Frontalieri

Via libera del Senato italiano all'accordo fiscale

L'Accordo tra Italia e Svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri è stato approvato con un solo voto contrario – La nuova intesa dovrà adesso essere approvata anche dall'aula di Montecitorio ed entrerà in vigore dal 2024
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
Dario Campione
01.02.2023 11:41

Era (tanto) atteso ed è arrivato. Il Senato italiano ha dato via libera al testo dell’accordo fiscale con la Svizzera, accordo con cui si modifica l’intesa relativa alla tassazione dei frontalieri. Il voto finale è stato praticamente unanime: 142 favorevoli e un solo contrario.

Non è mancato un allegro siparietto tra il presidente Ignazio La Russa e un senatore, probabilmente proprio l’unico a esprimersi contro il provvedimento: al termine della votazione, infatti, il parlamentare ha detto di aver sbagliato a votare. In effetti, in precedenza, tutti gli articoli del disegno di legge erano stati approvati senza voti contrari e con un unico astenuto. Probabilmente lo stesso che, nella votazione conclusiva, ha pigiato il tasto rosso invece di quello bianco.

Assieme al testo dell’Accordo, che adesso passa all’esame della Camera dei Deputati, l’assemblea di Palazzo Madama ha anche approvato alcuni ordini del giorno relativi alla regolamentazione del telelavoro e all’istituzione di un regime fiscale diverso nelle zone italiane di frontiera, una sorta di «barriera» al contrario che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe limitare il più possibile la migrazione dei lavoratori.

La ricostruzione

Tredici giorni fa (era il 19 gennaio) la Commissione congiunta del Senato Esteri e Finanze ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo tra l'Italia e la Svizzera relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri in sostituzione del precedente accordo del 1974, ad oggi vigente. Un nuovo, atteso, passo avanti. «Finalmente, dopo due anni di lavoro, in Commissione abbiamo dato via libera al testo di ratifica dell’accordo», aveva commentato il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri. Allo scongelamento del dossier, aveva reagito anche il presidente del Governo ticinese Claudio Zali: «Auspico che presto si possa mettere un punto fermo al lungo iter di approvazione del nuovo accordo fiscale. Un’intesa dai contenuti non particolarmente sconvolgenti e che, ricordiamo, interesserà solo i cosiddetti nuovi frontalieri, ed esplicherà i suoi effetti sono tra qualche anno. Quantomeno, però, siamo riusciti a sbloccare una situazione ferma da tempo immemorabile, aggiornando un accordo – datato 1974 – che non era più adeguato alle circostanze attuale».

Dopo gli Stati nel dicembre 2021, a marzo del 2022 anche il Consiglio nazionale aveva approvato (186 voti a 4 e 2 astensioni) l'accordo sull'imposizione dei frontalieri tra la Svizzera e l'Italia. L'allora ministro delle finanze, Ueli Maurer, aveva giudicato che l'accordo porterà vantaggi evidenti ai cantoni interessati, in primis al Ticino, specie per la maggiori entrate fiscali e l'effetto antidumping dell'intesa dovuta alla maggiore imposizione dei frontalieri i quali non saranno più tassati in Svizzera alla fonte come adesso, ma in Italia, dove le aliquote sono più elevate. Il mercato del lavoro ticinese dovrebbe insomma diventare meno attrattivo.

Grazie all'intesa, la Svizzera tratterrà l'80% (oggi poco più del 60%) dell'imposta alla fonte ordinaria prelevata sul reddito dei nuovi frontalieri (le persone che fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro transfrontaliero dopo l'entrata in vigore del nuovo accordo) che lavoreranno sul suo territorio. I nuovi lavoratori frontalieri saranno tassati in via ordinaria anche in Italia. La doppia imposizione verrà eliminata. In futuro il «lavoratore frontaliere» includerà coloro che risiedono entro 20 chilometri dalla frontiera e che, in linea di massima, rientrano ogni giorno al loro domicilio. Alle persone che lavorano o hanno lavorato in Ticino tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo («frontalieri attuali») si applica un regime transitorio: continueranno a essere tassate esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte prelevata nella Confederazione.

In vigore dal 2024

Come detto, la nuova intesa fiscale tra Italia e Svizzera dovrà adesso essere approvata, con un testo identico a quello votato oggi in Senato, anche dall’aula di Montecitorio. L’Accordo entrerà comunque in vigore a partire dal 2024.

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