Il caso

Il passo indietro di Norman Gobbi, prime reazioni della politica

Sirica (PS): «Un passo dovuto» – Dadò (Il Centro): «Anche Cocchi dovrebbe riflettere se non sia opportuno farsi da parte» – Speziali (PLR): «Decisione giusta e dovuta» – Mazzoleni (Lega): «Una scelta da apprezzare» – Pasi (UDC): «Avrà valutato l’interesse delle istituzioni e dei cittadini» – Bourgoin (Verdi): «Il lavoro della Magistratura sia celere»
© CdT/Gabriele Putzu

Alla fine è arrivato il passo indietro. Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi si è autosospeso «a malincuore» temporaneamente dalla responsabilità politica della Polizia cantonale, fino a quando le inchieste in corso sull'incidente stradale che lo ha visto coinvolto lo scorso novembre non saranno terminate. La Polizia passa temporaneamente a Claudio Zali, consigliere di Stato supplente per il Dipartimento delle istituzioni.

Il mondo della politica saluta favorevolmente la decisione del consigliere di Stato. Per il co-presidente del PS Fabrizio Sirica «è un messaggio di chiarezza e di limpidezza verso le istituzioni, necessario per evitare che sulla vicenda si creino ulteriori dubbi e zone grigie». Ancorché tardivo, secondo Sirica si tratta di un «passo dovuto», che non deve essere inteso come un’ammissione di colpa da parte del consigliere di Stato. Sirica ha poi ribadito l’importanza dell’esito dell’inchiesta, «in quanto farà luce sulla questione di fondo, ossia l’equità di trattamento della giustizia di fronte a tutti i cittadini. Non si tratta di un attacco politico, ma di una corretta richiesta di chiarimenti per preservare la base della democrazia».

Dimissioni da estendere?

Sulla stessa linea anche il presidente del Centro Fiorenzo Dadò, il quale però va oltre. «Questa decisione – commenta Dadò, autore peraltro dell’interpellanza che ha scoperchiato il caso – era il minimo che ci si potesse attendere per far sì che l’inchiesta possa essere svolta a 360 gradi, su tutta la linea di comando della Polizia cantonale fino al diretto interessato». La decisione del capo del DI viene definita «una mossa saggia, anche a vantaggio dello stesso Gobbi». Secondo Dadò, si tratta quindi «di una questione di credibilità e di trasparenza: non ci deve essere il minimo dubbio di interferenze». Per la stessa ragione, «anche chi ricopre funzioni dirigenziali all’interno della polizia - ad esempio il comandante Matteo Cocchi ma non solo - dovrebbe riflettere se non sia opportuno farsi da parte temporaneamente».

Più pacata e distaccata la reazione del PLR. «Prendiamo atto della decisione di Gobbi», fa sapere il presidente Alessandro Speziali. «Credo sia una decisione giusta e dovuta. Ora tocca alla Magistratura fare chiarezza sull’intera vicenda».

«Piena fiducia»

«Di principio, vale la presunzione di innocenza. Quindi la scelta di Gobbi non era affatto dovuta», premette invece Alessandro Mazzoleni, uno dei quattro vice-coordinatori della Lega. «È da apprezzare, tuttavia, il fatto che abbia voluto fare un passo indietro di sua spontanea volontà, proprio per permettere alla Magistratura di portare avanti l’attività d’inchiesta in maniera libera da qualunque condizionamento». Una decisione, insomma, che secondo Mazzoleni dimostra «un forte senso di responsabilità del direttore del DI, ben oltre il dovuto». La Lega, conclude il vice-coordinatore, ribadisce «piena fiducia al suo consigliere di Stato».

«Lo scopro ora»

«Apprendo ora dalla stampa della decisione del consigliere di Stato», premette da parte sua il vicepresidente dell’UDC Pierluigi Pasi. «Norman Gobbi – prosegue – è un politico navigato e con esperienza, quindi, se così ha deciso, lo avrà certamente fatto valutando l’interesse delle istituzioni del cantone e dei suoi cittadini».

Anche la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin fa sapere di «apprezzare il gesto compiuto dal direttore del Dipartimento delle istituzioni». Questo perché «il passo indietro permetterà a tutti di lavorare con serenità». La deputata lancia poi un appello: «Il lavoro della Magistratura dovrà essere il più celere possibile: in questo momento c’è bisogno di normalità nelle istituzioni per rispondere nel migliore dei modi ai problemi del Paese».

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