Polo sportivo

Stadio, firmato il contratto con retroscena polemico

Città e FC Lugano hanno siglato l’accordo per la locazione dell’AIL Arena – Il messaggio dovrà essere approvato dal Consiglio comunale – Sul tavolo c’era anche una richiesta di sottoporlo alla SEL, poco gradita dal Municipio
© Cita di Lugano (Cruz y Ortiz - Giraudi Radczuweit architetti)

Il mosaico del PSE si arricchisce con un nuovo, importante tassello. La Città e il FC Lugano hanno firmato giovedì il contratto di locazione dell’Arena sportiva. Un accordo dalla durata indeterminata (ci torneremo) e che prevede l’uso esclusivo della struttura per i bianconeri; anche se, con l’accordo della società, lo stadio potrà accogliere eventi pubblici e privati, anche di natura non sportiva. Il relativo messaggio municipale verrà ora sottoposto al Consiglio comunale, cui spetta l’ultima parola. Ma c’è un ma: sul tavolo c’era infatti la richiesta di sottoporlo alla Sezione degli Enti locali (SEL). Ad avanzarla era stato il municipale e capodicastero Edilizia pubblica Raoul Ghisletta. E, come appurato dal Corriere del Ticino, in seno all’Esecutivo non sono mancati malumori.

Il quarto strappo

A distanza di qualche mese dallo strappo in seno al Municipio, ecco che lo stadio torna di nuovo a far discutere. La richiesta del municipale socialista non è un fulmine e ciel sereno. Già a inizio giugno, quando aveva invitato i colleghi a valutare la cessione dell’Arena sportiva al patron dei bianconeri Joe Mansueto, Ghisletta aveva criticato il canone di “soli” 400 mila franchi all’anno (oltre costi di gestione) per l’uso esclusivo dello stadio. E se due mesi fa le parole di Ghisletta avevano fatto saltare sulla sedia più di un collega, giovedì non è andata diversamente.  «Di base rappresenta un atto di completa sfiducia nei confronti di chi ha lavorato per mesi su questo contratto, della nostra amministrazione, e anche dell’Esecutivo e delle sue esclusive prerogative decisionali. La SEL valuta la correttezza di una procedura, e non tanto l’ammissibilità dei contenuti di un contratto. Mi pare una richiesta fuori luogo e anche poco collegiale, anche a fronte del contribuito finanziario dell’FC Lugano», ha commentato il vicesindaco e capodicastero Sport, cultura ed eventi, Roberto Badaracco. «Oltre a investire 17 milioni di proprio nella struttura pagherà anche tutta la manutenzione ordinaria dello stadio, compresa quella di un campo ibrido-cucito che costa molto di più di un campo sintetico, come previsto inizialmente. Si tratta di svariate centinaia di migliaia di franchi, l’esatto contributo verrà sostanziato nelle prossime settimane. Prima sarebbe stata la Città a doversi assumere tutti questi oneri, ora non più. Anche questo deve essere tenuto in considerazione nella valutazione complessiva del contratto».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capodicastero Consulenza e gestione, Marco Chiesa, responsabile del Servizio giuridico. «Questa richiesta crea un clima di sfiducia e sospetto nei confronti dei collaboratori e dei professionisti che hanno lavorato con passione e dedizione per anni nell’interesse della città. È una polemica sterile e questo non aiuta a ripristinare un clima di confronto costruttivo e una sana collegialità all’interno della compagine municipale».

«È una questione politica»

Da noi raggiunto, Ghisletta non conferma né smentisce di aver proposto di sottoporre il contratto alla SEL, ma afferma: «Sono convinto che la questione sia solo politica e luganese. Infatti l’Arena sportiva è un bene patrimoniale e non amministrativo: ciò significa che si può vendere, affittare con criteri commerciali oppure affittare con un canone scontatissimo». Non è dunque un tema da sottoporre agli Enti locali: «Starà al Consiglio comunale dibattere e decidere se il contratto è adeguato all’attuale situazione finanziaria della Città e del FC Lugano...».

I dettagli dell’accordo

Polemiche interne a parte, la firma sul contratto (e approvazione del messaggio) «è un’ulteriore tessera di un importante mosaico, il PSE, dove tutto deve quadrare per funzionare correttamente - afferma Badaracco. - Lo stadio è una struttura fondamentale del polo sportivo. Non era così scontato arrivarci, si è trattato di un lungo percorso con discussioni interne e fra le parti che sono durate diversi mesi. D’altronde non parliamo di un semplice contratto di locazione, ma di un atto contenente tantissimi aspetti da regolare in maniera molto dettagliata. La gestione dell’arena passerà alla società calcistica che vi investirà tantissimi milioni e questo non è né poco né automatico. Possiamo solo essere felici di questa grande disponibilità dell’FC Lugano».

La soluzione dell’affitto è stata ritenuta la più adeguata, anche in considerazione di esperienze analoghe in Svizzera (come per esempio Sion, Losanna, Neuchâtel e Thun), un concetto ribadito anche nel rispondere a un’interrogazione sul tema della Sinistra.  Rispetto agli accordi inizialmente presi con i precedenti proprietari del FC Lugano SA, il cambio dell’azionista di riferimento del club ha portato a nuove e mutate condizioni quadro. In particolare, la promozione di importanti investimenti diretti da parte di FC Lugano SA nello sviluppo dell’Arena Sportiva da un lato, unita a una maggiore solidità finanziaria dall’altro, ha reso superflua la creazione di una società ad hoc per la gestione del nuovo stadio. Il contratto di locazione è stato stipulato dalle due parti per una durata indeterminata, con possibilità di recesso per la prima volta al 30 giugno 2035. In seguito, ogni 5 anni e sempre al 30 giugno. La disdetta deve avvenire con un preavviso minimo di 18 mesi. La pigione annuale netta ammonta a 400.000 franchi, ridotti a 200.000 franchi in caso di retrocessione della prima squadra maschile in Challenge League. L'inizio della pigione annua è stabilito al 1. gennaio 2027. Per garantire anche un contesto adeguato allo svolgimento di una cerimonia inaugurale che rispecchi la valenza regionale del PSE, le parti avevano convenuto già nel 2023 di posticipare la dismissione dello stadio provvisorio e la messa in esercizio dell’Arena Sportiva alla stagione estiva del 2026. Il rinvio comporta un maggior costo per il noleggio delle strutture pari a 905.000 franchi, che sarà anticipato dalla Città e poi rimborsato da FC Lugano SA.

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