L'intervista

«Preferisco cantare in una band che esibirmi quale solista»

Sarà uno dei piatti forti del Locarno Music Weekend by City of Guitars, l’esibizione della cantante scozzese Maggie Reilly – Un’artista che il mondo conosce principalmente per essere stata negli anni Ottanta la «voce» dei grandi successi planetari di Mike Oldfield
La cantante scozzese Maggie Reilly (66 anni).

Sarà uno dei piatti forti stasera in piazza Grande, del Locarno Music Weekend by City of Guitars, l’esibizione della cantante scozzese Maggie Reilly. Un’artista che il mondo conosce principalmente per essere stata negli anni Ottanta la «voce» dei grandi successi planetari di Mike Oldfield (Moonlight Shadow e To France su tutti), ma che in questa sua prima apparizione in Ticino avrà modo di far conoscere una personalità artistica molto più sfaccettata. L’abbiamo intervistata.

Lei è nota mondialmente per le sue collaborazioni con Mike Oldfield, però la sua carriera è cominciata molto prima...
«È vero. Ho iniziato già negli anni Settanta all’interno di una band scozzese, i Cado Belle: la nostra era una musica piuttosto variegata con interessanti combinazioni di folk, funk e altro ancora. Con quell’ensemble sono rimasta diversi anni. Poi quando ci siamo sciolti mi sono trasferita in Irlanda dove ho lavorato con altre band. E infine ho conosciuto Mike Oldfield che mi ha chiesto di lavorare con lui».

Come è nato questo vostro incontro?
«Grazie all’allora sua moglie Sally Cooper che aveva lavorato alla Virgin Records e conosceva e apprezzava i Cado Belle. Dopo lo scioglimento della band alcuni dei miei ex compagni avevano iniziato a lavorare con Mike e una sera sono andata a trovarli prima di un concerto. Sally mi ha visto nel camerino mentre parlavo con alcuni di loro e ha detto a Mike: “Potresti chiederle di cantare con te". Così Mike è venuto da me mentre ero seduta a terra chiacchierando con i miei amici e mi ha detto: “Ho sentito dire che sei una cantante”. Al ché ho replicato: “E io ho sentito dire che sei un chitarrista”. E lui “Ti piacerebbe cantare con me stasera?”. Gli ho risposto che in realtà, a parte Tubular Bells non conoscevo alcunché della musica ma che avrei potuto provarci. Lui allora mi ha fatto sentire alla chitarra alcune cose, ho preso degli appunti e sono salita sul palco con loro. Alla fine dello show mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto andare con loro in tour e ho pensato: visto che ci sono anche i miei amici, potrei provare... E così è cominciata l’avventura».

Al termine della quale ha poi deciso di proseguire quale solista. È stato difficile imporsi con il suo nome, considerato che tutto quello che aveva fatto andava sotto l’«etichetta» Mike Oldfield e che lei era sostanzialmente quasi una sconosciuta?
«In realtà no, anche perché sebbene i dischi che ho inciso fossero a nome di Mike i miei contributi sono sempre stati ben sottolineati. Comunque alla fine di quell’esperienza mi fu chiesto di partecipare a un progetto discografico benefico in Germania assieme ad altri artisti tra cui Joe Cocker, Brian May, Ian Anderson, Herbie Hancock, Chaka Khan, Sandra e Jennifer Rush. Lì incontrai un manager tedesco, Jürgen Thürnau, che mi propose di fare qualcosa insieme. Parlammo un po’ della cosa e mi propose di incidere un album a mio nome. Accettai, e ora eccomi qui. Diciamo che anche in questo caso tutto è avvenuto abbastanza casualmente. Probabilmente se non avessi incontrato Jürgen, avrei formato un’altra band. Un po’ come sta accadendo ora: lavoro infatti con un gruppo irlandese. Mi piace infatti fare parte di una band, mi piace l’atmosfera che si respira all’interno di un collettivo, è bello lavorare sempre con le stesse persone e condividere con loro ogni esperienza. Quando sei un’artista solista, gran parte del tempo lo passi infatti con il tuo manager o il tuo tecnico del suono, i musicisti vanno e vengono. Non è che mi dispiaccia conoscere persone nuove con cui suonare, ma non vorrei che fosse sempre così. Sai, a volte, soprattutto quando sei per molto tempo in tour è bello avere attorno a te delle facce amiche».

Dal punto di vista strettamente musicale che cosa sta facendo attualmente e quali sono i suoi progetti futuri?
«Stiamo facendo molte cose, tutte diverse tra loro. Prima della pandemia avevo deciso di realizzare un album natalizio – le canzoni di Natale mi hanno sempre appassionato – che abbiamo finito poco prima del lockdown. Nello stesso periodo abbiamo completato un altro disco però poi il lungo stop dell’attività ha bloccato la loro commercializzazione. In seguito, con Stuart MacKillop (il tastierista dei Cado Belle - ndr) ho iniziato a lavorare su un musical, del quale stiamo ora realizzando alcuni video e altro materiale promozionale. C’è molta carne al fuoco, insomma, a partire dal tour di dicembre che dedicherò esclusivamente alle canzoni natalizie che ho registrato e che ci tengo ad eseguire finalmente dal vivo. Tra un impegno e l’altro, quando posso vado inoltre in tour con la mia band irlandese. E una volta che avrò fatto tutto questo, mi sederò e probabilmente scriverò un nuovo album e lo registrerò, spero, con i ragazzi con cui sto lavorando al momento».

Nel frattempo c’è questa sua primizia stasera a Locarno...
«Non vedo l’ora di salire sul palco, sono molto felice. In Svizzera infatti mi sono esibita varie volta ma mai in Ticino che, da quanto ho potuto vedere online, deve essere un posto bellissimo. Inoltre ho avuto modo di constatare chi nelle scorse edizioni si è esibito a City of Guitars e sono orgogliosa di poter scrivere il mio nome accanto al loro nell’albo d’oro del festival».

Tante le «star» in piazza Grande

Non ci sarà solo la scozzese Maggie Reilly ad animare l’edizione 2023 del Locarno Music Weekend by City of Guitars, che prenderà il via nel pomeriggio di oggi con un concerto al Teatro Kursaal della United Soloist Orchestra, dalle 19.00. Poi in piazza Grande, una lunga sequenza di esibizioni con la City of Guitar Band, The Menlove, Connie Talbot, Luis Landrini, Drupi, Antonella Ruggiero e appunto l’interprete di Moonlight Shadow. Domani sul palco della rassegna (sempre dalle 19.00) sfileranno invece Luigi Schiavone, Connie Talbot, Cutting Crew, Jalisse e Den Harrow. Interessanti pure, nei due pomeriggi, gli incontri sul Palco-Sofà con Drupi, Den Harrow, Jalisse e Luigi Schiavone. Il tutto a ingresso gratuito.
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