L'uccello padulo

«Siamo qui per mandarvi a casa tutti!». Asia, in piedi sulla prua del battellino con il megafono in una mano e lo smartphone per fare il video nell’altra, s’è messa a strillare rubando le parole pronunciate un paio d’anni fa in Gran Consiglio dal giustiziere trozkista Matteo Pronzini. Ma che c’è ancora per voler mandare a casa tutti? C’è che il copione si ripete, in una temeraria corsa verso lo schianto, a Bellinzona come a Berna.
Lo scorso autunno il Consiglio di Stato aveva presentato un preventivo cantonale che sembrava costruito apposta per essere subitaneamente demolito. Un anno dopo l’esercizio pare preludere alle stesse tribolazioni con il secondo pacchetto di misure di risanamento finanziario. Il Paese della gente normale dovrà sorbirsi la stessa solfa slavata sui conti del Cantone con i soliti vuoti richiami alla collaborazione e i rimpalli delle responsabilità: è colpa del Governo contabile senza visioni, è colpa del Parlamento frammentato, è colpa della destra sparagnina, è colpa della sinistra spendacciona, è colpa del dipartimentalismo, è colpa della piazza. Alla fine scopriremo che è colpa del Gigi di Viganello e tireremo un sospiro di sollievo, facendo finta di non sapere che la classe politica l’abbiamo eletta noi e quindi ce la teniamo, anche se la mia amica microinfluencer del lago e content creator cerca di sobillare la tribù della Rete e tutte le persone che incontriamo sui moli del golfo quando scarichiamo le casse di Barbera fatto col mulo.
La sciagura massima è che, come un anno fa, i dolori preannunciati da Palazzo delle Orsoline s’intrecciano con quelli che vengono da Berna dove la neghittosità politica continua a produrre scandalosi rincari sui premi della cassa malati mentre il Governo ticinese vuole ancora tentare di tagliare i sussidi per l’assicurazione malattia perché comunque abbiamo il sistema più sociale della Svizzera nel sostegno alle fasce deboli della popolazione. Bella soddisfazione. L’ennesima randellata scombina i propositi.
E gli assicurati del famoso ceto medio che non sono sussidiati e che non necessariamente abusano delle prestazioni mediche come devono reagire alla nuova fattura sanitaria portata dall’uccello padulo come dice Giovanni Galli, caporedattore della politica federale del CdT? Se ne facciano una ragione. Già si sentono i soliti pistolotti riciclati sulla difficoltà di riformare un sistema sfasciatosi da tempo: è colpa dell’inettitudine politica, dei cassamalatari, dei medici, degli ospedali, delle cliniche, dell’industria farmaceutica, di un’offerta esosa che genera la domanda e un giro d’affari miliardario, di una domanda sconsiderata degli assicurati-pazienti-elettori.
L’ennesima stangata è un «colpo durissimo» per i ticinesi, ha affermato il direttore del DSS Raffaele De Rosa che, con le sue richieste a non esagerare, è stato graziosamente mandato a quel paese dalla ministra della sanità Elisabeth Baume-Schneider. La quale vuole però adesso organizzare una tavola rotonda nazionale con tutti gli operatori sanitari per capire come diminuire i costi. È come chiamare la Protezione civile dopo l’annunciato disastro. D’accordo, non si possono dare risposte semplicistiche a problemi complessi, sarebbe populismo. Ma la gente salassata da anni, con un potere d’acquisto sempre più eroso, ha il diritto-dovere di prendere i forconi contro l’uccello padulo o deve chiedere il permesso ai soloni della politica sanitaria? Forza Asia, siamo in molti a pensarla come te.

