La stella di Granit Xhaka brilla sempre di più, ma come fare senza guardia del corpo?

Non la più forte, ma di sicuro fra le più affidabili e performanti del pianeta. La coppia di centrocampo formata da Granit Xhaka e Remo Freuler ha fatto le fortune della nazionale svizzera. E, si spera, continuerà a farle almeno sino ai Mondiali 2026. La partecipazione al torneo americano verrà decisa dalle due ultime curve delle campagna di qualificazione, piazzate sabato 15 novembre a Ginevra e - in caso di brusca frenata - martedì 18 a Pristina. Già. Peccato che la selezione di Murat Yakin dovrà fare a meno dell’inossidabile duo sia contro la Svezia, sia contro il Kosovo. E, no, non è una buona notizia.
Le parabole dei due giocatori, nelle scorse ore, hanno conosciuto destini opposti. Xhaka, in effetti, non smette di volare e far volare il neopromosso Sunderland in Premier League. La stagione di Freuler, invece, ha subìto un improvviso schianto. Durante l’ultimo match disputato dal Bologna a Parma, il 33.enne ha riportato la frattura scomposta della clavicola destra dopo un contrasto fortuito. Tradotto: circa 2 mesi di stop e tanti cari saluti ai prossimi, cruciali impegni in rossocrociato.
Un evento eccezionale
Per l’ambiente elvetico, dicevamo, l’assenza di Freuler rischia di pesare parecchio. Evidentemente, la conferenza stampa che aveva preceduto la trasferta vincente di Stoccolma, un mesetto fa, non ha portato bene all’ex Nottingham Forest e Atalanta. Basti pensare alla prima domanda rivoltagli nella pancia della Strawberry Arena da un collega svizzerotedesco: «Remo, le partite che hai saltato in carriera si contano sulle dita di una mano: qual è il tuo segreto?». Eh...
Seduto al suo fianco, il ct Yakin aveva se possibile anticipato la portata della futura defezione. «Non ricordo che Remo abbia mai giocato male o sia stato fuori forma. Sono anche affascinato dal suo approccio strategico al gioco. Parliamo di un calciatore completo. Potrei schierarlo in qualsiasi posizione e funzionerebbe bene». Ecco, appunto. Tra dieci giorni non accadrà. E si tratta di un fatto eccezionale, poiché Freuler e Xhaka si spalleggiano da una vita. L’ultima gara ufficiale che i due non hanno condiviso risale a due anni fa. E, guarda caso, contro la Romania, nell’ultima e ininfluente sfida valida per le qualificazioni a Euro 2024, fummo sconfitti 1-0. Prima di Bucarest, era stata Lisbona a condannare la Svizzera di Xhaka, ma senza Freuler dal 1’: in quel match di Nations League il Portogallo ci rifilò un sonoro 4-0.
Paradossalmente è andata molto meglio a ruoli invertiti. E cioè con Freuler chiamato a mantenere gli equilibri e Xhaka fuori dai giochi. Avvenne nei quarti di finale di Euro 2020, persi orgogliosamente ai rigori al cospetto della Spagna, come pure nel primo scorcio dell’era Yakin, quando strappammo all’Italia - con tanto di pareggio maturo a Roma - la qualificazione diretta ai Mondiali in Qatar. Insomma, nel bene (spesso) e nel male (raramente), Remo - e non viceversa - è stato la guardia del corpo di Granit. Per dire: nel quadro dell’importante successo colto in Svezia a ottobre, il primo era risultato il migliore in campo, tamponando in ogni zona del campo e proteggendo il compagno, da parte sua capace di decidere il match in impostazione prima e dal dischetto poi.
Aebischer, Sow, Sierro e Jashari
E ora? Chi si farà in due per far emergere Xhaka? Quando orfano del fedele compagno, il capitano della Svizzera è stato affiancato da Aebischer (con la Romania) e Sow (con il Portogallo). Sia il centrocampista del Pisa, sia quello del Siviglia sono convocabili e schierabili da Yakin, così come Sierro, sempre in campo nella Saudi Pro League con l’Al-Shabab. Non dovrebbe invece essere il caso di Zakaria (Monaco), sostituto naturale di Freuler e però reduce da un serio infortunio all’adduttore. E se toccasse a Jashari? Lo scenario è intrigante, ma è difficile immaginare una promozione subitanea del talento classe 2002. Il Milan, che l’ha appena riportato in panchina con la Roma, non accetterebbe d’altronde di mettere di nuovo a repentaglio il proprio cospicuo investimento, già fermato a fine agosto da una frattura composta del perone. In ogni caso, indipendentemente dalla scelta di Yakin, non sarà la stessa cosa. Spetterà dunque a Xhaka provare ad alzare ulteriormente l’asticella, perché no cavalcando il magic moment inglese. Lunedì sera, l’elvetico ha trovato la prima rete stagionale, impattando la partita esterna con l’Everton e permettendo ai suoi di rimanere nel vagone di testa della Premier. Sabato, al Stadium of Light, è inoltre atteso il «suo» Arsenal. E il tecnico Régis Le Bris, a ruota di stampa e osservatori, non può che elogiarne qualità e leadership. «Sono felice di avere questo tipo di giocatore. Vuole giocare a calcio, vuole essere competitivo, è sempre connesso al gioco e stabilisce gli standard». Come al Sunderland, ora dovrà riuscirci da solo in Nazionale.



