Sci alpino

La discesa dei due mondi vede il traguardo: «Ma ora servono tre notti fredde»

Mancano 15 giorni alle prime prove di Coppa del Mondo all’ombra del Cervino: la parte alta è in buone condizioni, l’arrivo invece preoccupa
Massimo Solari
14.10.2022 06:00

Ha bruciato le tappe. Sospinta dalla fame di novità del presidente FIS Johan Eliasch. E, certo, favorita da caratteristiche uniche nel suo genere: la prima prova della storia spalmata su due nazioni, per di più in un contesto paesaggistico da favola. Tutto molto bello ed eccitante, insomma. Peccato che a quindici giorni dall’entrata in scena, per la nuova discesa «Gran Becca» la strada sia ancora in salita. Con tutte le incertezze del caso per gli organizzatori, le Federazioni e - sintetizzando - il primo, sentitissimo appuntamento con la velocità della nuova stagione di Coppa del Mondo. «Premessa: sin qui il lavoro delle parti coinvolte è stato encomiabile» tiene a sottolineare il direttore di gara Rainer Senoner. Okay. Ora le cattive notizie. «Per preparare la parte bassa del tracciato servono due o tre notti fredde. Gli ultimi 400 metri, a oggi, non adempiono alle condizioni richieste». Urca. Ma nel concreto cosa significa?Cosa serve? «Quando dico notti fredde, intendo un bel po’ fredde: -5 gradi per tre notti o -9 per due notti. I cannoni sono pronti a sparare. Al momento, però, siamo al limite. Con 0 gradi o -1, infatti, non è possibile produrre artificialmente un innevamento adeguato». I restanti tre quarti della pista, al contrario, non preoccupano. «La parte superiore - conferma Senoner - è in buono stato e da qualche settimana ospita gli allenamenti delle diverse nazionali. Ciascuna delle quali può testare il tracciato per cinque giorni».

La partenza rivista

I weekend cerchiati in rosso sul calendario del Circo bianco sono due: 29-30 ottobre per le prime due discese maschili, 5-6 novembre per l’uno-due femminile. Il tempo a disposizione del comitato organizzatore è tuttavia minore. Ancora il direttore di gara: «L’ispezione della FIS? Proprio per farci trovare pronti, cercheremo di spostare di qualche giorno il verdetto definitivo. Il sopralluogo dovrebbe quindi slittare a metà della prossima settimana». E non cadere domenica, come inizialmente previsto. I piani originali, già. Rispetto alla visione primordiale di Didier Défago - il disegnatore della Gran Becca - anche la partenza è stata in parte rivista. «L’idea, invero, è stata accantonata immediatamente» precisa Senoner. «L’avvio originale era stato pensato in una zona troppo esposta al vento. Perciò abbiamo preferito rinunciare a qualche metro di lunghezza, per far scattare gli atleti in un punto un po’ più riparato. E che sarà ulteriormente abbassato in campo femminile. Nessuno ha mai corso all’ombra del Cervino. Soprattutto con la prima edizione serve quindi una certa prudenza in termini di sicurezza. In base ai riscontri ottenuti al battesimo, valuteremo poi se alzarci o meno con il cancelletto di partenza». La finalizzazione della nuova cabinovia 3S Testa Grigia-Piccolo Cervino, ritardata alla primavera del 2023, non per forza dunque modificherà i primi metri della Gran Becca. A oggi fissati a oltre 3.400 metri d’altezza, comunque un record. Non sarà invece da primato la durata della gara, il cui dislivello - comunque impressionante - sfiorerà i 900 metri. «A seconda della tracciatura scelta, in ambito maschile il cronometro dovrebbe essere fermato tra 1’55’’ e 2’05’’» afferma Senoner, lasciando così lo scettro al Lauberhorn.

Le temperature devono toccare i -5 gradi per 72 ore o i -9 per 48 ore. L’ispezione della FIS slitterà di alcuni giorni
Rainer Senoner, direttore di gara

Tre anni di accompagnamento

Rainer Senoner è stato scelto appositamente da Swiss-Ski e dalla Federazione italiana per dare vita alla prima discesa transfrontaliera della storia. Per anni, l’altoatesino si è d’altronde preso cura della Saslong, la classica in Val Gardena. «Siamo stati chiamati a fare sistema: in sostanza fungiamo da consulenti sul piano tecnico, in ogni ambito, indicando come muoversi e con quante persone. Ospitare subito la Coppa del Mondo, senza un graduale avvicinamento fatto di gare FIS e Coppa Europa, richiede un elevato livello di competenze. Competenze che con diversi colleghi, reclutati per l’occasione, abbiamo per l’appunto maturato con la Saslong. Daremo il nostro contributo sulla base di un contratto triennale. Dopodiché, la tappa di Zermatt-Cervinia dovrebbe essere in grado di camminare con le proprie gambe». Il lavoro effettivo sul tracciato scatta proprio oggi. «L’approccio, dicevo, è stato molto buono, entusiasmante anche» osserva Senoner. «Solo nelle prossime ore, però, sarà possibile misurare il grado di riuscita o difficoltà dell’impresa. Sin qui abbiamo immaginato su carta l’organizzazione della corsa. Ora si tratta di passare all’azione, con le prime 30 persone che dovranno mettere in pratica il nostro piano».

Il meteo, la variabile che fa paura

E con il meteo come la mettiamo? Considerata la quota della Gran Becca, il rischio di tramutare due weekend da sogno in un flop non è da escludere. «In effetti la situazione è molto diversa da quella in Val Gardena, dove la metà inferiore della Saslong si snoda nel bosco e quindi offre maggiori garanzie» ammette Senoner: «Basti pensare al traguardo, posto a 2.700 metri. Altezza ed eventuale esposizione a vento e nebbia non facilitano il compito. Sì, servirà la fortuna. Una variabile, a dire il vero, cruciale anche per le altre prove di Coppa del Mondo. Fa parte del gioco». Anche se, alla fine, la differenza la farà la sensibilità sullo sci. «Rispetto alle classiche discese - conclude il direttore di gara -, oltre la metà del tracciato si percorrerà su un ghiacciaio. Una prima. Che, nel concreto, impedisce interventi di sorta su un’importante porzione della gara. Deciderà la natura, come una volta. E questo, in fondo, lo trovo uno dei tanti aspetti interessanti della Gran Becca. Chi vorrà domarla, dovrà eccellere in più esercizi: dalla scorrevolezza (in alto), alla tecnica (con i curvoni nella seconda parte), senza ovviamente dimenticare la componente atletica».

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