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L'aperitivo digitale del 6 giugno 2022

Ecco le principali notizie che potresti esserti perso su CdT.ch
© CdT/Chiara Zocchetti
Marcello Pelizzari
06.06.2022 18:00

L'oleodotto dell'amicizia (o quasi)

Druzhba. O, se preferite, amicizia. Anche se nelle ultime settimane questo oleodotto ha generato (quasi) solo liti e dissapori fra i 27 Stati membri dell’UE. Arrivando a disunire l’Europa. Fino al compromesso dei giorni scorsi: sì all’eliminazione, graduale, del petrolio russo entro la fine dell’anno. Ma con un’eccezione, legata appunto agli oleodotti. Questo, in estrema sintesi, il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca. Ma perché questo tassello dei rapporti energetici fra Mosca e Bruxelles è così importante? Scopriamolo assieme.

Un altro generale russo morto

Le forze ucraine hanno ucciso il maggiore generale russo Roman Kutuzov vicino a Mykolaivka, nell'oblast di Lugansk, nei pressi di Popasna. È notizia di ieri sera. All'inizio di maggio l'intelligence americana aveva riferito che in Ucraina sono rimasti uccisi tra gli 8 e i 10 generali russi. Il Cremlino non si è ancora espresso al riguardo. Diversi media riferiscono della morte del maggiore generale nel Donbass, su Telegram si parla di un «combattimento vicino al villaggio di Nikolayevka», mentre era a capo di un attacco. Ma perché Mosca, sul campo, ha perso così tanti ufficiali? La risposta in questo approfondimento di Jenny Covelli.

Pentecoste di sangue in Nigeria

Pentecoste di sangue in Nigeria, dove uomini armati di fucili hanno aperto il fuoco contro i fedeli all'interno della chiesa cattolica di San Francesco nel Sud Ovest del Paese, a Owo, nello stato di Ondo. Le vittime, secondo l'ultimo bilancio ufficiale, sarebbero 21. Uno dei sacerdoti, padre Andrew Abayomi, ha lasciato intendere che la strage avrebbe potuto essere anche più grave considerato che l'attacco è avvenuto mentre la funzione religiosa stava per finire e alcune persone avevano iniziato ad andarsene. Le immagini sono raccapriccianti. Che cosa c'è alle spalle di questi attacchi? La matrice estremista religiosa, mai come in Nigeria, si mischia al problema ambientale. Qui l'articolo completo di Jenny Covelli.

Al lupo, al lupo

«I mezzi a disposizione per contrastare il massacro in atto nel settore dell’allevamento alpino sono paragonabili ad un sacchetto di coriandoli per difenderci da una rapina a mano armata». Non va tanto per il sottile l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP) nel prendere atto dell’ennesimo attacco del lupo in Ticino. Per la precisione quello avvenuto settimana scorsa in Valle Rovana, sopra Bosco Gurin, sull’alpe Corte del Lupo: il predatore (o un branco, ipotesi quest’ultima tutt’altro che remota) ha ucciso tra i venti e i trenta ovini di proprietà dello stesso allevatore che in due occasioni, nelle ultime settimane, aveva già dovuto far fronte ad importanti perdite fra gli animali da reddito. L’Ufficio della caccia e della pesca sta effettuando le necessarie verifiche e, al momento, non prende posizione. Da inizio stagione nel nostro Cantone le vittime del temibile mammifero salgono ora, secondo i calcoli dell’APTdaiGP, ad oltre settanta in otto raid. Alan Del Don è tornato su un argomento caldo, caldissimo.

La Svizzera, Murat e i Mondiali

Alla Svizzera di Murat Yakin restano quattro partite ufficiali (e forse un’amichevole) per presentarsi in modo credibile ai Mondiali di fine anno. No, non sono molte. Soprattutto pensando al disastro «ammirato» domenica sera a Lisbona contro il Portogallo in Nations League. Massimo Solari è tornato, nel suo commento, sul momentaccio che stanno vivendo i rossocrociati.

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