Rave party illegali: «Più controlli in futuro»
«La Polizia è stata invitata a monitorare maggiormente la sponda sinistra della montagna di Roveredo, in modo particolare negli ultimi giorni di novembre, affinché non si svolgano più altre feste non autorizzate». All’ordine del giorno dell’ultima seduta di Municipio del capoluogo mesolcinese, ci ha confermato il capodicastero Polizia Ivano Boldini, c’è stato anche il rave organizzato lo scorso fine settimana ai piedi della diga della Roggiasca, situata nell’omonima valle laterale a mille metri di altitudine. Un evento al quale ha partecipato, assieme ad un centinaio di giovani, pure la 19.enne di Torricella-Taverne deceduta domenica sera dopo essere stata lasciata in gravi condizioni al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona da quattro persone che avevano preso parte al party. I funerali si terranno domani pomeriggio.
Quel precedente del 2021
Come abbiamo riferito, non era infatti la prima volta che sui monti andava in scena una festa privata abusiva. Era successo nel 2021, più o meno negli stessi giorni di quella tenutasi l’ultimo weekend, ma in un’area più prossima ai Monti di Laura. Allora la Polizia era intervenuta, la domenica, in quanto vi erano state delle segnalazioni, trattandosi appunto di una zona con alcuni rustici. La Val di Roggiasca è invece isolata e alla fine di autunno non è più frequentata né da indigeni né da escursionisti. Ma è possibile che in questo caso nessuno abbia visto o sentito nulla? «Quello che posso dire è che il Municipio non era a conoscenza di nulla, nel senso che non è arrivata nessuna richiesta per lo svolgimento dell’evento. E se ci fosse stata non l’avremmo autorizzato, in quanto si tratta di un posto discosto sprovvisto di ogni servizio e, soprattutto, non c’era un dispositivo di sicurezza. In paese sembra che qualcuno abbia sentito della musica, ma verosimilmente non ci ha dato troppa importanza e ne ha parlato solo dopo, alla luce anche di quanto capitato», rileva Ivano Boldini.
Il quale ricorda che da regolamento a Roveredo, ma come peraltro negli altri Comuni, le manifestazioni illegali sono chiaramente vietate. «Personalmente e a nome dell’Esecutivo non posso che ribadire il cordoglio per il decesso della giovane ed esprimere un messaggio di vicinanza alla famiglia in questo doloroso momento. Per il resto aspettiamo, pure noi, di conoscere le conclusioni dell’inchiesta aperta dalla Procura pubblica grigionese».

La ricerca di testimoni
A questo proposito dopo l’appello di martedì degli inquirenti retici agli eventuali testimoni di farsi avanti per aiutare a ricostruire quanto capitato, è oggi difficile saperne di più: al Centro Polizia Moesa a Roveredo le bocche rimangono cucite. Idem quelle del Servizio stampa della Polizia cantonale dei Grigioni. L’invito è esteso sia a coloro che hanno partecipato al rave sia, in particolare, a chi ha parlato con la stampa. L’inchiesta - come appreso dal CdT - è stata affidata al procuratore capo Franco Passini. Nulla trapela vista la delicatezza del caso.
Allo stato attuale non ci sarebbero persone indagate, mentre gli stessi inquirenti hanno sentito i quattro giovani (due donne ed altrettanti uomini) che nel primo pomeriggio di domenica avevano abbandonato la giovane al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona. L’incarto è in mano ai Grigioni, sì, ma la collaborazione con i colleghi ticinesi è intensa in quanto molti dei partecipanti al rave sono domiciliati nel nostro Cantone. Tanti gli interrogativi ancora aperti; i genitori, la sorella e i parenti tutti attendono delle risposte in tempi brevi per sapere in quali circostanze è morta la giovane.
Una stella in cielo
«Le stelle più belle sono in cielo. Ora che anche tu sei tornata ad essere una stella non possiamo che ammirare lo spettacolo dal basso». È uno dei messaggi comparsi sugli annunci funebri della 19.enne del Luganese. La cerimonia di commiato si terrà domani alle 14 nella chiesa parrocchiale di Torricella seguita dall’accompagnamento al crematorio di Lugano. Una ragazza solare e gentile, ricordata con commozione e affetto dagli amici nonché dagli allievi e dai docenti del Centro scolastico per le industrie artistiche dove si era appena diplomata; da poco aveva iniziato a lavorare in uno studio di tatuaggi.