Carnevale 2023

La lunga attesa

Un viaggio tra guggen e carri, raccontato da chi la passione carnascialesca la vive tutto l’anno, con uno sguardo agli ultimi, difficili, due anni
Preparazione carri di carnevale. © CdT/Chiara Zocchetti
Michele Castiglioni
27.01.2023 10:30

Ci siamo, è di nuovo quel periodo dell’anno tanto atteso da una buona parte dei ticinesi nel quale si ricomincia a parlare di carnevale e si pianifica a quali partecipare, in quali giorni e come vestirsi (sotto) e mascherarsi (sopra) per divertirsi fino a tarda notte tra piazze e capannoni. Ma c’è chi ha «la testa nel carnevale» tutto l’anno; chi alla festa popolare per eccellenza nel nostro Cantone dedica molte delle proprie energie e del proprio tempo libero anche negli 11 mesi nei quali i carnevali non ci sono. Sono i gruppi di carnevale che, tra chi realizza i carri per le sfilate, chi crea maschere di gruppo coordinate e le guggen, rappresentano l’anima più appassionata e spettacolare di un rito secolare. Quest’anno, dopo due dolorosi anni di assenza dovuti alle ben note condizioni eccezionali dettate dalla pandemia (arrivata ufficialmente in Ticino proprio all’indomani dell’edizione 2020 del Rabadan), si torna a far festa tutti insieme nelle piazze e nelle strade del territorio. Ma cosa succede «dietro le quinte» dei carnevali? Quali sono le attività che vengono condotte durante il resto dell’anno dagli appassionati in preparazione degli effettivi giorni di festa? E come sono stati questi due ultimi anni nei quali gli sforzi e l’impegno non hanno trovato sfogo?

Ne abbiamo parlato con alcune persone che lavorano nell’ambiente, appassionati che si dedicano all’allestimento del «prossimo carnevale» nel loro tempo libero e con grande dedizione. «La preparazione di un carnevale richiede molto tempo da investire, chiaramente non retribuito: lo si fa per passione», ci dice Mauro Bissolotti, vicepresidente del comitato del Rabadan «e, come Rabadan, al motto di “tradizione ed innovazione” siamo sempre in cerca di nuove idee, anche se queste creano immancabilmente ulteriore lavoro». Si, perché il lavoro di un appassionato che si occupi di un carro, di costumi o di musica in una Guggen non si ferma mai. «Durante l’anno si colgono e si “mettono da parte”, per così dire, i vari temi o le notizie che hanno suscitato più clamore a livello svizzero. Meglio se succedono nella seconda parte dell’anno, così sono ancora ben impressi nella memoria della gente. Poi, a settembre, il comitato prima e l’assemblea poi decidono che temi sviluppare e cosa andrà realizzato per il carro nuovo. A quel punto è anche importante segnalare ai carnevali ai quali si intende partecipare il tema scelto, in modo che non ci siano troppi carri con lo stesso tema», spiega Mirko Negri, membro storico, nonché ex presidente, de «La Castello bene», noto gruppo carnascialesco di Castel San Pietro. «Dopodiché parte il nuovo progetto e nel giro di due-tre mesi il carro inedito è pronto». E questo per quanto riguarda la preparazione del carro, ma in realtà lo stesso più o meno avviene anche per i costumi coordinati e per la musica che accompagnerà la sfilata.
Per le guggen, invece, si tratta di sviluppare ogni anno un po’ di musica nuova da aggiungere al repertorio. Anche qui individuando brani o riferimenti all’annata in corso - per esempio incorporando nel repertorio gli ultimi successi di classifica, naturalmente rielaborati, ma non solo. «In media si scelgono dai tre ai cinque brani nuovi ogni anno», riferisce Manuel Bolliger, Maestro di musica nella «Anfrigola & Gatt Band (AGB)» e membro di comitato del Carnevale Maggia. «Generalmente rielaboriamo sia brani da classifica recenti, sia altri più datati: l’importante è che siano conosciuti e che facciano ballare!» In ogni caso, l’impegno è grande, per le quasi 90 persone che compongono la AGB, tra musicisti e aiuti vari: «le prove per noi cominciano a settembre e arrivano fino al periodo dei carnevali. Però siamo attivi tutto l’anno partecipando ad eventi, feste e sagre: così ci manteniamo “in allenamento”.»
Il carnevale è dunque un impegno importante, che coinvolge persone di ogni età, soprattutto per quanto riguarda i gruppi che comprendono carri, maschere e anche tendine: «La Castello Bene, ad esempio, conta su 75-80 persone tra chi sfila, chi suona, chi canta, chi prepara il carro, chi i costumi e chi si occupa delle tendine con cibo e bevande», racconta Mirko Negri. «Ma è proprio questo il bello della nostra passione. Richiede sacrifici e molte serate di lavoro che finiscono in piena notte, anche se all’indomani si lavora. Ma stare insieme come una grande famiglia, con tutti che danno il proprio contributo è una splendida sensazione. Quando ci muoviamo siamo una vera e propria comitiva, tra materiale, mezzi e persone e sebbene sia decisamente stancante stare in piedi tutte quelle ore, lavorando come matti, tutti danno una mano: dai membri più anziani che si occupano della griglia ai bambini che si preparano per il corteo».

