Ma, alla fine, in quanti stanno seguendo la Svizzera alla tv?

Tutto in una notte. La storia passa dallo Stade de Genève, dove questa sera la Svizzera femminile potrebbe scrivere un capitolo tanto bello ed emozionante, quanto inedito. Contro la Finlandia, alla terza e ultima curva della fase a gironi, basta un punticino per assicurarsi i quarti di finale di Euro2025, traguardo sin qui mai raggiunto dalle rossocrociate in un grande torneo. Dopo il successo ottenuto a Berna con l’Islanda, l’entusiasmo è alle stelle. Ad accompagnare Lia Wälti e compagne, va da sé, sarà un altro stadio esaurito in ogni ordine di posto. Speranze e timori, paura e coraggio. Un caloroso abbraccio, la spinta in più, anche, dal vivo, certo, ma non solo.
Polverizzato il record del 2023
Oltre all’affluenza al St. Jakob e al Wankdorf, a premiare la compagine elvetica sono stati pure i dati d’ascolto. A margine dell’esordio, una settimana fa a Basilea al cospetto della Norvegia, hanno impressionato le cifre rese note dalla SRF. Né più, né meno, un record. Il primo canale dell’emittente svizzerotedesca della SSR ha infatti registrato 822.000 spettatori e una quota di mercato del 65,8%, ai quali aggiungere le 230.000 visualizzazioni tramite piattaforme online. Precisazione doverosa: si tratta di «contatti», comprese quindi le persone che hanno seguito la partita anche solo per pochi minuti. A titolo di paragone, comunque, il precedente primato si era fermato a quota 473.000 spettatori, in occasione della sfida decisiva tra la Nazionale e la Nuova Zelanda ai Mondiali femminili del 2023. Ah, e si giocò alle 9 svizzere.
Più di 25 mila telespettatori
E in casa RSI? Com’è andata? Il riscontro dell’utenza è ritenuto oltremodo positivo pure a Comano. Il debutto delle rossocrociate, per l’emittente pubblica della Svizzera italiana, ha fatto rima con una quota di mercato del 32,7%. Tradotto: una televisione su tre era sintonizzata su Svizzera-Norvegia. Per disporre di un dato più oggettivo in merito all’interesse generato dall’evento, l’azienda ci ha in questo caso messo a disposizione il «rating» registrato dall’incontro, e cioè il numero medio di spettatori che ha scelto veramente di concentrarsi sulla formazione di Pia Sundhage. Ebbene, parliamo di 21.000 utenti per la sfida con le norvegesi (e 53.100 contatti totali). La seconda apparizione, domenica sera contro l’Islanda, è andata persino oltre, con una quota di mercato del 33,5% e una media di 26.000 telespettatori (per 57.500 contatti complessivi).
E le altre?
Va da sé, nessun’altra partita, perlomeno sin qui, ha saputo fare meglio. Si va da Svezia-Danimarca - giocata venerdì alle 18 - con un rating di 4.000 telespettatori alle interessanti cifre fatte segnare dagli altri match del gruppo rossocrociato: media di 8.000 utenti e quota di mercato al 15,4% per l’ouverture dell’Euro Finlandia-Islanda e 13.000 e 19% per Norvegia-Finlandia. Bene anche Belgio-Italia di giovedì scorso, che si è spinta sino a una quota di mercato del 13,2%, così come - nello stesso girone - Spagna-Portogallo per cui il rating è stato pari a 7.000 telespettatori. Curioso, al proposito, citare un paio di dati inerenti alla tv italiana. Lunedì sera, il match di Euro2025 fra le azzurre e il Portogallo ha registrato il 10,2% di share su Rai 2. Una settimana prima, gli ottavi di finale del Mondiale per club tra Inter e Fluminense, trasmessi su Canale5, si erano spinti sino al 24,6%.
Un anno dopo l’Euro maschile
Tornando all’euforia per le gesta della Nazionale femminile, il raffronto con i colleghi aiuta a comprendere la portata di quanto sta avvenendo in Svizzera. E, al contempo, il gap che permane fra due mondi che si trovano in fasi di sviluppo differenti. La selezione di Murat Yakin, a Euro 2024, aveva registrato quote di mercato alla RSI tra il 62,8% (Svizzera-Germania) e il 74,9% (Ungheria-Svizzera), mentre a livello di contatti la forchetta era andata dalle 105.000 (Ungheria-Svizzera) alle 160.800 unità (quarti di finale Inghilterra-Svizzera).
Attenzione però: limitandoci alla quota di mercato, la distanza si riduce o addirittura si annulla se si paragonano i numeri provocati attualmente dalle rossocrociate e altri eventi maschili. Per dire: i primi due match della Svizzera nell’ultima Nations League, disputati in settembre contro Danimarca e Spagna, avevano prodotto uno share medio del 29,1% alla RSI, minore dunque rispetto alla quota di mercato ottenuta dalle elvetiche in questi giorni. Non solo. All’analisi e alla riflessione sul fenomeno contribuiscono altresì i dati d’ascolto di altre partite riferite ai club: Lugano-HJK Helsinki di Conference League, in ottobre, aveva generato una quota di mercato del 19%; a fine agosto, nell’andata dei playoff di Champions League, la vittoria dello Young Boys contro il Galatasaray aveva per contro ottenuto il 17,4%. Beninteso, natura e luogo della competizione, periodo dell’anno, collocazione settimanale e programmi concorrenti costituiscono variabili importanti. Per il Paese ospitante e la sua popolazione, l’impatto mediatico ed emotivo di Euro2025 e delle sue protagoniste è tuttavia indiscutibile. Figuriamoci qualora la nazionale svizzera, questa sera, riuscisse a riscrivere la storia.