Bellinzona

La corona di padre in figlio: doppia intervista a Re Rabadan

Dante e Igor Pesciallo, storico ex sovrano e futuro Re dei bagordi: «La magia del nostro carnevale? La tramandiamo divertendoci» — Diverse le novità per l’edizione 2026: un concerto rockabilly per l’apertura e una pagina social per scoprire il «dietro le quinte» della Corte
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
27.11.2025 06:00

Ho visto un Re. Anzi, due. Padre e figlio, due sovrani, una corona: quella del Rabadan. Quasi una dinastia del carnevale. Stiamo parlando di quella dei Pesciallo, Dante il padre e Igor il figlio. Entrambi Re Rabadan. «Dantun» in carica per 11 anni fino al 2013 e tra un paio di mesi tocca a Igor. Sembra una di quelle storie di altri tempi raccolte in un vecchio volume. E un po’ è anche così, se si considera che il Rabadan ha alle spalle ben 163 anni di tradizione. Oltre un secolo e mezzo di bagordi e regnanti effimeri che ormai da quasi un secolo (nel 2028 cadrà l’anniversario dall’istituzione della figura di Re Rabadan, n.d.r.) si sono succeduti al timone del carnevale bellinzonese.

Energia e trepidazione

Ora l’atmosfera sta iniziando a scaldarsi, come ci spiega Igor, pronto e trepidante per il suo debutto da nuovo Re Rabadan. «L’agenda è già bella piena di impegni, sto facendo il giro di guggen, carristi e gruppi per conoscerli meglio, visto che è il mio primo anno», racconta con entusiasmo. Anche se tanti volti sono già noti al nuovo sire, che frequenta l’ambiente del carnevale da tempo. Da bambino, infatti, come si vede in una foto che ci mostra Dante, accompagnava il papà durante le giornate di regno e le sfilate. «Quando ho iniziato come Re Rabadan, lui era alto 50 centimetri», racconta con un sorriso lo storico sovrano. «È cresciuto nell’atmosfera del carnevale ed è giusto che ora faccia le sue esperienze, vivendo i contatti con realtà che cambiano di anno in anno. Quella del Rabadan è ogni volta una storia diversa. Non si può spiegare, deve provarlo sulla sua pelle». Pochi o addirittura nessuno, quindi, i consigli da dare al figlio: «Sono convinto che se la saprà cavare bene».

Al ritmo di rockabilly

Trentunenne, musicista in una band rockabilly (Fat Flamingos), tanta energia e creatività: Igor Pesciallo è stato scelto per indossare la corona del carnevale più famoso del Ticino. Un Re giovane che porterà delle novità? «Cambiare effettivamente qualcosa in questa lunga tradizione del Rabadan è difficile. Una prima novità - anche se si faceva già ai tempi di mio papà - è il ritorno dell’apertura in Collegiata». Un cambiamento senz’altro positivo per Igor: «Non sono fortissimo con i discorsi, mentre invece quello che voglio fare è portare un po’ della mia musica per inaugurare il Rabadan. Uno spettacolo sulle scale della piazza, non con la mia band, ma comunque sulle note rockabilly». E poi ci saranno anche altre novità sulla Corte, che però saranno svelate all’ultimo. Un altro punto sul quale si sta lavorando è quello dei social media. «Ci stiamo già muovendo con l’idea di raccontare qualcosa di noi, ma non solo le serate di festa: vogliamo far conoscere anche il vero spirito del carnevale e il suo ‘‘dietro le quinte’’». Molto probabilmente, spiega, verrà creata una pagina ad hoc «che non sarà né quella del Rabadan né la mia privata, ma una della Corte, sulla quale pubblicare tutti i nostri contenuti».

Tempi che corrono

I tempi, in effetti, corrono veloci e le cose cambiano, ma questo non è per forza un male, come spiega Dante Pesciallo. Anzi, è sinonimo di uno spirito di adattamento che tiene vivo il Rabadan. «Quando ero più giovane sentivo dire da chi aveva qualche anno più di me sempre la classica frase: “Ai me tempi l’eva bel, mia come adèss”. Ma penso che se il carnevale bellinzonese è arrivato al traguardo di 163 anni è perché la società che lo organizza è sempre stata dinamica: ha saputo adeguarsi un passo dopo l’altro a quelle che sono le esigenze di questa magia. Perché il Rabadan è una magia che continua a perdurare nel tempo». Una realtà lunga più di un secolo e mezzo, evidenzia l’ex sovrano, «è infatti qualcosa di incredibilmente unico in Ticino».

«Fa bene al cuore»

Quasi come se fosse già scritto nel destino, a Carasso, proprio accanto alla sede del Rabadan, si trova quella delle onoranze funebri dei Pesciallo. Ma come si riesce a far convivere queste due attività che sembrano agli antipodi? «In realtà conciliare i due impegni è più difficile a livello di tempo che altro», spiega Igor. «Ma ho la fortuna che il papà ci è già passato e sa l’impegno che ci vuole. C’è anche un grande team di lavoro che aiuta a far andare avanti tutto». «È il vecio che lavora, io che pensavo già di andare in pensione», scherza Dante. E scherzare a volte sembra proprio aiutare ad alleggerire certe situazioni, racconta l’ex sire: «Viviamo nella tristezza tutto l’anno, quindi avere anche dei momenti più leggeri fa bene al cuore. Poi le persone hanno capito subito che quando facciamo il Re impersoniamo un ruolo e quando lavoriamo siamo dei professionisti». Anzi, a volte è pure l’occasione per riderci un po’ su. «Mi capitava quando passavo come Re a fare i giri nelle case anziani che gli ospiti mi dicessero: ‘‘A sum mia prunt’’, riferendosi al mio lavoro». «O viceversa - riprende Igor - quando siamo ai funerali ci capita che le persone ci facciano le battute sul carnevale; è un modo per riuscire a trovare un sorriso anche in queste situazioni».

Impegni, piacere, fatica

Il ruolo di sovrano effimero ha regalato a «Re Dantun» anni ricchissimi di soddisfazioni, nonostante il grande impegno richiesto e i tanti appuntamenti: «Non tanti, tantissimi. Ma la fatica è stata più che altro fisica: possono capitare dei fine settimana durante i quali si visitano anche 12 o 13 carnevali. Però è sempre stato un piacere farlo». Per questo, l’augurio da padre a figlio Re Rabadan è uno solo, molto semplice: «Divertiti più che puoi». Pronta la risposta di Igor: «Non credo che farò fatica».

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