C’è stata, tuttavia, una importante battuta d’arresto negli ultimi due anni: la pandemia, che ha costretto tutti a reinventarsi, almeno temporaneamente. Ma che ha rappresentato anche un’occasione per sviluppare nuove idee: «Abbiamo progettato ed implementato diverse novità che ora sono sul piatto, pronte da essere servite», ci dice Mauro Bissolotti. «Abbiamo un nuovo sito internet, per esempio, disponibile in diverse lingue e tra queste, nel segno della tradizione, anche in dialetto! E poi, la piattaforma rabadan-ticketing.ch, dove acquistare i biglietti per l’evento e trovare informazioni. Inoltre, grazie alla collaborazione con Cristiano Perli – un grande fan del carnevale, oltre che appassionato collezionista di giochi di società – abbiamo sviluppato RabaGame, un gioco da tavolo basato sul Rabadan». Insomma, il carnevale bellinzonese non è stato con le mani in mano negli ultimi due anni. Ma nemmeno La Castello Bene: «per fortuna siamo riusciti ad organizzare un evento estivo – la “Trotterellata” – che ha fatto sì che mantenessimo impegno e coesione come gruppo anche senza lo stimolo del carnevale. Ma non è stato facile, perché avere un obiettivo ti dà anche l’energia per affrontare il lavoro che comporta raggiungerlo». E l’impegno è sempre grande: «basti pensare che quando andiamo a Bellinzona, per esempio, ci sono 40 persone che partono alle 4 del mattino per preparare il tutto…». Trovare delle attività alternative che permettessero di ritrovarsi comunque, anche solo online, durante la pandemia è stata la salvezza per molti. «Anche noi», aggiunge Manuel Bolliger, «siamo riusciti a mantenere vivo il gruppo e il rapporto con il pubblico grazie ad un paio di iniziative “da casa” che hanno riscosso successo ed apprezzamenti, come la cena di Natale online collegati su Zoom (per la quale avevamo spedito dei pacchetti contenenti un “kit per festeggiare” a tutti). Abbiamo inoltre fatto un brano insieme, composto e registrato online. Così siamo rimasti in contatto diretto tra di noi e con il pubblico. E abbiamo mantenuto dei progetti concreti che ci dessero lo stimolo per rimanere attivi».
Per fortuna, da quest’anno si ricomincia a festeggiare come sempre. «Si, quest’anno ritorna anche il carnevale notturno a Castel San Pietro, che compie 20 anni, con la sfilata alla sera del venerdì del Carnevàa di Cavri e poi partecipiamo a Bellinzona, Tesserete, Chiasso, etc.» racconta ancora Mirco Negri. «Per me si ritorna alla consuetudine, insomma, anche perché il primo corteo a cui ho partecipato è stato nel 1983 (i carri sono arrivati dopo), quindi sono 40 anni che il carnevale fa parte del mio mondo!» E questa è un’ottima sintesi di un mondo che esiste solo e soltanto grazie a chi ci dedica il proprio tempo volontariamente. «Prepararsi al carnevale è una gioia,» conclude Mauro Bissolotti, «partecipare alla costruzione di un carro, le decorazioni di un gruppo, suonare in una guggen sono tutte opportunità uniche per acquisire conoscenze personali, imparare la manualità, dipingere, tagliare, saldare, piccoli lavori di elettricità, falegnameria, ecc. che poi vengono anche utili nella vita quotidiana. Insomma, mi sento di dire che in questo senso il carnevale è anche una scuola di vita! Più tradizionale di così…».

In questo articolo:
Correlati
Passione e affinità
Alla scoperta di un mestiere ancora poco conosciuto ma fondamentale per le attività di salvaguardia e protezione: il/la Guardiano/a di Animali