Una via o una piazza per quel frate dalla lunga barba bianca

Dedicare una via o una piazza di Bellinzona all’indimenticato Padre Callisto Caldelari, deceduto esattamente dieci anni fa. Il frate cappuccino era una personalità conosciutissima in tutto il Ticino ed oltre. Quel religioso dalla lunga barba bianca e dal sorriso sempre luminoso si è fatto amare da Airolo a Chiasso. Non sorprende, dunque, la richiesta del consigliere comunale de Il Centro Emilio Scossa-Baggi - attraverso un’interpellanza - di rendere omaggio ad una figura così popolare e benvoluta non solo dai fedeli ma dall’intera popolazione. Soprattutto della «sua» Turrita, dove all’inizio degli anni Novanta fu tra i promotori del Centro Spazio Aperto, luogo di ritrovo per attività sociali e culturali attiguo all’omonima chiesa. La struttura venne inaugurata nel 1993 ed ancora oggi è l’epicentro di eventi ed attività da parte di enti e associazioni varie.
La Filarmonica ed il calcio
È tempo di «lasciare un segno tangibile della personalità e delle opere» di Padre Callisto Caldelari, annota il consigliere comunale. Nato a Locarno il 14 maggio 1934, originario di Lugano, il religioso dopo gli studi a Milano e a Roma e la permanenza nei conventi del Bigorio e della Madonna del Sasso si stabilì nella capitale all’inizio degli anni Ottanta. Nel 1983 venne chiamato a guidare la neonata Parrocchia del Sacro Cuore che volle aperta ad altre visioni della società e persino ad espressioni religiose diverse da quella cristiano-cattolica. Detto del Centro Spazio Aperto, il suo impegno toccò tuttavia pure altri ambiti. Il principale fu senza dubbio quello per la Civica Filarmonica; la passione per la musica e l’amicizia con l’ex direttore Massimo Gaia portò il frate a presiedere per alcuni anni la banda.
Padre Callisto, infine, a fine 2012 entrò persino nel Consiglio di amministrazione dell’Associazione calcio Bellinzona, fortemente voluto dall’allora timoniere Gabriele Giulini. Parlò di etica, nello sport e nella società in generale, ai giocatori e allo staff granata. Poco meno di due anni dopo, il 15 agosto 2014, morì dopo una lunga malattia.
Uomo di cultura
La cultura ha segnato in modo tangibile la sua vita. Nel 1961 pubblicò il suo primo lavoro storiografico; da quel momento iniziò la collaborazione con l’Archivio storico ticinese. Dieci anni più tardi fondò per contro Comunità familiare e, sempre in quel periodo, gettò le basi per la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano.
La scheda
Fra Callisto nacque il 14 maggio 1934. Venne battezzato con il nome di Enrico. Dal 1945 al 1950 fu allievo al Seminario serafico di Faido. Il 13 luglio 1950 ricevette l’abito cappuccino e trascorse l’anno di noviziato al Bigorio. Seguirono gli anni di studio della filosofia e della teologia a Lugano. Il 15 maggio 1958 venne ordinato presbitero. Per tre anni proseguì i suoi studi di archivistica e musica a Milano e poi di biblioteconomia a Roma. Rientrato in Ticino, nel 1961 fu dapprima archivista e bibliotecario regionale. A Bellinzona giunse nel 1982. Vi è rimasto sino alla morte, nel 2014.