FC Lugano, mercato e imprecisioni: al prossimo articolo, caro Sebastian

Mannaggia a noi. Confondere il passaporto di Ahmed Kendouci, davvero, non ci voleva. E quindi grazie, caro Sebastian, per aver ritenuto doveroso evidenziare l’inesattezza in conferenza stampa. Touché. Che l’unico giocatore sul quale il club ha investito soldi importanti quest’estate si sia presentato a Cornaredo con una tibia fratturata, e dunque impossibilitato di lasciare il segno in una fase in cui c’era già in palio molto, invece, è un semplice dato di fatto. Un inconveniente che in nessun modo abbiamo correlato alla serietà (e alla potenziale bontà) dell’operazione che ha portato il centrocampista a Cornaredo. Ma qui, forse, chi ha tradotto per te non ha voluto cogliere.
Siamo per contro felici che le restanti mille parole del nostro articolo non abbiano reso necessaria una presa di posizione altrettanto ferma e sostenuta. D’altronde ci siamo limitati a un’analisi oggettiva del mercato condotto sino a qualche ora fa. Un mercato che continuiamo a ritenere ambiguo e tutto fuorché benefico per la condotta e il rendimento della squadra di Mattia Croci-Torti. L’allenatore ticinese, in fondo, chiedeva solo un sostituto all’altezza di Albian Hajdari, la cui partenza era nota da fine maggio. E, certo, un portiere in grado di scuotere Amir Saipi. Ma l’aver esaudito unicamente il secondo desiderio sul gong, e dopo aver visto sfumare un paio di opzioni, non basta per meritarsi una pacca sulla spalla. Come? Avevate «le mani legate»? Da chi? Il fair-play finanziario? Ma un buon direttore sportivo, come nel caso del citato Kendouci, non si muove in anticipo e senza limitarsi a sbandierare il concetto di creatività? Citiamo la spiegazione fornita ai colleghi di Teleticino, bravi - eccome - a chiedere lumi sulle ragioni della strategia adottata in materia di trasferimenti. E però, caspita, l’ultima volta che ci eravamo fatti avanti - auspicando coraggio e chiarezza in un momento che richiedeva entrambi - siamo rimasti orfani di qualsivoglia risposta. Dopo tutto, anche noi eravamo raggiungibili in ogni momento.
Vabbè, guardiamo avanti. E confidiamo in un gruppo di giocatori con la testa infine sgombra da sirene e fragili promesse. «Basta osservarli ora; complice la chiusura del mercato si allenano già con un’attitudine diversa» ci è stato assicurato. Wow. E poco importa se si tratta di una rosa XXL, che a fronte dell’unico onere rimasto occupa tutti i 25 posti del contingente come solo Basilea (impegnato però in tre competizioni) e San Gallo (in due). Siamo andati a controllare dopo aver letto dell’ennesima trattativa a buon fine orchestrata in casa Young Boys, con Meschack Elia - lui sì - convinto a trasferirsi in Turchia. Comunque, più che alla presunta determinazione ritrovata in allenamento, e a partire dal match del kybunpark, promettiamo di dare credito solo a prestazioni e risultati. Ai «fatti». Anche perché, caro Sebastian, non devo certo ricordarti la portata di quest’annata sportiva, vista l’AIL Arena all’orizzonte. E t’immagini una stagione da zero obiettivi raggiunti su tre? Doverla giustificare, in qualità di parte in causa, diventerebbe decisamente più imbarazzante che ammettere di aver involontariamente confuso Algeria e Tunisia.