Eurovision minaccia la Spagna di sanzioni se citerà (ancora) il conflitto a Gaza

Tensioni all'Eurovision Song Contest per la partecipazione di Israele, che continua a generare polemiche. L'Unione Europea di Radiodiffusione (UER) ha inviato un ammonimento alla radiotelevisione pubblica spagnola Rtve minacciando «multe punitive» se, durante la finale di stasera della 69. edizione del festival, i commentatori ripeteranno i riferimenti al conflitto di Gaza, come hanno fatto nella semifinale di ieri, trasmessa dalla rete La2.
Nella comunicazione ufficiale, anticipata da El Pais, indirizzata dai vertici di UER alla capo della delegazione spagnola, Ana Maria Bordas, si ricorda che le regole del festival «vietano le dichiarazioni politiche che possano compromettere la neutralità del concorso». E che «il numero delle vittime» del conflitto di Israele a Gaza «non ha posto in un programma di intrattenimento apolitico il cui slogan, Uniti per la Musica, incarna il nostro impegno per l'unità», segnala il messaggio.
Durante la seconda semifinale, i commentatori di Rtve avevano ricordato la richiesta dell'ente radiotelevisivo spagnolo di discutere la partecipazione di Israele al festival, menzionando le oltre 50.000 vittime civili a Gaza, fra cui oltre 15.000 bambini, secondo i dati ONU.
Rtve ha confermato a El Pais che il messaggio dei presentatori era stato concordato con l'emittente e anticipa «un gesto» sul tema anche durante la finale odierna. Nell'esprimere «sorpresa» per la reazione dell'UER, l'ente pubblico segnala che invocare il rispetto per i diritti umani e la pace non costituisce un attacco a un paese specifico. E sottolinea che non è stato considerato politico il riferimento della delegazione israeliana alla condizione della sua rappresentante, Yuval Raphael, come vittima degli attacchi di Hamas nei territori israeliani del 7 ottobre 2023.