Il caso

Rave, ancora nessun indagato

Dramma di Roveredo: allo stato attuale non sono stati effettuati fermi e/o sequestri di droga né nei Grigioni né in Ticino per il party di fine novembre - Intanto si muove anche la politica retica
© Shutterstock
Alan Del Don
10.12.2022 06:00

Non c’è al momento nessun indagato per il rave party non autorizzato svoltosi a fine novembre ai piedi della diga della Roggiasca a Roveredo. Come confermato da più fonti ufficiali al nostro giornale, allo stato attuale non sono stati effettuati fermi e/o sequestri di droga né nei Grigioni né in Ticino. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo Franco Passini prosegue nel massimo riserbo per chiarire, innanzitutto, le cause del decesso della 19.enne del Luganese, la quale assieme ad un centinaio di giovani aveva partecipato alla festa tenutasi a mille metri di altitudine. La ragazza era poi stata lasciata in gravissime condizioni al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona da quattro persone (identificate ed interrogate dagli inquirenti); purtroppo era morta dopo poche ore. Un caso che ha scosso l’opinione pubblica e la politica.

L’esempio italiano

A seguito delle sollecitazioni del consigliere nazionale del Centro Fabio Regazzi e della risposta del consigliere federale Alain Berset (cfr. il CdT di martedì), ora sono i granconsiglieri retici a chiedere lumi a Coira. Una trentina di deputati – prima firmataria è la mesolcinese Eleonora Righetti (Alleanza del Centro) – pone delle precise domande al Consiglio di Stato attraverso un’interpellanza inoltrata negli scorsi giorni. «Le conseguenze negative di feste non autorizzate sono molteplici, nel caso appena accaduto le conseguenze sono state le più tragiche. Nella vicina Italia da ottobre 2022 organizzare e partecipare a raduni pericolosi è diventato reato, soprattutto per coloro che li organizzano», è la premessa dell’atto parlamentare, che fa riferimento al cosiddetto «Decreto rave» varato dal Governo italiano per porre un freno ai raduni musicali abusivi.

Rispetto a quanto previsto inizialmente, l’Esecutivo presieduto dalla premier Giorgia Meloni ha circoscritto i casi in cui può scattare una pena fino a 6 anni e una multa sino a 10 mila euro. Ai fini delle indagini sono altresì consentite le intercettazioni telefoniche. In particolare si mira a punire soprattutto chi organizza simili feste non autorizzate, mentre ai partecipanti verrebbe rimproverata in primis «l’invasione di terreni od edifici». Il decreto verrà esaminato dalla Camera nella prima seduta dopo le festività natalizie.

Tra provvedimenti e controlli

Ma torniamo alle nostre latitudini. E a quanto successo sui monti di Roveredo, in un luogo che gli stessi cittadini definiscono «fuori dal mondo». Ebbene, «tenuto conto del territorio in cui viviamo, che offre grandi quantità di spazi discosti ma comunque accessibili - territorio che presenta tutte le caratteristiche per ospitare eventi senza autorizzazioni perché lontani» da sguardi indiscreti -, la deputata di Verdabbio Eleonora Righetti e i colleghi domandano al Consiglio di Stato retico «come valuta questo genere di avvenimenti sul territorio cantonale».

E, ancora: «Vi sono provvedimenti che il Governo intende mettere in atto affinché si possa preventivamente individuare l’organizzazione di eventi non autorizzati? Il Governo ritiene che le basi legali e i rispettivi controlli attuali siano sufficienti a tutelare la salute pubblica dei giovani che dovessero partecipare a simili eventi?».

Per Berna «spetta ai Cantoni»

Le domande sono una diretta conseguenza della risposta data da Berna. Ossia che spetta ai Cantoni e ai rispettivi corpi di polizia autorizzare i rave party e, se necessario, intervenire qualora vengano commessi reati di carattere criminale, come l’uso di stupefacenti. Il Consiglio federale si è in ogni modo detto pronto ad esaminare se le sostanze psicoattive possono essere regolate meglio per evitare altre tragedie come quella consumatasi a margine della festa.

Stando a quanto ci risulta, in Ticino (molti dei partecipanti risiedono nel nostro Cantone) non sono stati effettuati né sequestri né fermi per droga in merito a quanto capitato a Roveredo. Idem nei Grigioni. Dove, ricordiamo, il Municipio non aveva autorizzato la festa tenutasi alla diga della Roggiasca, anche perché nessuno aveva chiesto il permesso. Alla luce del fatto che un evento analogo era stato organizzato nel 2021, in zona Monti di Laura, nello stesso periodo, l'Esecutivo ha invitato la Polizia ad intensificare i controlli principalmente tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre.

Correlati
Rave party illegali: «Più controlli in futuro»
Roveredo, il Municipio ha invitato la Polizia a monitorare maggiormente la sponda sinistra della montagna – Affidata al procuratore capo Franco Passini l'inchiesta per chiarire le cause del decesso della 19.enne ticinese – Domani l'addio alla giovane
Una morte da chiarire e tanti interrogativi
La 19.enne del Luganese aveva partecipato ad un rave party non autorizzato a Roveredo, alla diga della Roggiasca, assieme ad un centinaio di giovani – «Un luogo isolato: anche con la musica a tutto volume nessuno sente nulla»