Calcio

Ma perché la Serie A non può fare a meno di Balotelli?

Super Mario, 34 anni e svincolato da mesi, torna nel massimo campionato italiano con la maglia del Genoa - L’attaccante avrà i riflettori puntati addosso - Massimiliano Castellani: «Come un certo tipo di cronaca, avere un caso fa sempre comodo»
©Reuters/Pecoraro
Massimo Solari
29.10.2024 20:15

«È una promessa: quando firmerò, io questa Serie A te la smonto». Pungolato nell’orgoglio da uno streamer, lo aveva garantito durante una diretta andata in scena su Twitch un paio di settimane fa. Ebbene: Mario Balotelli, alla fine, ha firmato. A riportarlo nel massimo campionato italiano, da svincolato e con un’operazione per certi versi disperata, è stato il Genoa. Il club ligure langue sul fondo della classifica. Ha perso alcune pedine per infortunio e, appunto, necessitava di una scossa. Okay, ma davvero lui? Per 250.000 euro netti (più bonus) sino al 30 giugno del 2025, l’attaccante ha ottenuto un’altra chance. L’ultima, con ogni probabilità, considerati i 34 anni e le recenti, tribolate stagioni.

Tante incognite

Super Mario manca dalla Serie A dal 2019-20, quando aveva vestito la maglia del Brescia senza incantare. «È stato un errore portarlo qui» aveva riconosciuto il presidente Massimo Cellino, poco prima della rottura tra le parti. L’anno successivo ci avrebbero quindi provato Silvio Berlusconi e il Monza, mancando però la promozione in A. Poi la Turchia, non senza alti, ma anche e soprattutto il fallimento al Sion (con tanto di retrocessione in Challenge League). Pure Christian Constantin, sognatore folle, amante dello spettacolo e dei giocatori spettacolari, aveva dovuto riconoscere l’inconsistenza dell’azzardo. «Parlarne - confidava al CdT alcuni mesi fa - mi crea sempre una certa difficoltà. Ero convinto di poterlo cambiare in qualche modo, renderlo differente per il bene del Sion. Credevo di poter parlare al suo cuore e al suo cervello. Il cuore, ve lo assicuro, non manca a Mario. La sua testa, invece, è davvero particolare».

Alberto Gilardino, fragile tecnico del Genoa, scommette però sul vecchio compagno in azzurro. Sul suo sentimento di rivalsa, per giorni e giorni alimentato su Instagram, dove Balo ha documentato gli allenamenti in solitaria sul campetto di Castegnato. «Se viene a Genova con la volontà di mettersi in discussione, sarà un valore aggiunto. Noi ce lo auguriamo» ha dichiarato Gilardino. Bene. Peccato che quel «se» contempli un ventaglio di scenari soprattutto crepuscolari. Persino distruttivi. E se, al netto delle rassicurazioni di parte, il fisico non reggesse? E se il fiuto del gol, mai mancato al possente centravanti esploso all’Inter, non bastasse più? E se la scintilla con i caldi tifosi del Grifone non scoccasse e, anzi, degenerasse nell’ennesimo incendio?

 Mario è animato da buone intenzioni, è un generoso, e però paga la sua superficialità. Il che, ripeto, fa comodo. Avere un caso fa sempre comodo
Massimiliano Castellani, giornalista e scrittore

«Infine maturo?»

In attesa del possibile esordio già giovedì contro la Fiorentina, i dubbi prevalgono insomma sulle certezze. Il che, si badi bene, non significa che il ritorno di Balotelli in uno dei cinque campionati più importanti d’Europa vada derubricato fra le brevi. No, la mossa intriga quanto una balotellata, forse perché - presto o tardi - tutti ci siamo affezionati a un numero, a una rete, a una dichiarazione di Super Mario. Vien dunque da chiedersi se il giocatore non sia mancato alla Serie A, più che dalla Serie A. Se non ci sia mancato, punto.

Massimiliano Castellani, giornalista per Avvenire e scrittore che ha dedicato ampio spazio alla parabola di Balotelli, ci fornisce la sua chiave di lettura: «La Serie A non può fare a meno di Balotelli perché appartiene alla categoria dei ribelli, dei maledetti. E il malessere, come un certo tipo di cronaca, suscita interesse, clamore. Attira. Mario ha fatto discutere per tutta una serie di episodi che hanno messo in difficoltà gli altri e se stesso. Parliamo di un personaggio e, in una certa fase, di un bersaglio del razzismo. Peccato che a Balotelli sia mancata la credibilità anche per fungere da baluardo in questa battaglia. Mario è animato da buone intenzioni, è un generoso, e però paga la sua superficialità. Il che, ripeto, fa comodo. Avere un caso fa sempre comodo».

Il calcio italiano, intanto, riabbraccia un attaccante da 52 gol in 141 apparizioni al massimo livello. Uno che in primavera veniva ancora accostato a una nazionale depressa e senza punte di peso. «A mio avviso - rileva Castellani - Balotelli non ha mai avuto l’allenatore giusto. Ha incrociato tanti motivatori, ma gli è mancato un padre». Gilardino potrebbe essere addirittura suo fratello. «Il tecnico del Genoa rischia sicuramente più di lui. Di recente ho assistito al match dei liguri con la Lazio e vi assicuro che Mario ha la fortuna di essere approdato in una squadra in cui può essere un fuoriclasse giocando su una gamba sola. Rovesciando la prospettiva, questo Genoa punta davvero tanto su Balotelli. E, quindi, bisogna capire se per la prima volta in carriera - a 34 anni - il diretto interessato riuscirà a fornire una prova di maturità. È la sola incognita, mentre non ritengo problematica la tenuta atletica del giocatore. I problemi, con Mario, nascono quando si creano i conflitti». E la sua promessa, un paio di settimane fa, Balotelli l’ha fatta.

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