Conto alla rovescia in Bavona, tutto pronto per le zone rosse

Sulla Bavona è iniziato il conto alla rovescia per scoprire la carta dei pericoli, che sarà rivelata in una serata pubblica martedì prossimo. Il documento, preparato dal Cantone e presentato ieri al Municipio di Cevio, mostra le «zone rosse» nelle quali non sarà più possibile ricostruire dopo la devastante alluvione dell’anno scorso, costata la vita a otto persone (ufficialmente sette, dato che una persona è sempre data per dispersa) e che nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024 aveva causato danni anche nella vicina Lavizzara. La sindaca, Wanda Dadò, al Corriere del Ticino ha spiegato come l’intenzione sia quella di «informare prima di tutto chi si sente toccato dalla furia che ha spazzato in particolare le terre di Fontana, Bosco e Mondada».

La mappa riguarda unicamente la sponda sinistra della valle, ossia la zona sotto i torrenti Larecchia, Magnasca, Ritorto e Ogliè. L’appuntamento per scoprire il futuro del comparto, ha rivelato la nostra interlocutrice, sarà di grande richiamo: «Ci aspettiamo parecchie persone, perché qui non si tratta solo dei proprietari, ma anche di chi conosce la nostra realtà. Sono in molti a voler capire come si svilupperà questo territorio».


La scelta di non divulgare alcuna informazione, almeno per ora, ha anche una motivazione pratica: «Al momento, nessuno di noi dell’Esecutivo ha in mano documenti o altro. Abbiamo soltanto visto una prima conclusione e ci siamo potuti fare un’idea, ma nulla di più. Tuttavia, fra una settimana, ci saranno i tecnici che potranno rispondere alle domande del pubblico. Loro sono esperti nel campo e potranno fornire delucidazioni molto più dettagliate di quanto possiamo fare noi».
Il processo partecipativo
Nel frattempo, continua anche il processo partecipativo per la ricucitura: dopo un primo incontro, che si era svolto il 14 giugno, ora è in programma il secondo laboratorio, sabato 5 luglio. Il ritrovo è alla Cappella di Fontana (dove si trova la fermata dell’Autopostale) alle 9.30. I risultati degli incontri saranno riassunti e approfonditi nel corso dei prossimi mesi, per poi essere condivisi con chi assumerà il compito di progettare la sistemazione delle terre di Fontana, Bosco e Mondada. Per facilitare il lavoro organizzativo, i promotori chiedono di annunciarsi sul sito www.fontanaboscomondada.ch/partecipiamo oppure per email a [email protected].
«Un primo passo verso il ritorno a Sorte»
«Siamo davvero felici, non ci aspettavamo di iniziare il mese di luglio con questa bellissima notizia». La prima reazione di Nadia Scarpetta, una degli sfollati di Sorte, è carica di gioia e di entusiasmo. Il riferimento è all’approvazione - durante l’assemblea comunale di Lostallo di lunedì sera (cfr. il CdT di ieri) - del credito da 65 mila franchi per la progettazione di un vallo protettivo a sud-ovest del paese, devastato dall’alluvione dello scorso anno. Con la costruzione del manufatto, la ventina di sfollati potrebbe rientrare nelle proprie abitazioni già da fine 2028 per chi ha la casa in zona rossa. Anche prima per chi si trova in zona blu. Questo se Coira e Berna daranno il loro contributo. «Naturalmente dobbiamo attendere l’esito dell’iter procedurale. Serve il via libera di Cantone e Confederazione, ma sappiamo che il Comune si sta muovendo per accelerare l’approvazione del progetto». Un primo passo ma nella giusta direzione per gli evacuati di Sorte che, da oltre un anno, aspettano di conoscere il loro destino. «Lo scorso mese, durante gli incontri con il Comune, ci avevano parlato di due possibilità: il dezonamento di tutta l’area o la possibilità di rientrare. Ora, con questa scelta del vallo, siamo arrivati a una svolta dopo mesi di sentimenti contrastanti». La prospettiva del ritorno a Sorte si fa quindi più vicina per Scarpetta, la cui abitazione si trova in zona blu. «Ci vorrà del tempo: la casa è ancora in piedi, ma mancano gli allacciamenti all’acqua e alla corrente».
Il confronto nella mappa di Swisstopo: link qui
Le foto delle aree colpite nella mappa di Swisstopo: link qui
Il bilancio del disastro
Nel corso della notte fra sabato 29 e domenica 30 giugno 2024, violenti e prolungati temporali hanno colpito l'alta Vallemaggia, tra le valli Bavona e Lavizzara. Ad oggi una persona (un giovane della valle) risulta ancora dispersa, mentre si registrano sette morti: una 76.enne e due 73.enni tedesche, residenti nel Land del Baden-Württemberg, una 61.enne svizzera del canton Basilea Campagna e un 67.enne svizzero del Locarnese (i cui due corpi erano stati ritrovati a Riveo, nel greto della Maggia), un altro 66.enne svizzero del canton Basilea Campagna e una 67.enne svizzera domiciliata nel Locarnese (i cui due corpi erano stati rinvenuti a luglio nel greto del fiume all'altezza di Cevio). Cinque vittime erano a Fontana (Val Bavona), due a Prato Sornico e il disperso al Piano di Peccia (sempre in Lavizzara). Si tratta del bilancio più grave legato a una catastrofe naturale mai registrato in tempi recenti a Locarno e dintorni. L'alluvione del 1978, tanto per fare un esempio, aveva provocato sette morti (quattro nel Locarnese: Comologno, Losone, Ascona, Verscio; uno a Bellinzona e due in Val di Blenio, oltre a una quindicina in Italia, tra Val Vigezzo e Ossola). Il nubifragio in Mesolcina, di una settimana prima rispetto a quello in alta Vallemaggia, tre.