta. In conclusione, ancora Perucchi: «È stata ottima la recente mossa che prevede di puntare sul mercato nel continente americano. Si tratta di clientela che progetta viaggi su un arco temporale più ampio e che rappresenta una garanzia di presenza anche se sul Locarnese non splende il sole».