Clima

Quando in Antartide ci sono 40 gradi in più

Negli scorsi giorni sono state registrate temperature record nei luoghi più remoti del nostro pianeta: Antartide e Artide – Per scoprire cosa stia realmente accadendo in quei territori abbiamo intervistato Martin Stendel, scienziato del clima al Danish Meteorological Institute
Federica Serrao
26.03.2022 13:12

La primavera sembra essere tornata, almeno alle nostre latitudini. Mentre le temperature si alzavano, rendendo le nostre giornate più tiepide e soleggiate, anche in altre parti del mondo si è assistito a più fenomeni di innalzamento delle temperature, considerati però da «record». In questo momento, fa infatti caldo anche dove non dovrebbe. In Antartide e nell’Artide. Alle estremità del nostro pianeta, in quei luoghi che associamo spontaneamente a ghiaccio, neve, freddo. Così freddo e così spontaneo, come pensiero, da farci dimenticare dei cambiamenti climatici che si stanno verificando in questi territori remoti della Terra. Negli scorsi giorni, proprio in questi territori, sono state registrate delle temperature anomale per le stagioni in cui, rispettivamente, si trovano ora i due poli. Per scoprire di più sul fenomeno e sulla pericolosità di queste misurazioni da record abbiamo contattato il dottor Martin Stendel, scienziato del clima presso il Danish Meteorological Institute di Copenhagen.

«40°C più caldo del solito»

Il «record» – dalla connotazione non particolarmente positiva – come dicevamo, si è registrato sia in Antartide che nell’Artide. In quest’ultimo territorio, ci spiega il dottor Stendel, «le temperature sono state di 15° più calde del normale, se paragonate alla media degli ultimi trent’anni». Tradotto in numeri, parliamo di temperature vicine allo zero, o addirittura leggermente sopra. «È insolito per questo periodo dell’anno, ma è già stato osservato prima, per esempio nel 2018. In realtà ci sono pochissime osservazioni sull’Oceano Nord, ma possiamo affermare che le temperature abbiano raggiunto 1,0°C a Ittoqqortoormiit, punto più orientale della Groenlandia, -0,4°C a Station Nord (a nord sulla costa orientale) e -0,3°C a Kap Morris Jesup, la stazione meteo più a nord del mondo». Ma non finisce qui. «In Antartide, la situazione è stata addirittura ancora più insolita. Vostok, a 3.489 metri, ha registrato una temperatura di -17,7°C, circa 15°C sopra alla precedente misurazione record. Concordia Dome (3.234 metri) ha invece misurato -12,2°C, che è di gran lunga la temperatura più alta registrata, oltre che essere di circa 40°C più calda rispetto alla temperatura media nel periodo dell’anno in cui ci troviamo». Infatti, in Antartide, in questo momento, l’inverno è appena iniziato, ci spiega lo scienziato. «Il sole è molto basso, e nella parte più interna dell’Antartide è iniziata la notte polare». Di conseguenza, nell’Artide è appena cominciato il semestre estivo, il cui equinozio di primavera è stato il 20 marzo.

In Antartide, la situazione è stata addirittura ancora più insolita. Vostok, a 3.489 metri, ha registrato una temperatura di -17,7°C, circa 15°C sopra alla precedente misurazione record.
Martin Stendel

«In Antartide, poi, nei territori più a nord sono state osservate temperature anche sopra lo zero. Come a Terra Nova Base (74°S), dove si sono registrati 7°C.» Temperature di questo tipo, secondo l'esperto, non solo sarebbero da record per le stagioni in cui si trovano ora Polo Nord e Polo Sud, ma sarebbero abbastanza anomale per la storia generale delle misurazioni in quei territori. «Le serie temporali delle osservazioni non sono molto lunghe in Antartide. Le stazioni meteo sono state create nel corso dell'anno geofisico internazionale, dunque tra il 1957 e il 1958. Ciò significa che disponiamo di circa 65 anni di dati. Se paragoniamo queste temperature a quelle registrate in questo periodo di tempo ci troviamo davanti a misurazioni senza precedenti. Nell'Artide, come abbiamo già visto prima, è già capitato di osservare fenomeni e temperature simili, ma anche in questo caso le osservazioni della scorsa settimana sono vicine a valori da record». 

Come il cielo giallo con la sabbia del Sahara

Da dove arrivano, però, queste temperature? «Temperature così alte sono legate a situazioni di blocco. Normalmente, il flusso d'aria va da ovest verso est nelle medie latitudini di entrambi gli emisferi. Ma di tanto in tanto, un'alta pressione blocca la strada al flusso normale. Su una mappa meteorologica questo modello appare come la lettera greca Omega (Ω), dove l'alta pressione è «dentro» l'Omega. A ovest dell'Omega, il flusso si sposta invece molto più a nord (sull'emisfero settentrionale), trasportando conseguentemente aria calda in quella direzione. Lo stesso procedimento avviene sull'emisfero sud, con un trasporto di aria calda però molto più a sud. Lo stesso fenomeno è quindi accaduto negli stessi emisferi».

La scienza in questo momento è lungi dall'essere definita
Martin Stendel

L'esperto ci fornisce anche degli esempi per comprendere meglio, alcuni dei quali hanno interessato anche la Svizzera nelle scorse settimane. «Sull'emisfero nord, ricorderete l'evento di polvere del Sahara di qualche giorno fa. In quell'occasione, l'aria calda dal Sahara è stata trasportata verso nord attraverso tutta l'Europa, fino alla Groenlandia nord-orientale». Eventi di questo genere, va da sé, possono allarmare e portare a chiedersi se e quando diventeranno ancora più frequenti. «È un'aria di ricerca attiva, questa. Ci sono indicazioni che suggeriscono che il jet stream (ciò che regola il flusso appena descritto) diventerà via via più "ondulato" in condizioni di cambiamento climatico. Questo perché la differenza di temperatura tra le medie e le alte latitudini diventa più piccola. Ecco, questo sì, potrebbe portare a un aumento della frequenza di tali eventi, ma la scienza in questo momento è lungi dall'essere definita». 

Rischi «contenuti»

Le conseguenze di questi eventi estremi, quindi, quali possono essere? Quali sono i rischi per questi territori così remoti? «In Antartide non ci sarebbero conseguenze immediate. Nessuno ci vive, e in termini di scioglimento dei ghiacci e di innalzamento del livello del mare, non importa particolarmente se ci sono 50 o 10 gradi sotto lo zero. Con un ulteriore riscaldamento ovviamente però questo potrebbe cambiare. Nell'Artide la situazione è diversa. Le temperature sono già vicine allo scongelamento dei ghiacci. Quindi, un aumento della frequenza di tali eventi porterebbe ad un rapido aumento dello scongelamento, che porterebbe inevitabilmente a conseguenze sulla stabilità delle case e delle tubature, oltre che sull'habitat degli animali». 

In questo articolo:
Correlati