Confine

Clivio celebra il 25 aprile, Segre ricorda: «Le guardie di frontiera furono implacabili»

Una ventina di sindaci si è ritrovata ieri per ricordare l'impegno della comunità per salvare centinaia di ebrei
© CdT/archivio
Red. Online
26.04.2023 14:42

«Io e mio papà cercammo di valicare le montagne verso la Svizzera proprio attraverso il vostro territorio. Per la parte italiana riuscimmo a passare, ma giunti in territorio svizzero le guardie di frontiera furono implacabili: "La barca è piena!" ci dissero e ci costrinsero a tornare indietro. Ci aspettavano la milizia fascista, il carcere di San Vittore, poi la deportazioni ad Auschwitz». Con queste parole la senatrice italiana Liliana Segre ha ricordato, ieri 25 aprile, quanto vissuto «durante il periodo più cruento della guerra». Lei che poco distante dal valico di Arzo era stata respinta alla dogana svizzera, arrestata e internata insieme ai suoi familiari in un campo dì concentramento, ha voluto dimostrare vicinanza alla comunità di frontiera che ieri ha celebrato la Festa della Liberazione italiana.

Era l’8 gennaio 1943 quando Liliana Segre venne respinta alla frontiera di Arzo dalle autorità svizzere. Aveva 13 anni e come al padre e a due cugini le fu negata la possibilità di attraversare la frontiera e rifugiarsi in Ticino. Quell’anno gli ebrei italiani che cercarono rifugio in Svizzera per salvarsi dalla persecuzione nazista e fascista furono molti

Segre ha voluto in questa occasione lodare i «molti significativi episodi di solidarietà e sostegno» dei Comuni della comunità di Piambello «a favore di antifascisti, resistenti e cittadini ebrei che cercavano rifugio nella vicina Svizzera», poiché «conoscere la storia locale e sostenerla sono condizioni indispensabili per avere una società civile sempre più consapevole, solidale, democratica».

Il 3 dicembre 2018, lo ricordiamo, la senatrice italiana sopravvissuta alla Shoah fu ospite nell'aula magna dell’USI di Lugano. In quell'occasione, l'allora consigliere di Stato Manuele Bertoli aveva fatto «mea culpa»: «È stata vittima di leggi sbagliate. Anche delle nostre, che non hanno saputo dare accoglienza. So che questo compito spetterebbe alle autorità federali, ma è mio onore personale chiedere scusa a Liliana Segre. Chiedere scusa e sperare che quell’errore non si ripeta più. Che sia un errore che appartiene alla storia e al passato».

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