Calcio

Caro Lugano, davvero vuoi rinunciare al brivido della Conference League?

La terza competizione europea, alla quale i bianconeri possono ancora sperare, sta entusiasmando e smentendo i tanti scettici della prima ora
Massimo Solari
15.04.2022 21:01

In principio, storpiarle il nome era la regola. «Cosa ne pensi della Continental League? Scusa, la Confederation League... ». Lei, invece, è l’Europa Conference League: la terza competizione per club di mamma UEFA. La sua introduzione è fresca, freschissima. Proprio giovedì, si sono giocati i quarti di finale della prima edizione. E, onestamente, né le squadre coinvolte né lo spettacolo offerto (dentro e fuori dal campo) hanno sfigurato rispetto a quanto accadeva al piano superiore. Da un lato Roma-Bodo/Glimt, PSV-Leicester, PAOK Salonicco-Marsiglia e Slavia Praga-Feyenoord. Dall’altro - in Europa League per l’appunto - Rangers-Braga, Lione-West Ham, Atalanta-Lipsia e Barcellona-Eintracht Francoforte. Per dire: L’Équipe, ieri, non ha esitato ad aprire il giornale con il successo dell’OM, subordinando la sconfitta del Lione. Mentre la Gazzetta dello Sport si è aggrappata volentieri a Mourinho e Zaniolo. Ragioni di opportunità, certo. Di prestigio, anche. Dopo tutto, il club di Payet e compagni era uno dei tre ancora in corsa con un trofeo continentale in bacheca. Così come la Roma rimane una società storica. Ma se la Conference League - un turno alla volta - è riuscita a fare breccia nel cuore di osservatori e soprattutto tifosi è anche grazie alle restanti fette della torta.

Una ventata d’aria fresca

Naturalmente, non bisogna nemmeno essere ingenui. E credere, cioè, che l’UEFA abbia plasmato il torneo solo e soltanto «per rendere il calcio europeo più inclusivo che mai». Così dichiarava fieramente il presidente Aleksander Ceferin, pochi mesi dopo aver fatto naufragare la Superlega. Tutto molto nobile, già. Peccato la Conference League sia stata pensata da Nyon esattamente per non infastidire i club più ricchi, interessati unicamente allo scintillante salotto della Champions League. In fondo, a ben guardare, la scommessa è stata vinta per questo motivo. Grazie alla distanza presa da quello che oramai è diventato un monopolio. Fateci caso: dal 2013 solo tre club non facenti parte delle cinque leghe più importanti - Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia - hanno centrato i quarti di finale di Champions: le portoghesi Benfica e Porto, insieme all’Ajax (Paesi Bassi). Discorso molto simile per l’Europa League, con i soli Shakhtar Donetsk (Ucraina) e Rangers (Scozia) in grado di smuovere le acque dal 2018 a oggi. A emergere sono dunque state piccole, grandi favole sportive, come quella dei norvegesi del Bodo/Glimt, del PAOK Salonicco o delloSlavia Praga. Così come l’enorme entusiasmo per le gesta della Roma, del Feyenoord o del Leicester, capace di conquistare la prima, storica semifinale europea della sua storia. All’Olimpico, per il successo decisivo contro il Bodo, erano addirittura in 61.000. Sì, sessantunomila! A riprova che la scarsa familiarità di alcune squadre con il calcio internazionale non ha minimamente intaccato l’appeal della Conference League. Anzi: diversi sostenitori interessati hanno riconosciuto un non so che di «avventuroso», nelle trasferte intraprese negli angoli più remoti del vecchio continente. E a proposito: la finale si giocherà a Tirana, in Albania, il prossimo 25 maggio.

I milioni in palio e il ranking

In palio, per chi vincerà l’atto conclusivo, vi sono 2 milioni di euro. Da aggiungere a quelli garantiti lungo il percorso da un montepremi totale di 235 milioni di euro. Mica bruscolini.Chiedetelo al Basilea, che qualificandosi per gli ottavi (con quattro vittorie e due pareggi) ha racimolato all’incirca 6 milioni di franchi. Di più: se la Svizzera ha scalato il ranking UEFA e dal 2023-24 i suoi club potranno accedere più facilmente (e persino con una quinta squadra) alle fasi a gironi di tutte e tre le competizioni europee, il merito è dei risultati ottenuti dai renani in Conference League.

E allora, caro Lugano. Tu che potresti acciuffarla sia con il terzo posto in campionato, sia con la vittoria della Coppa Svizzera. Davvero vuoi rinunciare al brivido della Conference League?

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