Mendrisio

Licenziamenti sotto l'albero di Sintetica

Tempo di riassetti nella farmaceutica, tra tagli e assunzioni – «Il settore reagisce»
©Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
17.12.2023 08:30

Le lettere di disdetta sono arrivate un po’ a sorpresa, a ottobre, e diventeranno effettive da fine dicembre. Undici dipendenti di Sintetica a Mendrisio hanno scoperto così che è in corso «una ristrutturazione aziendale», per citare il testo delle missive. E che questo sarà il loro ultimo Natale in azienda. Un «fulmine a ciel sereno» per alcuni degli interessati ma anche per i sindacati. Sintetica, una delle «big» della farmaceutica in Ticino, esce da una fase di espansione. È stata acquisita tre anni fa da un fondo d’investimenti francese e - prima degli undici licenziamenti - sembrava al riparo da venti di crisi.

Un’azienda in crescita

E di crisi è difficile parlare, per il caso specifico e in generale, anche se l’anno che volge al termine è stato certamente più turbolento di altri per il settore farmaceutico nella Svizzera italiana. Una quarantina di licenziamenti alla Helsinn di Pazzallo (che fanno seguito ad altrettati posti tagliati nel 2022), anche qui a seguito di una ristrutturazione aziendale. Una ventina, invece, i dipendenti della Pharmanalytica di Locarno che rimarranno a casa a fine mese: Novartis ha annunciato due anni fa la dismissione del sito, che si conclude nei tempi previsti.

Ogni caso è una storia a sé. Alla Sintetica le ragioni delle disdette non avrebbero a che fare con un calo delle vendite, come invece avvenuto ad esempio alla SFI Health di Bioggio nello stesso periodo dell’anno scorso (una quarantina di licenziamenti pre-natalizi). A Mendrisio le misure sarebbero dovute a un ri-orientamento strategico, deciso dal management della storica azienda acquistata nel 2019 dal fondo francese Adrian. Si tratterebbe di «tagli decisi all’ultimo momento per far quadrare i bilanci annuali» secondo Nenad Jovanovic del sindacato OCST, che ha partecipato a colloqui con l’azienda. «Non sembrano inquadrarsi in una situazione di difficoltà finanziaria complessiva».

In realtà, al momento dell’acquisizione il fondo francese aveva annunciato un piano di investimenti di 60 milioni di franchi, e l’assunzione di 200 nuovi collaboratori nell’arco di quattro anni (oltre ai 210 già presenti a Mendrisio e a un centinaio nel canton Neuchâtel). Effettivamente, l’anno scorso Sintetica ha inaugurato negli Stati Uniti la sua terza filiale: a partire da quest’anno ha ricevuto dalla FDA americana una pre-approvazione a vendere sul mercato statunitense i farmaci prodotti a Couvet (NE).

Il sogno americano

Proprio l’espansione oltre Oceano, spiegano dall’azienda, ha avuto ripercussioni sull’assetto a Mendrisio. «Sintetica sta affrontando una nuova fase della propria espansione sui mercati internazionali, in particolare entrando direttamente, non quindi più solo tramite società terze, nel mercato statunitense» spiega il direttore delle risorse umane Daniele Fontana. «Questa scelta strategica ha reso necessaria una riorganizzazione della propria struttura e la definizione di una diversa priorità dei suoi progetti».

Mentre da un lato, dunque, si procedeva ad assumere personale negli Stati Uniti (ma anche a Mendrisio), dall’altro alcune figure in Ticino - consulenti, informatici e ingegneri - sono diventate non più necessarie. «Purtroppo abbiamo dovuto interrompere i rapporti di lavoro con alcune collaboratrici e collaboratori nei campi non più prioritari» conferma Fontana.

Il quadro generale

Licenziamenti da una parte, dunque, ma assunzioni dall’altra. Nel complesso il bilancio è in pari, per fortuna, se non addirittura in attivo: nel 2023 gli addetti al settore farmaceutico in Ticino sono saliti oltre quota 3mila, con molti posti ancora vacanti. Eppure le nubi grigie all’orizzonte non mancano. «La situazione congiunturale odierna presenta elementi di difficoltà oggettivi» ammette Fontana (sottolineando che Sintetica resta «un’azienda in espansione, molto vitale e innovativa»).

L’associazione di categoria Farma Industria vede il bicchiere mezzo pieno. «I tagli rientrano nella normale attività di tutte le aziende, in un anno un centinaio di licenziamenti su 3mila addetti non sono tanti» calcola il presidente Piero Poli, che tra i fattori a sfavore cita «sicuramente il franco forte e i rincari energetici». Per il direttore della Rivopharm di Bioggio - che proprio di recente ha assunto «una decina di collaboratori» - il settore nel complesso «sta reagendo bene alle difficoltà». Sperando che l’anno prossimo porti solo buone notizie.

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