Ticino

Unitas gira pagina e lancia le sfide: «Il clima è di nuovo costruttivo»

Prima assemblea con il Comitato completamente rinnovato - L’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, dopo i casi di molestie esercitati da un alto ex dirigente, riparte con entusiasmo - Il presidente Fabio Casgnola: «La forte partecipazione ci fa ben sperare»
©Pablo Gianinazzi
Paolo Gianinazzi
25.05.2024 06:00

Il desiderio di voltare pagina dopo i casi di molestie e mobbing; l’impegno dell’associazione verso i suoi associati e una progettualità che guarda al futuro con responsabilità. I temi al centro dell’odierna assemblea di Unitas - la prima dopo il rinnovo completo del Comitato - sono variegati. Ad illustrarli al Corriere del Ticino sono il presidente Fabio Casgnola e il nuovo direttore Gian Luca Cantarelli.

«La forte partecipazione alle attività comuni organizzate dalla nostra associazione e l’approvazione generale che sentiamo intorno a noi mi fa dire che oggi il clima all’interno dell’associazione è di nuovo positivo e costruttivo e che soci, utenti, volontari e collaboratori sono consapevoli della necessità che Unitas torni ad essere la casa di tutti», racconta a tal proposito Casgnola. Insomma, per quanto l’elaborazione individuale di quanto avvenuto possa richiedere tempi differenti e il raggiungimento dell’obiettivo finale necessiti ancora di qualche tempo, il nuovo Comitato si dice fiducioso. La pagina - chiediamo - è stata girata definitivamente? Ancora Casgnola: «La nostra associazione, dopo il rinnovo completo del proprio Comitato e l’implementazione di una nuova Direzione, ha lavorato intensamente al miglioramento della propria governance e l’insieme delle misure prese ci permettono di affermare che i conti con il passato sono stati fatti e che l’associazione ha chiuso definitivamente con il passato». Un giro di boa che la nuova Direzione tiene a ribadire per affrontare le nuove sfide e priorità che attendono l’associazione. «Unitas rappresenta un unicum a livello nazionale, perché – a differenza di altre organizzazioni simili che operano in Svizzera - ha il vantaggio di poter offrire ai propri utenti praticamente tutte le prestazioni che si rendono necessarie sull’arco della vita», spiega ancora Casgnola. «Ora si tratterà di rafforzare questo nostro punto di forza e confermare anche nel futuro Unitas quale centro di competenza della Svizzera italiana per ciechi e ipovedenti». Centrale in questo senso l’aspetto finanziario: «Per fare questo, in un periodo finanziariamente difficile per tutti, con possibili decurtazioni legate all’esecuzione dei nostri mandati di prestazione, diventa imperativo disporre di solide basi finanziarie nel lungo periodo». Per questi motivi, la gestione oculata delle risorse, ma anche l’aiuto delle Fondazioni e una ricerca costante di fondi a sostegno dell’operato di Unitas continueranno ad essere prioritari nell’operato dell’associazione, ha ribadito il presidente.

Progettualità e appuntamenti

Guardando al futuro, non mancano neppure i nuovi progetti, come sottolinea il direttore Gian Luca Cantarelli: «Quest’anno ricorrono due importanti anniversari che evidenziamo con una serie di iniziative. L’Arcobaleno - la nostra rivista parlata - festeggia i suoi primi 60 anni raccontando una parte della storia della nostra associazione, e anche del nostro cantone, e le storie di persone che, con i loro racconti, hanno caratterizzato la vita di Unitas». Nel 1924, esattamente cento anni fa, nasceva infatti il fondatore di Unitas Tarcisio Bisi. «Grazie al sapiente lavoro di Mario Vicari e con il supporto di Fredy Franzoni, sono stati raccolti aneddoti e frammenti della vita di Tarcisio che vengono raccontati dalle vive voci dei protagonisti e che possono essere ascoltate, in quattro puntate, proprio su L’Arcobaleno. Abbiamo deciso di cogliere l’occasione di questi due importanti anniversari per rafforzare la tradizionale Giornata del bastone bianco, del 15 ottobre, con una ‘Giornata Unitas’ che si svolgerà sabato 19 ottobre al Palazzo Civico di Bellinzona, dove, unitamente a una tavola rotonda su una tematica d’attualità legata al nostro ambito, presenteremo al pubblico le attività, i servizi, le infrastrutture e le persone che caratterizzano la nostra associazione e la sua storia».

Progettualità ma anche sfide. Sì, perché in vista del 2026, anno dell’ottantesimo di fondazione di Unitas e soprattutto del 2030, orizzonte indicato per la visione del centro di competenza per le problematiche di vista della Svizzera italiana, la sfida principale è data dal consolidamento dal profilo strategico, organizzativo e finanziario della associazione, spiega il direttore. L’obiettivo? «Sviluppare in modo uniforme i vari ambiti di attività, dalle consulenze per tutte le fasce d’età, ai mezzi ausiliari e digitali, passando per la biblioteca fino alle infrastrutture, ossia Casa Tarcisio, la casa anziani e Casa Andreina, il centro diurno». Nel contempo, sarà molto importante riuscire a potenziare le interazioni con le molte entità sul territorio, pubbliche e private, così da valorizzare le competenze specifiche di ognuno, in favore delle persone con difficoltà visive, spiega ancora il direttore. Ma in definitiva - chiediamo - il Ticino è al passo con i tempi riguardo alle esigenze delle persone cieche e ipovedenti oppure c’è ancora molta strada da fare? «La presenza in Ticino di un’associazione di autoaiuto come Unitas, che da quasi 80 anni lavora a diretto contatto con le persone che presentano una disabilità visiva, ha certamente contribuito a creare le condizioni affinché l’offerta dei servizi sia al passo con i tempi», commenta Cantarelli. «La tecnologia rappresenta un grande potenziale nel mantenere l’autonomia delle persone ipovedenti e cieche, basti pensare alle innumerevoli applicazioni utili presenti negli smartphones. I nostri servizi si impegnano a mantenersi aggiornati sulle innovazioni. Davanti a noi abbiamo però molte sfide: la principale, molto probabilmente quella sempre d’attualità, è di lavorare per favorire sempre più l’inclusione sociale e professionale delle persone cieche e ipovedenti».

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