Più soli, in uno stadio mezzo vuoto, ma senza demeriti

Riecco Svizzera-Slovenia. Dieci anni fa, si giocò di sabato e al Sankt Jakob-Park accorsero poco più di 25.000 spettatori. Di quel tutto esaurito mancato si discusse alla vigilia, parlando di un pubblico un po’ snob, e ciò considerata la posta in palio, di fatto un’assicurazione sulla qualificazione a Euro 2016. Che cosa dire, allora, della tendenza per la partita in programma questa sera sempre a Basilea? La seconda curva della campagna verso i Mondiali 2026 verrà affrontata in uno stadio più vuoto che pieno: a poco più di 24 ore dal fischio d’inizio, in effetti, erano stati venduti circa 10.200 biglietti.
Lo scarto con il sold out di venerdì sera (34.000 i presenti), in occasione dell’esordio nel gruppo B contro il Kosovo, presenta più spiegazioni. Dal nome e dal seguito dell’avversario a – banalmente – il giorno della settimana che ospita la gara, sicuramente infelice per bambini e famiglie. Nella centrale Berna, come avrebbe auspicato il ct rossocrociato Murat Yakin, non si può inoltre scendere in campo, e così – complice il doppio impegno casalingo ravvicinato e la grande domanda per l’incontro con i kosovari – si è dovuto optare per un compromesso. Con tutti i risvolti del caso.
C’è però anche un altro tema. Inutile negarlo. La Nazionale ha oramai abituato abbastanza bene i suoi seguaci. E, al netto della brevissima rincorsa al Mondiale, con appena tre turni da disputare in Svizzera, non si avverte con eccessiva urgenza la necessità di trascinare già ora Xhaka e compagni. Curioso. Nel settembre del 2015, sotto di due reti contro la Slovenia, i rossocrociati vennero addirittura fischiati, prima di dare vita a una rimonta epica, sinonimo di biglietto diretto per il torneo continentale. «Siamo stati lasciati soli» si sfogò nel post partita Josip Drmic, autore della doppietta che nel finale contribuì a ribaltare l’avversario.
Beh, anche oggi gli elvetici potrebbero sentirsi un po’ più soli, ma non per demeriti propri. L’avvio di qualificazione è stato travolgente. E se con la Slovenia la risposta sarà altrettanto persuasiva, siamo sicuri che allo Stade de Genève – per la super sfida con la Svezia di metà novembre – saranno pochissimi i seggiolini liberi.